Il caso del sottosegretario e dell'anarchico
Delmastro ha denigrato Cospito, chi paga i danni all’anarchico?
La sensazione della difesa già all’epoca ma anche oggi era che l’obiettivo dell’intera operazione fosse quello di mostrificare Cospito che con la battaglia condotta con un lunghissimo sciopero della fame contro la tortura del 41bis stava raccogliendo non poche simpatie nell’opinione pubblica
Giustizia - di Frank Cimini

“Intanto Alfredo Cospito resta al 41bis” fa osservare il suo difensore Flavio Rossi Albertini come unico commento alla sentenza con cui il Tribunale di Roma ha condannato a 8 mesi di reclusione il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per aver violato il segreto d’ufficio spifferando al collega di partito Giovanni Donzelli dettagli sulla detenzione dell’anarchico.
La sensazione della difesa già all’epoca ma anche oggi era che l’obiettivo dell’intera operazione fosse quello di mostrificare Cospito che con la battaglia condotta con un lunghissimo sciopero della fame contro la tortura del 41bis stava raccogliendo non poche simpatie nell’opinione pubblica. E che di conseguenza andasse fermato, dipingendolo come un alleato dei detenuti mafiosi o addirittura come uno strumento nelle loro mani. Insomma, l’obiettivo principale di Delmastro e Donzelli che utilizzò le informazioni nel dibattito in Parlamento non sarebbe stato la polemica con gli esponenti del Pd che si recavano in carcere per le visite ispettive ma invece quello di rendere quantomeno ambigua la figura di Cospito, ovvero “non digeribile”. Infatti poi iniziò una contronarrazione perseguendo duramente le manifestazioni e i cortei di solidarietà.
Cospito resta in regime di 41bis nonostante sia stato in modo evidente danneggiato dai comportamenti oggetto del processo di Roma. In teoria l’anarchico avrebbe potuto chiedere di costituirsi parte civile ma non lo ha fatto per non mettere becco in una polemica tra partiti di maggioranza e opposizione i quali poi da sempre sono tutti favorevoli al 41bis. Anzi la sinistra in modo particolare perché basta ricordare cosa c’era scritto sullo striscione di Palermo nel corteo per ricordare Falcone e Borsellino: “Giù le mani dal 41bis”. E dietro un sacco di bandiere rosse.
Cospito resterà in regime di carcere duro almeno fino al 2026. La prima applicazione dell’articolo 41bis scade infatti dopo 4 anni dal 2022 quando fu decisa dal ministro Marta Cartabia. Per Cospito che ha dovuto affrontare più udienze davanti al Tribunale di Sorveglianza solo al fine di poter disporre di farina e lievito non è cambiato nulla. Nonostante nel frattempo sia stato assolto a Perugia insieme ad altri 11 imputati nel processo Sibilla. Istigazione a delinquere e all’evasione con finalità di terrorismo in relazione alla pubblicazione della rivista Vetriolo, scritte sui muri e affissione di due striscioni. L’accusa era quella di essere anarchici. Il gup decideva il non luogo a procedere. Ma Cospito con il suo digiuno considerato in pratica a scopo di terrorismo resta “pericoloso”.