L'inviato della Casa Bianca sente Putin

Ucraina, l’ottimismo sull’asse Washington-Mosca: dall’Europa scavalcata spunta un “piano Kallas”

“Abbiamo avuto delle discussioni molto buone, ci sono ottime possibilità che questa orribile guerra possa finire”, fa sapere il tycoon. Ma il leader ucraino attacca le condizioni poste dai russi. E spunta il piano Kallas

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

15 Marzo 2025 alle 11:30

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AP Photo/Susan Walsh, File
AP Photo/Susan Walsh, File

Si sentono, per ora al telefono. Si apprezzano, e non ne fanno mistero. Negoziano, alla faccia dell’insopportata, da ambedue, Europa. «In questo momento, migliaia di truppe ucraine sono completamente circondate dall’esercito russo nella regione di Kursk, in una posizione molto difficile e vulnerabile. Ho chiesto con forza al Presidente Putin che le loro vite vengano risparmiate. Questo sarebbe un massacro orribile, uno come non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale. Dio li benedica tutti!». Lo ha scritto Donald Trump su suo social Truth. Aggiungendo: «Abbiamo avuto delle discussioni molto buone e produttive ieri con Vladimir Putin e ci sono ottime possibilità che questa orribile e sanguinosa guerra possa finalmente giungere al termine».

Visto che c’è, The Donald fa, sempre su Truth, la sua autocelebrazione a 360 gradi. A raffica: l’amministrazione di Joe Biden aveva messo gli Stati Uniti in un vero “pasticcio” con la Russia ma “ora farò sì che ce ne tireremo fuori”. “Milioni di persone sono morte senza che ce ne fosse bisogno, nessuno le vedrà mai più… E ci saranno molti altri morti se non riusciamo ad avere il cessate il fuoco e l’accordo finale con la Russia completati e firmati”, aggiunge Trump, “non ci sarebbe stata guerra se fossi stato presidente. Al 100% non sarebbe accaduta. Allo stesso modo non ci sarebbe stato un 7 ottobre in Israele, il ritiro dall’Afghanistan sarebbe stato attuato con forza e orgoglio e non sarebbe stato il giorno più imbarazzante nella storia del nostro Paese, avrebbe potuto essere un momento di gloria”. “Inoltre non ci sarebbe stata alcuna inflazione percepibile (…) e avremmo avuto un confine impenetrabile, con molti pochi clandestini che entrano”, conclude il presidente Usa, “oh, che differenza che ha fatto per il nostro Paese un’elezione truccata e rubata. E le persone che hanno fatto ciò dovrebbero andare in prigione!”.

“Cauto ottimismo” sulla possibilità che si arrivi ad un cessate il fuoco tra Russia ed Ucraina. Lo ha espresso, parlando con Fox News, il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Mike Waltz, dopo le dichiarazioni di giovedì dello zar del Cremlino. “Naturalmente entrambe le parti avranno le loro richieste, e naturalmente entrambe le parti dovranno scendere a compromessi”, ha sottolineato Waltz, ricordando l’impegno degli Stati Uniti attraverso la “shuttle diplomacy”, la ‘diplomazia della navetta’ che sta conducendo l’inviato americano Mike Witkoff. “Lui è lì (a Mosca) e ci riferirà le cose per una valutazione”. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha precisato che a parlare con Putin l’altro ieri sera è stato solo l’inviato di Donald Trump a Mosca Steve Witkoff e non il presidente. La dichiarazione si è resa necessaria dopo il post su Truth nel quale il tycoon parlava di conversazioni con il leader del Cremlino.

Il presidente russo Vladimir Putin «è allineato alla posizione» del presidente americano Donald Trump per un accordo in Ucraina e ha sollevato domande «a cui occorre rispondere insieme», per cui «c’è ancora molto da fare». Lo ha detto ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel briefing con la stampa.
Della partita negoziale, e con un ruolo di primo piano, c’è anche il sovrano de facto dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman. MbS ha detto al presidente russo Vladimir Putin che il regno sostiene «tutte le iniziative» per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo rende noto in una dichiarazione ufficiale il ministero degli Esteri saudita, dopo che i colloqui Usa-Ucraina a Gedda hanno proposto un cessate il fuoco di 30 giorni. Mohammed bin Salman, nel corso di una telefonata con Putin, ha ribadito «l’impegno dell’Arabia Saudita a facilitare il dialogo e sostenere tutte le iniziative volte a raggiungere una risoluzione politica», ha precisato il ministero degli Esteri. Una risoluzione politica che per il Cremlino si fonda sulle seguenti condizioni: l’Ucraina rinunci alle regioni occupate dall’esercito russo e le aree di queste regioni attualmente ancora in mano a Kiev. Si tratta del Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson; L’accordo deve includere il ritiro delle truppe ucraine dalla regione russa del Kursk; Lo stop degli aiuti militari degli Stati Uniti all’Ucraina nell’ottica di un possibile riarmo durante la tregua; un eventuale accordo tra Russia e Stati Uniti per lo sfruttamento delle risorse energetiche russe; l’Unione europea deve essere relegata a un ruolo marginale nelle trattative.

Le condizioni poste da Mosca per il cessate il fuoco «complicano e ritardano» il negoziato. Lo scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Ora il mondo vede la Russia deliberatamente proporre condizioni che non fanno altro che complicare e ritardare tutto, perché la Russia è l’unica entità che vuole che la guerra continui e che la diplomazia fallisca», scrive Zelensky, il quale ha assicurato che Kiev è pronta a una tregua. Sempre su Telegram, Zelensky ha riferito di aver avuto un colloquio con il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin. “Ho augurato a Papa Francesco una pronta guarigione e lo ho ringraziato per le preghiere e il sostegno morale al nostro popolo, nonché per l’assistenza al ritorno in patria dei bambini ucraini deportati dalla Russia”, scrive Zelensky, “la Santa Sede ha ricevuto un elenco di uomini e donne ucraini detenuti nelle prigioni e nei campi russi. Contiamo sul sostegno per la loro liberazione”. “Lo scambio di prigionieri e il regime di silenzio incondizionato di 30 giorni sono i primi rapidi passi che possono avvicinarci tutti significativamente a una pace giusta e duratura”, aggiunge Zelensky, “l’Ucraina è pronta a farli perché il popolo ucraino desidera la pace più di chiunque altro. Ora il mondo vede la Russia deliberatamente proporre condizioni che non fanno altro che complicare e ritardare tutto, perché la Russia è l’unica entità che vuole che la guerra continui e che la diplomazia fallisca”. “La voce della Santa Sede è molto importante nel cammino verso la pace”.

C’è anche il “piano Kallas”.Ogni Stato membro dell’Ue partecipante sarà invitato a fornire una quota del contributo militare derivante dalla cifra complessiva meno il contributo dell’Ue, in linea con il suo peso economico (vale a dire il Reddito nazionale lordo)”. È quanto si legge nella proposta per un piano di sostegno all’Ucraina – di cui l’Agi ha preso visione – inviata agli Stati membri dall’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, in vista del Consiglio Affari esteri di lunedì. “Gli Stati partecipanti sono incoraggiati a fornire sostegno militare all’Ucraina nel 2025 per un valore provvisorio di almeno 20 miliardi di euro, che potrebbe raggiungere i 40 miliardi di euro in base alle esigenze ucraine, con particolare attenzione alle seguenti categorie prioritarie: munizioni di artiglieria di grosso calibro; sistemi di difesa aerea, missili, droni, aerei da combattimento; sostegno alla rigenerazione delle brigate (‘addestramento ed equipaggiamento), compreso il supporto non letale; contributi degli Stati membri alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”, continua il documento. “Inoltre, tenendo conto delle notevoli esigenze dell’Ucraina, ogni sostegno da parte degli Stati partecipanti che rispecchi le esigenze prioritarie delle Forze armate ucraine, come comunicato dall’Ucraina, sarà preso in considerazione come parte di questa iniziativa. Ove possibile, le attrezzature rientranti in queste categorie dovrebbero essere acquistate dall’industria della difesa ucraina, nonché da iniziative pertinenti che riuniscano le industrie della difesa europee e ucraine”, conclude il testo.

«Sul piano militare, lo Stato Maggiore ucraino ha respinto come false le affermazioni secondo cui le truppe di Kiev sarebbero state accerchiate nella regione russa del Kursk e ha dichiarato che non vi è alcuna minaccia di questo tipo, in quanto le unità sono state ritirate in posizioni difensive più “favorevoli”». Venerdì scorso Trump, senza fornire dettagli, ha affermato che migliaia di truppe ucraine erano “completamente circondate” dall’esercito russo. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato giovedì che le forze ucraine erano in pieno isolamento nella regione di Kursk. Il ministero della Difesa russo ha riferito che ieri le forze di Mosca hanno respinto un contrattacco nella regione russa del Kursk e attaccato le truppe di Kiev nella regione ucraina di Sumy. Una fonte militare russa ha riferito all’agenzia Tass che i soldati ucraini “stanno subendo pesanti perdite nei loro tentativi di evacuare equipaggiamento Nato danneggiato nei pressi di Sudzha, nella regione del Kursk, su ordine dei loro comandanti militari”. Un’altra fonte ha fatto sapere che è stato distrutto un plotone ucraino appena trasferito dal Kursk al Donbass.

La commissione d’inchiesta indipendente della Nazioni Unite sull’Ucraina ha pubblicato un rapporto nel quale accusa la Russia di aver commesso crimini contro l’umanità in Ucraina. In particolare, Mosca è ritenuta responsabile di sparizioni forzate e torture, «perpetrate nell’ambito di un attacco vasto e sistematico contro la popolazione civile e ai sensi di una politica statale coordinata».

15 Marzo 2025

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