La mobilitazione dei garanti

Perché ci vuole l’amnistia: tra sovraffollamento e suicidi le carceri non reggono più

“È prevista dalla Costituzione ed è d’accordo anche il personale penitenziario”, dice il garante del Lazio Anastasia. Il coordinatore Ciambriello: “Nessuna apertura dalle forze di maggioranza”. L’11 marzo l’incontro con Nordio

Giustizia - di Angela Stella

4 Marzo 2025 alle 17:00

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Photo credits: Giulia Palmigiani/Imagoeconomica
Photo credits: Giulia Palmigiani/Imagoeconomica

Ieri mobilitazione dei garanti territoriali dei detenuti in tutta Italia per fare rumore sul “silenzio assordante della politica e della società civile sul carcere”. Anche sulla scia delle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno per cui, tra l’altro, “abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere”, sono stati organizzati conferenze stampa e incontri pubblici dinanzi ai tribunali e agli istituti di pena per chiedere “soluzioni giuridiche immediate sia alla politica che all’Amministrazione penitenziaria” per far diminuire la popolazione detenuta, scongiurare l’aumento dei suicidi già arrivati a 13 dall’inizio del 2025, garantire l’affettività dei reclusi.

A Roma il garante regionale Stefano Anastasia insieme alla garante capitolina Valentina Calderone ha tenuto un incontro con i giornalisti, durante il quale ha spiegato che “contro il sovraffollamento serve un provvedimento deflattivo che potrebbe far uscire immediatamente 15 mila detenuti dalle nostre carceri”. “La soluzione più semplice è l’amnistia e l’indulto – ha proseguito Anastasia – che non bisogna avere vergogna di citare e chiedere, anche perché sono previste dalla Costituzione. Il governo da questo orecchio non ci vuole sentire ma siccome dice di prestare particolare attenzione alle condizioni lavorative del personale penitenziario, se ci parlasse si sentirebbe dire che serve un provvedimento di amnistia e indulto, anche perché il personale possa fare meglio il proprio mestiere”. In particolare “il tasso di affollamento nelle carceri del Lazio è del 145,4%, 13 punti in più rispetto a quelle italiane. Il dato, aggiornato a venerdì scorso, è proveniente dal ministero della Giustizia”.

A livello nazionale sono 62.132 i detenuti presenti in Italia a febbraio 2025, a fronte di 46.910 posti disponibili, con un sovraffollamento pari al 132,4 per cento, hanno reso noti i garanti. Le regioni dove si registra il maggiore sovraffollamento sono la Lombardia, la Puglia, il Veneto e il Molise. Le Regioni con il minore sovraffollamento sono la Sardegna, il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta. Il carcere più sovraffollato con un tasso del 214% è San Vittore a Milano, seguito dalla casa circondariale di Foggia e da quella di Brescia Canton Mombello. Il carcere romano di Regina Coeli ha un tasso di sovraffollamento del 185%. Tra le proposte dei due, Anastasia e Calderone, per migliorare la vivibilità nelle carceri anche quella di prevedere “un numero chiuso programmato sulla base della capienza regolamentare” e “case di reintegrazione per l’accoglienza e la prevenzione della ‘detenzione sociale’”.

Come ci ha spiegato Samuele Ciambriello, presidente nazionale della Conferenza dei Garanti, “l’11 marzo mattina incontreremo il Ministro della Giustizia per sottoporgli le nostre richieste. In queste ultime settimane abbiamo già incontrato la segretaria del Pd, Elly Schlein, il presidente del M5S, Giuseppe Conte, Maurizio Lupi presidente di Noi Moderati e una delegazione di Forza Italia. Abbiamo fatto presenti a tutti che nelle nostre carceri ci sono 8000 detenuti che devono scontare solo un anno di carcere. Perché non prevedere una misura deflattiva per loro?”. Purtroppo ci ha detto sempre Ciambriello “non c’è stata una apertura dalle forze di maggioranza ma noi non smetteremo di far sentire la nostra voce”. “Ho inviato anche una lettera alla terna del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (Riccardo Turrini Vita, Irma Conti, Mario Serio, ndr). Mi ha risposto al momento solo Serio dicendomi di aver scritto al presidente del Collegio per manifestare la piena solidarietà alla nostra iniziativa”, ha concluso Ciambriello.

Dalla politica ieri sono arrivate, tra le altre, le voci della responsabile giustizia del Partito democratico Debora Serracchiani, della senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi e del Segretario di +Europa Riccardo Magi. La prima ha affidato la sua critica ad un post Facebook: “A fronte di una realtà carceraria drammatica come la nostra, dal Governo ancora nessuna riforma sulle misure alternative alla detenzione, nessun intervento per migliorare le condizioni di vita nelle carceri. Le priorità della destra? Accentramento di potere, autonomia differenziata e propaganda securitaria”. “Oggi (ieri, ndr) cittadine, cittadini, giuristi e associazioni scendono in piazza per chiedere un sistema carcerario più equo e riforme concrete che riducano il sovraffollamento e garantiscano condizioni dignitose per detenuti e personale nelle carceri. E come Pd non possiamo che essere con loro: vogliamo un carcere e una giustizia diversi. Più giusti, più umani, più rispettosi della Costituzione”. Anche per Cucchi “le carceri italiane sono in una situazione drammatica e non più sostenibile per una precisa scelta politica del governo Meloni, che le considera una discarica sociale. La destra racconta che le risorse non ci sono, ma è una bugia. Ci sono ma vengono dirottate su progetti inutili. Le politiche del governo aumentano pene e reati alimentando la propaganda della paura”. “Continuerò a visitare, denunciare e raccontare quello che avviene nei nostri istituti di pena. Il carcere è una questione di giustizia sociale e la giustizia sociale riguarda tutte e tutti”, conclude la senatrice di Avs.

“Condividiamo pienamente la strada indicata” dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali dei detenuti, “che abbiamo anche tradotto in proposte di legge”, ha dichiarato Riccardo Magi. “Si dovrebbe iniziare a pensare a misure, previste dalla nostra Costituzione, come amnistia e indulto. Ma sappiamo che questo governo, che di garantista non ha nulla, non ha alcuna intenzione di darvi seguito. Eppure, ci sarebbero altri modi per ridurre la popolazione carceraria”. “Il numero chiuso consentirebbe di rispettare la capienza regolamentare. Inoltre – continua Magi – abbiamo depositato una proposta di legge affinché chi ha meno di un anno di pena da scontare possa farlo in case territoriali di reinserimento sociale, strutture volte alla formazione lavorativa e alla formazione professionale”. La senatrice dem Valeria Valente chiede più Icam “in prospettiva però di un loro superamento con le case famiglia” e la cancellazione di “quella norma crudele e inutile del ddl Sicurezza che apre le porte del carcere alle detenute madri e ai loro figli minori di un anno”.

4 Marzo 2025

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