Il colloquio telefonico tra i due leader
Ucraina, Trump canta vittoria: “Intesa con Putin sulla tregua”
Telefonata tra Washington e Mosca, per il presidente americano lo stop alla guerra in Ucraina è vicino
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Fermare la guerra tra Ucraina e Russia e avviare subito i negoziati. È l’intento comune manifestato ieri nel colloquio telefonico tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il leader russo, Vladimir Putin. “È stata una telefonata molto lunga, durata quasi un’ora e mezzo”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
“Ho appena avuto una lunga e molto produttiva telefonata con il Presidente russo Vladimir Putin. Abbiamo discusso di Ucraina, Medio Oriente, energia, intelligenza artificiale, potere del dollaro e vari altri argomenti”, ha spiegato Trump, in un post su Truth Social. “Entrambi abbiamo riflettuto sulla grande storia delle nostre nazioni e sul fatto che abbiamo combattuto insieme con tanto successo nella Seconda Guerra Mondiale, ricordando che la Russia ha perso decine di milioni di persone e noi, allo stesso modo, ne abbiamo perse tante! – ha proseguito – Ognuno di noi ha parlato dei punti di forza delle rispettive nazioni e dei grandi vantaggi che un giorno avremo lavorando insieme”.
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Quanto alla guerra in Ucraina, ha quindi annunciato Trump, “abbiamo concordato di far iniziare immediatamente i negoziati ai nostri rispettivi team e inizieremo chiamando il Presidente ucraino Zelensky per informarlo della conversazione, cosa che farò subito. Ho chiesto al Segretario di Stato Marco Rubio, al Direttore della Cia John Ratcliffe, al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e all’Ambasciatore e Inviato Speciale Steve Witkoff di condurre i negoziati che, sono convinto, avranno successo”, ha scritto su Truth Social al termine della lunga telefonata con Putin.
Intanto ieri il neo segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, aprendo i lavori della ministeriale Nato a Bruxelles ha affermato che “gli Stati Uniti non credono che l’adesione dell’Ucraina alla Nato sia un esito realistico di un accordo negoziato. Al contrario, qualsiasi garanzia di sicurezza dovrà essere sostenuta da forze capaci, europee e non europee. Se queste truppe dovessero essere dispiegate come forze di pace in Ucraina in qualsiasi momento, dovrebbero far parte di una missione non-Nato e non dovrebbero essere coperte dall’Articolo 5”. L’Ucraina però “non si arrende” e continuerà a chiedere di entrare nella Nato. Se la porta dell’Alleanza rimarrà chiusa Kiev dovrà “costruire la Nato sul suo territorio”, il che significa “raddoppiare” il suo esercito, ha risposto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un’intervista all’Economist in cui ha ammesso che l’adesione alla Nato è ora complicata a causa dell’opposizione di Usa, Germania e Ungheria.