Persa nelle secche di Via Arenula

L’amnesia di Nordio: il ministro ha scordato la riforma del Trojan

Uno strumento “incivile”, lo definì il ministro prendendo l’impegno a regolamentarlo. È trascorso più di un anno e non è cambiato nulla. Le intercettazioni abusive nei confronti di Casarini e Cancellato si sarebbero potute evitare

Giustizia - di Paolo Comi

19 Febbraio 2025 alle 09:00 - Ultimo agg. 19 Febbraio 2025 alle 10:07

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Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse
Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse

La riforma del trojan si è persa nelle secche di via Arenula. Le recenti intercettazioni abusive effettuate nei confronti di Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e Luca Casarini, attivista della ong Mediterranea saving humans, molto probabilmente si sarebbero potute evitare se il ministro della Giustizia Carlo Nordio avesse dato seguito al suo impegno di regolamentare – una volta per tutte – l’utilizzo dei trojan, i micidiali virus informatici che non lasciano scampo agli smartphone. Il trojan è uno strumento “incivile” disse il Guardasigilli, affermando l’urgenza di una stretta su questo strumento.

Nel 2017 era stato l’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) ad introdurlo, affiancandolo così alle tradizionali intercettazioni telefoniche. Il captatore doveva essere utilizzato esclusivamente per il contrasto ai reati di eccezionale gravità, come quelli di mafia e terrorismo. Nel 2019, con l’avvento del grillino Alfonso Bonafede a via Arenula, il suo utilizzo venne però esteso anche ai reati contro la pubblica amministrazione, aumentando quindi a dismisura il suo impiego, con il concreto rischio di abusi. Come puntualmente è accaduto. Per stoppare il suo uso indiscriminato, essendo esso in grado anche di accendere le telecamere e di copiare tutti i dati presenti sul cellulare, il capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin, aveva depositato all’inizio della legislatura un disegno di legge per vietarlo nel contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione. “Con tale strumento viene registrata la vita privata, i gusti commerciali, l’orientamento sessuale, le preferenze sessuali. Ne vale la pena per il traffico di influenze o altri reati di questa natura. Chi conserverà questi dati? Che uso ne farà? Quali garanzie avranno i cittadini di un utilizzo corretto di questi dati?”, aveva affermato Zanettin.

Un uso ‘distorto’ del trojan, si ricorderà, era avvenuto nel Palamaragate. “Le captazioni – precisò Zanettin – sono intervenute in relazione ad una ipotesi di reato, quella della corruzione (a carico di Luca Palamara, ex presidente dell’Anm, ndr), che la stessa Procura di Perugia che ha proceduto ammette e assume avvenuta molto tempo fa. Le loro trascrizioni, che dovevano rimanere segrete, sono invece finite su tutti i giornali prima ancora che venissero chiuse le indagini”. “In conseguenza di quelle intercettazioni, ben sei componenti dell’organo di autogoverno della magistratura, sotto una pressione mediatica e in taluni casi, almeno a mio giudizio – modesto, ma a mio giudizio – per comportamenti che reputo veniali, sono stati costretti alle dimissioni”, puntualizzò Zanettin, secondo cui “la composizione di quell’organo è stata alterata, anche, se vogliamo, sotto il profilo politico”.

“Ecco – proseguì – quella del Csm è una vicenda piccola, circoscritta, ma, a mio giudizio, può essere paradigmatica di quali effetti distorsivi negli assetti democratici può avere l’utilizzo di metodi così invasivi”. “Io credo che un mezzo così pervasivo andrebbe utilizzato con la massima cautela e per questo ritengo che il Parlamento abbia sbagliato a introdurre l’utilizzo del trojan anche per i reati contro la pubblica amministrazione e allargare a dismisura l’utilizzo in generale di questo strumento dal carattere così pervasivo: noi stiamo vivendo una notte della ragione, una notte dello Stato di diritto”, concluse il senatore azzurro.

La Commissione giustizia di Palazzo Madama, per la cronaca, fece anche una indagine conoscitiva sulle intercettazioni e sul trojan, chiamando esperti e professioni del settore. Il testo finale venne poi approvato dai parlamentari del centrodestra e da Ivan Scalfarotto di Italia viva. Votarono contro gli esponenti del Pd, del Movimento 5 stelle e dell’Alleanza Verdi Sinistra. La stessa Corte di Giustizia in tema di intercettazioni aveva peraltro messo dei paletti al riguardo. Nordio, prendendo la palla al balzo, a gennaio dell’anno scorso aveva preso in Parlamento l’impegno a regolamentare l’utilizzo del trojan, appellandosi all’articolo 15 della Costituzione sulla segretezza ed inviolabilità delle comunicazioni. Sono passati però dodici mesi e siamo ancora al punto di partenza. Con gli ascolti abusivi.

19 Febbraio 2025

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