Io sono ancora qua
Yerri Mina: un gigante dalla Colombia per la salvezza del Cagliari, non esistono eroi minori
Ha giocato con Messi nel Barcellona e nell'Everton ambizioso e incompiuto. A Cagliari dopo la chiamata di Claudio Ranieri: "Ci serve una mano". Nello scontro diretto che ha dato la Salvezza con il Venezia, un gol e Player of the Match
Sport - di Antonio Lamorte

Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.
Sembrava potesse durare, c’erano tutte le condizioni del caso. Cartellino da top player, contratto da top player, spogliatoi trafficati da fenomani, campionati stellari, puntualmente in Nazionale. Yerri Mina era un gigante, un volo dal Sudamerica all’Europa sola andata, verso un Barcellona spettacolare e indimenticabile. Giocava con Messi e Suarez, Piqué e Busquets. Non è durata tanto: qualche anno dopo una telefonata di Claudio Ranieri. “Vieni a Cagliari, ci serve una mano”. A Casteddu, tutta un’altra dimensione.
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Era arrivato in Spagna dal Brasile, dal Sudamerica della sua Colombia. Guachené, piccola città nel dipartimento di Cauca. Coltivazioni di canna da zucchero, mais, sorgo, soia, manioco. Papà e zio portieri, lui altissimo e longilineo, in porta anche lui prima di passare davanti alla difesa, quindi nel ruolo mitico e ancestrale del “volante”, centrocampista che è architetto e filtro. È da difensore però che è entrato nel calcio vero, quello che lo ha portato al Palmeiras e in Europa. Appena qualche mese, sei presenze in tutto ma in bacheca una Liga e una Coppa di Spagna. L’estate dopo per quasi 50 milioni di euro in Inghilterra, il sogno della Premier League, a Liverpool, sponda Everton. I Toffees attraversano un’era di grandi ambizioni, in panchina arrivano addirittura Carlo Ancelotti e Rafa Benitez. E in campo Pickford, Allan, Richarlison, James Rodriguez.
Cinque anni nel Merseyside, il campionato più competitivo e spettacolare e seguito al mondo, progetti di grandeur che scivolano via via verso l’incompiutezza. A Firenze a parametro zero, soltanto per qualche mese prima della telefonata di sir Claudio Ranieri. “Lo devo ringraziare per avermi fatto venire qui, ho imparato tanto”. A Cagliari Yeri Mina ha trovato una terra e un popolo molto simili al suo, in Colombia, dove ha fondato con il padre la Fundacion Yerri Mina, “para la esperanza, reconocimiento y la inclusion integral del ser”, un’organizzazione per i bambini che crescono in contesti difficili. Non era proprio in forma appena sbarcato. “Ero a terra, Ranieri mi ha messo un braccio sulle spalle e mi ha preso sotto la sua protezione”.
Yerri Mina è ancora un gigante, ha molta fede in Dio. Davide Nicola ha rischiato ieri sera, lo ha buttato dentro praticamente da infortunato. La sua stagione sembrava finita, era fermo dal 23 aprile. In difesa con Luperto, Augello e Zortea. E proprio dalla difesa è arrivato il primo gol, dopo appena 11 minuti di gioco. Pennellata del terzino mancino, stacco di testa imperioso del difensore colombiano. Primo gol in campionato. Hanno completato l’opera Piccoli e Deiola. 3 a 0 al Venezia, non c’è mai stata partita. E obiettivo raggiunto, Salvezza per Casteddu.
A Mina anche il premio Player of the Match. “Questa è una vittoria per il popolo, adesso andiamo a Napoli per chiudere al meglio”, ha detto a Dazn in vista dell’ultima gara di venerdì sera contro la squadra di Antonio Conte che si gioca lo Scudetto in casa. Yerri Mina ha appena rinnovato. A un certo punto ci si deve ridimensionare. Non è detto che non si possa essere ancora, un’altra volta, forse l’ultima, eroi, anche se in palcoscenici meno scintillanti. Yerri Mina è sempre un gigante.
La classifica dopo la 37esima di campionato
Pareggiano sia il Napoli che l’Inter: la capolista in trasferta a Parma in uno 0 a 0 tiratissimo, i nerazzurri in casa contro una Lazio trascinata da un Pedro inarrestabile. 3 a 2 dell’Atalanta al Genoa, 2 a 0 della Juventus all’Udinese. 3 a 2 della Roma al Milan. Sconfitta pesante del Bologna a Firenze. Vittoria in rimonta dell’Empoli sul Monza. Pareggio 1 a 1 tra Verona e Como, vittoria del Lecce in casa a Torino. All’ultima giornata di Campionato le squadre di serie A arrivano con poche sentenze: è ancora tutto aperto, la corsa al titolo, quella alla Champions, alle Coppe Europee, alla Salvezza. È il campionato più combattuto degli ultimi anni.