Il Dragone alza la posta

Asse Pechino-Bruxelles, così la Cina risponde ai dazi di Trump e flirta con l’Europa

Nell’annunciare i contro dazi al 125%, il ministero del Commercio cinese ha affermato ancora una volta che la Cina è pronta a “combattere fino alla fine”.

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

12 Aprile 2025 alle 10:00

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AP Photo/Ng Han Guan, file
AP Photo/Ng Han Guan, file

Il Dragone non ci sta. E alza la posta nella guerra dei dazi contro la “Tigre di carta” americana. L’ultimo rialzo è quello deciso da Xi: dazi al 125% sulle merci made in Usa importate in Cina. Una risposta al chiarimento della Casa Bianca sul conto totale delle barriere commerciali imposte ai prodotti cinesi in transito nelle dogane americane: 145%. Pechino ha alzato quindi nuovamente i suoi dazi e tramite il ministero delle Finanze ha aggiunto: “Ignoreremo ulteriori aumenti, a questo livello i prodotti americani esportati in Cina non hanno più alcuna possibilità di essere accettati sul mercato”.

Nell’annunciare i contro dazi al 125%, il ministero del Commercio cinese ha affermato ancora una volta che la Cina è pronta a “combattere fino alla fine”. “L’imposizione da parte americana di tariffe straordinariamente alte sulla Cina viola in modo serio le regole dell’economia e del commercio internazionali, le leggi fondamentali dell’economia ed il buon senso”, ha denunciato la commissione, accusando Washington di tattiche da “bullo”. La dichiarazione ha anche suggerito che potrebbe trattarsi dell’ultima mossa di Pechino in termini di aumenti tariffari reciproci, poiché “al livello tariffario attuale, non c’è accettazione da parte del mercato per i prodotti statunitensi esportati in Cina”. “Se gli Stati Uniti continueranno a imporre dazi sui prodotti cinesi esportati negli Stati Uniti, la Cina li ignorerà”, ha affermato, segnalando che sarebbero state adottate altre contromisure.

In discussioni private avvenute poche ore prima che la Cina annunciasse dazi al 125% contro gli Usa, l’amministrazione Trump aveva messo in guardia i funzionari cinesi da una mossa del genere. Lo riporta la Cnn aggiungendo che ai cinesi era stato anche detto, ancora una volta, che Xi dovrebbe telefonare a Trump. Cosa che non è avvenuta. Il presidente cinese è invece molto attivo sul versante europeo. Xi Jinping ha invitato l’Unione europea a “resistere insieme” di fronte alla guerra commerciale di Donald Trump, che sta mantenendo i mercati azionari in uno stato di grande febbre. ‘La Cina e l’Ue devono assumersi le proprie responsabilità internazionali, proteggere congiuntamente la globalizzazione economica e l’ambiente commerciale internazionale e resistere congiuntamente a qualsiasi coercizione unilaterale’, ha dichiarato Xi a Pechino durante un incontro con il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. ‘In questo modo – ha aggiunto Xi Jinpingnon solo salvaguarderemo i nostri diritti e interessi legittimi, ma sosterremo anche l’equità e la giustizia internazionali e garantiremo il rispetto delle regole e dell’ordine internazionale’, ha sottolineato il presidente cinese. Al termine dell’incontro, Sanchez ha sottolineato che “la Spagna e l’Europa hanno un deficit commerciale significativo con la Cina, che dobbiamo sforzarci di correggere” . Ma “non dobbiamo permettere che le tensioni commerciali ostacolino il potenziale di crescita delle relazioni tra Cina e Ue”, ha sottolineato il premier spagnolo alla stampa.

Qualcosa si muove sulla direttrice Bruxelles-Pechino. La Commissione europea ha annunciato oggi che ci sarà un vertice a fine luglio a Pechino, un incontro tra leader che potrebbe segnare una svolta. C’è stato un grande lavoro diplomatico per preparare il summit; il protocollo avrebbe voluto che si svolgesse a Bruxelles, ma la Commissione dice che «per ragioni logistiche» è stata scelta Pechino (ma alla fine l’hanno spuntata i cinesi nel cambio sede). Per restare all’Europa, l’Ue è pronta a introdurre “una tassa sui ricavi pubblicitari digitali” che colpirebbe le Big Tech, se i negoziati con Donald Trump per raggiungere un’intesa commerciale dovessero fallire. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista al Financial Times. Durante la tregua di 90 giorni sui dazi, Bruxelles cercherà un accordo “pienamente equilibrato” con Washington. La presidente della Commissione europea ha escluso la possibilità di rivedere le norme chiave Ue sul digitale (il pacchetto Dsa-Dma) o il regime dell’Iva. “Questi aspetti non rientrano nel negoziato perché sono decisioni sovrane”, ha evidenziato.

12 Aprile 2025

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