Il dopo-Bergoglio
Come verrà eletto il nuovo Papa: i giorni di lutto, il ruolo del Camerlengo, il Conclave
A tenere le redini della Chiesa per l’ordinaria amministrazione sarà il Camerlengo. Intanto i cardinali verranno a Roma per le riunioni preparatorie
News - di Fabrizio Mastrofini

E adesso? Adesso andiamo per passaggi successivi. Il primo, ieri sera, ha riguardato il rito dell’accertamento ufficiale della morte del Pontefice regnante, attraverso una consuetudine attentamente regolata. È stato rotto l’anello del pescatore, il sigillo papale, e viene decisa la traslazione della salma. La regia passa nelle mani del cardinale Camerlengo, l’americano Kevin Joseph Farrell, che da adesso in poi per tutta la sede vacante, ha il compito di guidare la transizione.
La macchina della Curia si ferma. L’ordinaria amministrazione va avanti, i capi-dicastero sono tutti dimissionari fino alla eventuale conferma da parte del nuovo papa, ogni spesa è congelata, l’attenzione è sulla preparazione del Conclave. I cardinali presenti a Roma cominciano a riunirsi per le decisioni da prendere – data dei funerali, inizio conclave – in attesa dell’arrivo degli altri cardinali elettori e in attesa dell’inizio delle riunioni dei cardinali prima dell’avvio del conclave. Questa fase durerà nove giorni, i novendiali, nove giorni di lutto scanditi da cerimonie e celebrazioni, prima appunto dell’inizio del conclave. Intanto tutto si ferma, a partire dalla canonizzazione di Carlo Acutis, il giovane italiano, considerato un evangelizzatore di internet, prevista in origine per domenica prossima. Tutto fermo, in attesa del nuovo papa. Il sito della Santa Sede annuncia la sede vacante. E tutto il Vaticano è fermo.
Ogni giorno, da adesso in poi, saranno il Camerlengo e le riunioni dei cardinali a dettare i tempi, in attesa che arrivino i cardinali elettori e non elettori. Gli elettori sono 121, al di sotto degli 80 anni; i non elettori sono 114. Possono partecipare alle riunioni preparatorie, ma non entreranno nella Cappella Sistina per il conclave. Interessante la distribuzione geografica. Nonostante gli sforzi per allargare la composizione del collegio cardinalizio, gli europei sono in maggioranza: 53, contro 16 nordamericani, 4 dall’America centrale, 17 sudamericani, 18 africani, 23 asiatici, 4 dall’Oceania. E gli italiani sono 17, sempre una maggioranza relativa all’interno del gruppo cardinalizio di elettori. E dunque cosa aspettare da un futuro conclave? Resta attuale il famoso detto che un papabile, alla fine può entrare da papa possibile ma esce cardinale. A dire che le previsioni risultano molto difficili. Anche così, si possono ipotizzare gli scenari.
Prima di tutto, i cardinali si conoscono poco tra di loro perché Bergoglio, da papa, non ha certo fatto in modo di incrementare le riunioni dei cardinali, nonostante siano i primi collaboratori del papa nella gestione della Chiesa. Papa Francesco ha governato per lo più da solo, al massimo consultandosi con il consiglio dei nove cardinali che lui stesso ha scelto e con i quali ha varato la riforma della Curia. Così, saranno le riunioni pre-conclave a fare in modo che i cardinali elettori possano parlare del futuro della Chiesa e dei problemi da affrontare. Quali problemi? Certo c’è una polarizzazione in atto, causata da un pontificato che è andato avanti senza tanto preoccuparsi di spiegare priorità e strategie. Sarà un punto dolente e importante? Vedremo.
Come anche i temi di punta del pontificato, che fine faranno? La sinodalità soprattutto; sarà interessante verificare chi la sosterrà: il cardinale Grech, attuale presidente del Sinodo dei vescovi? Il cardinale Hollerich, un altro gesuita, e chi altri? Alla fine le opzioni disponibili non sono molte. Avremo un nuovo papa che viene dalla Curia romana oppure verrà scelto fuori dalla Curia? Sarà un papa anziano, di transizione, un papa relativamente giovane? Di cardinali giovani ce ne sono. Uno per tutti, l’italiano Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulan Bator in Mongolia. Per la Curia, certamente è il cardinale Parolin, segretario di stato, ad avere molto credito e possibilità di elezione, secondo una soluzione di continuità e senza strappi. Ma anche altri di Curia, e non italiani, potrebbero considerarsi in prima fila nella ‘corsa’ al pontificato.
Molto dipenderà, appunto, dalle conversazioni previste nei giorni prima dell’ingresso nella Cappella Sistina per le votazioni. C’è poi un tema sottotraccia: quale influsso potranno avere sul Conclave i social media e le pressioni internazionali? È una questione politica ma anche tecnologica. La Santa Sede dovrà – forse – dare delle risposte o delle indicazioni, per rassicurare l’opinione pubblica internazionale che le operazioni di voto e di discussione si svolgeranno al riparo da influenze esterne. Tema delicato e difficile, in un mondo che ha bisogno di certezze e risposte. E a proposito: mentre scriviamo, non sappiamo nulla sulla causa della morte di papa Francesco. Anche qui, sarà forse il caso di fornire risposte. Non ci sono segreti, era malato ed era sotto gli occhi di tutto il mondo. Ma qualcosa di più e di preciso, sarà forse il caso di dirlo?