Il caso del sottosegretario

Delmastro condannato al carcere, proprio lui che voleva soffocare i detenuti…

Delmastro, con la sua piccola soffiata, non è riuscito a infangare proprio nessuno: visitare i carcerati è un precetto evangelico.

Giustizia - di Piero Sansonetti

21 Febbraio 2025 alle 16:00

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Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse
Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove è stato condannato dal tribunale di Roma a otto mesi di carcere per aver violato il segreto di ufficio. Secondo i giudici il reato consisterebbe nell’avere informato il collega di partito Giovanni Donzelli su alcuni colloqui avuti in carcere da un gruppo di parlamentari del Pd con l’anarchico Cospito e con altri detenuti al 41 bis nelle celle vicine alla cella di Cospito. Donzelli fece una scenata in Parlamento per questa visita (legittimissima, anzi meritevole e doverosa) e non si accorse che in quel modo metteva nei guai il sottosegretario amico. E così Delmastro è finito a processo. E sebbene ieri mattina il Pm avesse chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato, la Corte è stata di diverso avviso e ha inflitto all’esponente di Fratelli d’Italia questi mesi di prigione e l’interdizione per un anno dai pubblici uffici. Subito dopo la sentenza Delmastro ha dichiarato: “Non mi dimetto”.

Naturalmente la prima cosa che colpisce è il fatto che ora un sottosegretario alla Giustizia, dunque uno degli uomini del governo incaricato di occuparsi di giustizia, sia condannato al carcere e interdetto dall’ufficio. La seconda cosa che colpisce è il ricordo di una recente dichiarazione del sottosegretario che disse che lui godeva all’idea che i carcerati soffocassero rinchiusi nelle auto della polizia comprate nuove per trasferirli da un carcere all’altro. Si mostrò davanti alle telecamere proprio felice delle sofferenze dei detenuti. Chissà se quel godimento è rimasto vivo anche ora, con la prospettiva di potere essere proprio lui il detenuto trasferito. Naturalmente la nostra è una forzatura retorica. Delmastro non andrà in prigione e nessuno lo soffocherà. Intanto perché con otto mesi di condanna avrebbe diritto alla condizionale, e poi perché c’è sempre la possibilità di essere assolto in appello.

Comunque nessuno di noi godrebbe all’idea di vederlo in manette. Che è un’idea indecente. Anche perché, diciamolo francamente, la magistratura – che è responsabile di decine di violazioni dei segreti, sempre impunite – deve avere un bel coraggio per condannare proprio per questo reato un sottosegretario. Oltretutto, di solito, con la violazione del segreto si infangano le persone e gli si rovina la vita. Delmastro, con la sua piccola soffiata, non è riuscito a infangare proprio nessuno: visitare i carcerati è un precetto evangelico.

21 Febbraio 2025

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