Il confronto diplomatico
Ucraina, il Cremlino frena sulla tregua di Gedda e avanza nel Kursk: Zelensky chiede “misure forti” agli Usa contro Mosca

In attesa di una risposta del Cremlino sulla proposta degli Stati Uniti, accetta da Kiev, su una tregua di 30 giorni in Ucraina, l’esercito russo continua la sua controffensiva nel Kursk, dove le forze armate avanzano riconquistando il territorio perso nell’agosto del 2024 con l’inatteso attacco ucraino nella regione di confine.
Russia che per il momento prende tempo e decide di non rispondere nel merito alla proposta emersa dal vertice saudita di Gedda tra i funzionari ucraini e statunitensi, che ha partorito una tregua di un mese tra le parti.
Il Cremlino chiede infatti cautela sulla questione della risposta di Mosca alla proposta di tregua. “Si tende ad anticipare le cose prematuramente e noi preferiamo non farlo”, ha dichiarato Dmitri Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ribadendo che “prima di tutto dobbiamo ricevere (dagli americani, ndr) le informazioni relative all’accordo sottoscritto ieri a Gedda con gli ucraini” e che dunque non è il caso di “correre troppo”.
Ma da Mosca non si esclude neanche l’ipotesi di una telefonata “ad alto livello” tra le due amministrazioni, ma non coinvolgendo i due presidenti Donald Trump e Vladimir Putin. Assumiamo che il segretario di Stato Marco Rubio e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Walz ci informeranno nei prossimi giorni attraverso diversi canali dei negoziati che si sono svolti e degli accordi presi”, ha spiegato oggi Peskov.
Chi invece spinge per arrivare ad un accordo è Volodymyr Zelensky. Costretto sostanzialmente ad accettare la proposta americana, dopo che da Washington nei giorni scorsi erano stati stoppati gli aiuti militari e di intelligence a Kiev, il presidente ucraino ora pressa per ottenere la fine provvisoria delle ostilità.
Ma soprattutto chiede a gran voce a Trump e alla sua amministrazione misure forti se la Russia respingerà la proposta di Washington. “Capisco che possiamo contare su misure forti. Non conosco ancora i dettagli, ma stiamo parlando di sanzioni (contro la Russia) e di rafforzamento dell’Ucraina”, ha affermato Zelensky durante un briefing a Kiev.
Quanto alle ragioni che hanno spinto l’Ucraina ad accettare la proposta americana, Zelensky ha spiegato che a Kiev “nessuno crede ai russi, ci siamo passati, ma non giocheremo con le narrazioni che non vogliamo che la guerra finisca. Sono molto serio ed è importante per me porre fine alla guerra, voglio che il presidente degli Stati Uniti capisca questo, che l’Europa, tutti siano in un’alleanza per costringere la Federazione Russa a porre fine alla guerra”. Alla proposta Usa, ha raccontato Zelensky, “la mia reazione è stata: siamo pronti per un formato di tregua di 30 giorni nel formato che la parte americana ci ha offerto”.
Incontro di Gedda che per Zelensky potrebbe essere utilizzato per elaborare “un accordo di pace più ampio”. Il presidente ucraino ha anche ribadito di essere pronto a indire elezioni solo “dopo la fine della guerra”. “Dopo la fine della guerra, la legge marziale verrà revocata e dopo la revoca della legge marziale si terranno le elezioni in conformità con la legislazione ucraina. Nessuno rinvierà nulla di proposito”, ha spiegato il leader ucraino che ha terminato il proprio mandato lo scorso anno, in un Paese dove però non è possibile legalmente tenere elezioni mentre è in vigore la legge marziale.