Il mondo sulla soglia del baratro nucleare
Guerra tra Israele e Iran, quali sono i possibili scenari
“Chiedere la nostra resa significa non conoscere la nostra storia”, è la replica di Khamenei al tycoon. “Non trattiamo con nessuno sotto ricatto”
Esteri - di David Romoli

Il piromane di Tel Aviv, il tycoon di Washington e l’ayatollah di Teheran. Un trio micidiale che può far esplodere la polveriera nucleare mediorientale. La Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha ribadito la promessa che Israele «sarà punito» per il «grave errore» che ha commesso. Il popolo non dimenticherà il sangue dei «martiri» e l’attacco al suo territorio, ha sottolineato Khamenei in un discorso televisivo alla nazione, come riportano le agenzie iraniane. «L’Iran non accetterà una pace o una guerra imposte. Chi conosce la storia dell’Iran sa che non accettiamo minacce».
Se gli Usa dovessero attaccare l’Iran, saranno ricambiati con un «danno irreparabile», avverte Khamenei. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Irna.
«Chiunque conosca l’Iran, il suo popolo e la sua storia non si rivolgerebbe mai a questa nazione con toni minacciosi, poiché l’Iran non si arrenderà» ha affermato Khamenei. «Gli americani sappiano che qualsiasi intervento militare da parte loro sarà senza dubbio ricambiato con un danno irreparabile», ha continuato il capo del regime iraniano. Khamenei ha elogiato il comportamento del popolo iraniano di fronte all’aggressione: «Il popolo iraniano si oppone fermamente alla guerra imposta, così come si opporrà con altrettanta fermezza alla pace imposta; questa nazione non si sottometterà mai a imposizioni di alcuno». La replica del tycoon è perentoria. Trump ha parlato di un “ultimatum definitivo” all’Iran rispondendo alle domande dei giornalisti, che gli chiedevano se l’avesse davvero dato. “Si potrebbe dire così – ha risposto – forse potreste chiamarlo l’ultimatum definitivo”, ribadendo che Teheran si trova «in guai grossi e vuole negoziare». «Loro avrebbero voluto trattare, ma forse è troppo tardi. Hanno dei seri problemi adesso. Ci hanno contattato. Hanno ipotizzato di venire alla Casa Bianca. Ma mi sembra tardi…. anche se non è mai troppo tardi».
Alla domanda su cosa avesse detto al primo ministro Benjamin Netanyahu durante la telefonata di martedì, il tycoon risponde: «Continua così». Trump dice ai giornalisti fuori dalla Casa Bianca che Netanyahu «è un brav’uomo» che «ha fatto un buon lavoro» ma che «è stato trattato in modo molto ingiusto dal suo Paese». “Gli dico, buona fortuna”. Così Trump ha commentato con la Cnn alla Casa Bianca le parole della Guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, che ha detto che l’Iran «non si sarebbe mai arreso», come invece gli aveva suggerito di fare il presidente americano. Alla domanda su quando finirà la sua pazienza con l’Iran, il presidente degli Stati Uniti ha risposto ai giornalisti: «È già finita, ecco perché stiamo facendo quello che stiamo facendo». «Niente è finito fino a quando è finito. Sapete, la guerra è molto complessa, molte cose brutte possono succedere, ci possono essere molte svolte, quindi non so», afferma il presidente Usa parlando dell’Iran, aggiungendo poi in modo sibillino «che la prossima settimana sarà molto grande, forse meno di una settimana, forse meno». Poi ha spiegato cosa intende per resa incondizionata da parte di Teheran: «Significa basta, non lo facciamo più e noi non facciamo saltare tutta la roba nucleare che è dappertutto».
La macchina bellica americana è già in movimento. Foto satellitari della base di Diego Garcia, in Territorio britannico nell’Oceano Indiano, mostrano sei bombardieri B2, in grado di trasportare un carico di 18 tonnellate e volare senza rifornimento fino a 11.000 chilometri. Si tratta degli unici velivoli dell’esercito Usa previsti per il trasporto della gigantesca bomba Mop (abbreviazione di Massive Ordnance Penetrator), nota anche con il nome in codice GBU-57, una bomba da 12,3 tonnellate sviluppata proprio per colpire gli impianti nucleari sotterranei di Fordow, in Iran. Lo riferisce Ynet in un servizio basato anche su fonti di intelligence e foto satellitari.
Replica alla replica. La missione iraniana presso l’Onu ha replicato alle parole di Trump secondo cui Teheran avrebbe contattato Washington chiedendo un incontro alla Casa Bianca. “Nessun funzionario iraniano ha mai chiesto di strisciare ai cancelli della Casa Bianca”, ha affermato citato da Sky News. “L’unica cosa più spregevole delle sue bugie è la sua codarda minaccia di ‘eliminare’ la Guida Suprema dell’Iran”. “L’Iran non negozia sotto costrizione, non accetterà la pace sotto costrizione, e certamente non con un guerrafondaio”. L’Iran “risponderà a qualsiasi minaccia con una contro-minaccia e a qualsiasi azione con misure di reciprocità”.
Cronaca di guerra
L’aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 1.100 obiettivi in centinaia di attacchi in Iran da venerdì. Lo ha dichiarato il portavoce delle Idf, il generale di brigata Effie Defrin, in una conferenza stampa. “Stiamo operando sistematicamente per neutralizzare la minaccia nucleare”, ha affermato su X, aggiungendo che gli attacchi stanno “aggravando ulteriormente i danni significativi” causati ai missili balistici e alle difese aeree dell’Iran. “L’Aiea ha informazioni secondo cui due impianti di produzione di centrifughe in Iran, l’officina Tesa di Karaj e il Centro di Ricerca di Teheran, sono stati colpiti. Entrambi i siti erano precedentemente sottoposti a monitoraggio e verifica da parte dell’Aiea nell’ambito del Jcpoa”.
Lo scrive l’agenzia Onu su X. “Nel sito di Teheran, è stato colpito un edificio dove venivano prodotti e testati rotori per centrifughe avanzate. A Karaj, sono stati distrutti due edifici dove venivano prodotti diversi componenti per centrifughe”. Un “avviso urgente” ai “cittadini americani che desiderano lasciare Israele”. Arriva dall’ambasciatore Usa in Israele, Mike Huckabee, che tramite un post su X informa che l’ambasciata degli Stati Uniti “lavora a voli di evacuazione” da Israele e a “partenze di navi da crociera”. Nel post, le indicazioni per la registrazione. Il mondo è sulla soglia del baratro. Un baratro nucleare.