Ministri in fuga

Caso Paragon, Meloni alza il muro in Parlamento: il governo non risponde a Pd e IV sull’uso dello spyware

Politica - di Redazione

18 Febbraio 2025 alle 17:05

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Caso Paragon, Meloni alza il muro in Parlamento: il governo non risponde a Pd e IV sull’uso dello spyware

Il governo Meloni alza una cortina di fumo sul caso Paragon, l’azienda israeliana fornitrice dello spyware Graphite utilizzato da “ignoti” per spiare in Italia almeno sette persone, tra cui il direttore di Fanpage Francesco Cancellato e il fondatore della Ong Mediterranea Saving Humans Luca Casarini.

A denunciarlo sono i capogruppo di Partito Democratico e Italia Viva alla Camera, Federico Fornaro e Davide Faraone: i due in Aula hanno riferito che l’esecutivo di Giorgia Meloni si è rifiutato di rispondere durante il question time previsto nella giornata di mercoledì 19 febbraio a due interrogazione urgenti presentate dalle opposizioni sulla vicenda.

Il governo, con una lettera inviata al presidente della Camera Lorenzo Fontana, si è appellato all’articolo 131 del regolamento della Camera che permette al governo di rifiutare di rispondere alle interrogazioni.

Resta dunque il mistero su quanto denunciato lo scorso sabato da Matteo Renzi, leader di IV, su chi abbia utilizzato lo spyware Graphite all’interno delle istituzioni italiane. Il capogruppo di IV Faraone ha ricordato infatti che dopo l’esplodere del caso “alcune istituzioni, come le Forze Armate, hanno subito chiarito che non lo hanno utilizzato, poi lo hanno detto i Servizi. In sostanza erano rimaste due entità che non avevano chiarito sia a livello mediatico che istituzionale se avessero a disposizione Paragon: la Polizia penitenziaria e le procure. Le due interrogazioni chiedevano al governo se procure e Polizia penitenziaria abbiano avuto a disposizione questo strumento”.

Di “pericoloso precedente” per il “no” del governo alle interrogazione delle opposizioni parla il capogruppo Dem Fornaro. “La domanda era semplice – ha osservato l’esponente Pd – e cioè se Polizia penitenziaria e procure utilizzino Paragon: se il governo rispondeva sì, poi poteva appellarsi al segreto e portare la discussione in Copasir; ma non può rifiutarsi di rispondere. È inaccettabile farlo prima di rispondere, è in gioco il corretto rapporto tra potere esecutivo e Parlamento, tra i cui poteri vi è quello di controllo sul governo. Lo sottopongo al presidente Fontana, è in gioco la dignità di questa istituzione. Credo che il presidente della Camera debba riflettere ancora”.

Nella lettera a Fontana, come riporta l’Ansa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano (che ha le deleghe sui servizi segreti) ha sottolineato che la materia delle interrogazioni “è stata ed è oggetto di audizioni presso il Copasir” e che nel question time del 12 febbraio scorso il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani ha fornito le uniche informazioni pubblicamente divulgabili. Ogni altro aspetto delle vicende di cui trattasi deve intendersi classificato e, ai sensi dell’articolo 131, comma 1 del regolamento della Camera, anche se richiamato in futuri atti non potrà formare oggetto di informativa da parte del governo se non nella sede del Copasir”.

Una giustificazione che da Italia Viva viene accolta con ulteriore sdegno, ricordando come le domande poste al governo nel question time “non erano relative a fatti classificati” e che “conoscere  il bilancio dello Stato o se le procure utilizzano il Trojan o quanto spende la penitenziaria per le intercettazioni non può essere tema di competenza del Copasir in una democrazia parlamentare”.

di: Redazione - 18 Febbraio 2025

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