Il summit è l'ennesimo flop

Fumo di Londra: l’Europa brancola nel buio sulla guerra in Ucraina, Meloni sogna di riavvicinare UE e USA

Le proposte di Francia e Gran Bretagna di mandare a Kiev dei volenterosi (Italia contraria) sono esercizi di potere: sul vero tema, il debito comune, l’Europa dice no

Politica - di David Romoli

4 Marzo 2025 alle 08:00

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AP Photo/Christophe Ena, Pool – Associated Press/LaPresse
AP Photo/Christophe Ena, Pool – Associated Press/LaPresse

Ottimismo d’ordinanza a parte il vertice di Londra non ha prodotto niente se non la conferma di quel che era già chiaro: nella soluzione delle guerra che si combatte ai confini l’Europa non sa cosa fare e in realtà non può fare niente. La proposta inglese, poi anglo-francese, serve solo a dimostrare di esistere, e persino questo è un passo che non era scontato. La missione dei volenterosi senza appoggio degli Usa e senza mandato Onu è pura fantapolitica. Eppure proprio su questo periodo ipotetico dell’irrealtà i toni si sono inaciditi a Londra.

L’Italia è contraria, contrarissima. La Polonia pure. La Germania almeno per ora è del medesimo avviso. Lo scontro su una missione di peacekeeping al momento puramente fantastica rinviava a equilibri di potere all’interno del vecchio Continente: rappresenta l’ipoteca delle due uniche potenze nucleari europee sulla fase che si prepara, quella segnata dal ritorno in campo delle armi, in veste di protagoniste. È a quella rivendicazione di egemonia che Meloni si è opposta più che alla missione fantasma. L’Unione europea sta messa anche peggio. È significativo che la guida di fatto sia stata di un Paese che della Ue non fa parte come il Regno Unito e che l’idea di una “coalizione di volenterosi” parta dando per scontata la divisione della Ue. Oggi arriverà la proposta von der Leyen sull’innalzamento delle spese per la difesa ma sembra già chiaro che non ci sarà l’unico elemento che avrebbe potuto dare a una vicenda per l’Europa disastrosa un connotato positivo: il debito comune.

In realtà la sola conclusione del vertice è che senza gli Usa non si può fare niente e che pertanto bisogna ricucire quello strappo fra Washington e Kiev che è in realtà una lacerazione tra le due sponde dell’Atlantico, non solo tra Usa e Ucraina. È questa necessità che pone la premier italiana in postazione centrale: nell’Unione, o almeno tra i Paesi principali dell’Unione, è l’unica vicina a Trump e Musk, la sola che possa sperare di trovare ascolto nella nuova Casa Bianca. È una parte che spetta di diritto anche al premier inglese Starmer, in virtù del legame particolare che c’è sempre stato tra Usa e Uk e che si è indebolito solo in quest’ultimo mese. Ma Starmer, per quanto la Ue e la Gran Bretagna si siano riavvicinate, non è un premier interno all’Unione. Meloni sì. Del resto la sola proposta non campata per aria in campo a Londra era proprio quella italiana di una conferenza Usa-Ue-Nato da tenersi a Bruxelles ma va da sé che nel governo italiano molti sperano, ove mai venisse convocata davvero, in un dirottamento verso Roma.

Nonostante le frasi altisonanti e le manifestazioni con la bandiera azzurra, il vertice si è concluso delineando un solo obiettivo immediato e concreto: riavvicinare Usa ed Europa. Compito arduo che ricade in buona misura sulle spalle della premier italiana, che del resto proprio questo ruolo ha cercato sinora di ritagliarsi. Missione non impossibile ma difficile perché le condizioni che porrà Donald Trump saranno pesanti da tutti i punti di vista. Il presidente americano vuole che la sicurezza di Kiev sia garantita dall’Europa, non dagli Usa o da una Nato il cui peso ricade soprattutto sulle spalle d’America. Il riavvicinamento implica la disponibilità ad affrontare una spesa molto alta in un momento molto difficile per l’economia europea. Giorgia, che dovrebbe incontrare Trump alla fine del mese, cercherà di addolcire una pillola comunque molto amara.

È probabile che gli Usa, più o meno esplicitamente, pongano anche una condizione che è difficilmente digeribile tanto per la premier italiana quanto per tutta l’Europa: la testa di quel Volodymyr Zelensky che il vecchio continente, come anche l’America distante oggi anni luce di Joe Biden, hanno per due anni considerato l’eroe per eccellenza. Prima della sceneggiata durissima della settimana scorsa Trump si augurava molto vivamente di vedere uscire di scena il presidente ucraino e non lo nascondeva. È possibile che dopo lo scontro alla Casa Bianca quel vivace desiderio sia diventato una conditio sine qua non, ufficialmente o ufficiosamente.

Anche se in Europa e nel governo italiano Zelensky è molto meno popolare di quanto lasci credere la retorica ufficiale, politicamente e simbolicamente il colpo sarebbe micidiale. Meloni cercherà di evitare l’aut aut ma anche su questo fronte la missione diplomatica non si preannuncia affatto facile. A Londra la posizione italiana è stata esplicita: con gli Usa non si deve e non si può arrivare a una rottura. Nonostante qualche tono battagliero tutti i convenuti erano in realtà convinti della stessa cosa. Ma il prezzo potrebbe essere davvero alto e anche questo in Europa lo sanno proprio tutti.

4 Marzo 2025

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