Una tragedia infinita
Carcere, strage continua: due detenuti suicidi in 12 ore in Toscana (nell’indifferenza del governo Meloni)

La piaga dei suicidi in carcere, definirla infatti emergenza ha ormai poco senso visto il problema cronico e ben noto a tutti, anche a chi come il ministro Carlo Nordio minimizza la questione, continua senza sosta.
In sole 12 ore due detenuti sono stati trovati morti nel carcere fiorentino di Sollicciano e a Prato. Un 39enne romeno detenuto a Sollicciano è stato trovato privo di vita nel bagno della sua cella, dove si è impiccato. Una tragedia che segue di poche ore quella avvenuta a Prato, dove a uccidersi è stato un detenuto di origine nordafricana inalando il gas dalla bomboletta da campeggio comunemente in uso per preparare cibi e vivande.
A denunciare le due storie di dramma quotidiano nei penitenziari è la Uilpa. La “tragica conta” dei morti nelle carceri sale così a quota undici, di cui due a Sollicciano, “cui bisogna sommare un operatore”, afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.
De Fazio si scaglia ancora una volta contro la “sostanziale indifferenza della politica di maggioranza” ricordando come nelle carceri del Paese “vige una pena di morte di fatto che colpisce random, in maniera indiscriminata a prescindere dall’eventuale reato commesso e indifferentemente che si sia detenuti o lavoratori”
Per il sindacalista infatti “i timidi tentativi d’intervento da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio e del Governo Meloni” si sono “rivelati un placebo. I detenuti hanno perso ogni speranza e gli operatori, in primis del Corpo di polizia penitenziaria, sono stremati”, “avviliti”, sottoposti a carichi di lavoro inumani, con turni di servizio che si protraggono ininterrottamente anche oltre le 12 ore e la negazione di diritti di rango costituzionale per poi vedere svilito ogni sacrificio con morti, traffici illeciti, malaffare e violenze di ogni genere che dilagano”.
“Per non parlare – aggiunge Da Fazio – delle 3.500 aggressioni subite nel corso del solo anno 2024. In Toscana, poi, non aiuta l’atteggiamento di chiusura del Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria in relazione alle nostre richieste d’interlocuzione proprio sulle problematiche che interessano gli istituti penitenziari di Prato e Firenze”. “Servono interventi immediati per deflazionare la densità detentiva, sono 16mila i reclusi oltre i posti disponibili, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di più di 18mila unità, e delle altre figure professionali, ammodernare le strutture, le infrastrutture e gli equipaggiamenti e assicurare l’assistenza sanitaria. Parallelamente, vanno avviate riforme complessive dell’intero apparato d’esecuzione penale nell’alveo, peraltro, di una lettura della Carta costituzionale aggiornata al contesto storico-politico”, conclude De Fazio.