Il ddl Nordio

Cosa prevede la riforma della giustizia di Nordio: dall’abuso d’ufficio al traffico d’influenze poco cambia

L’abuso d’ufficio in teoria abolito, in pratica resta. Idem il traffico d’influenze. Neanche un euro per l’emergenza carceri. E niente separazione

Giustizia - di Angela Stella

11 Luglio 2024 alle 12:01

Condividi l'articolo

Cosa prevede la riforma della giustizia di Nordio: dall’abuso d’ufficio al traffico d’influenze poco cambia

Sono nove gli articoli del disegno di legge che porta il nome del guardasigilli Carlo Nordio, approvato ieri in via definitiva alla Camera con 199 sì e 102 no. Hanno votato a favore anche Azione ed Italia viva. La norma propone modifiche al codice penale, a quello di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e militare.

I punti salienti

Abrogazione dell’abuso d’ufficio: viene abolita la norma del cp (art.323) che punisce il pubblico ufficiale che violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione, cagiona un danno ad altri o si procura un vantaggio patrimoniale. Modifiche al traffico di influenze: si restringe l’ambito di applicazione di questo reato. La mediazione viene ritenuta illecita se finalizzata a far compiere un reato ad un pubblico ufficiale. Sul piano sanzionatorio, aumenta il minimo edittale della pena: da 1 anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi. Intercettazioni: non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. E nella richiesta di misura cautelare del pm e nell’ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti.

Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali. Si rafforza la tutela della libertà e della segretezza delle comunicazioni del difensore. Informazione di garanzia: nell’avviso dovrà essere contenuta una descrizione solo sommaria del fatto su cui si indaga. La consegna dell’atto dovrà avvenire in modo di garantire la riservatezza del destinatario. Contraddittorio e misure cautelari: il giudice dovrà procedere all’interrogatorio dell’indagato prima di disporre la misura cautelare, previo deposito degli atti, con facoltà della difesa di averne copia. L’indagato potrà così avere la possibilità di una difesa preventiva, prima di eventuali misure come la custodia cautelare in carcere. Collegialità e misure cautelari: introduzione di un organo collegiale, formato da tre giudici, per l’adozione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che fino ad ora, invece, è sempre stata disposta dal giudice monocratico – l’entrata in vigore è differita di due anni. Inappellabilità sentenze: limitazione alla possibilità per il pm di proporre appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado. Il provvedimento non riguarda i reati più gravi.

Le reazioni politiche

«L’approvazione di questo ddl rappresenta una svolta nel rafforzamento delle garanzie per gli indagati e una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare. Per questo importante risultato desidero ringraziare tutti i parlamentari, i colleghi di Governo e l’intero staff del Ministero», ha detto subito il Ministro della giustizia, Carlo Nordio.
«Con l’approvazione del ddl Nordio la giustizia compie un passo importante verso la tutela dei diritti e delle garanzie dei cittadini. Si tratta di una riforma che rappresenta l’avvio di una stagione che si completerà con la separazione delle carriere dei magistrati. I valori, le idee di Silvio Berlusconi sono quelle contenute negli articoli di questo disegno di legge che rappresenta il primo traguardo di una serie di battaglie condotte da Forza Italia negli anni. Con lo spirito di chi vuole una giustizia veramente giusta, andremo avanti con le prossime riforme», ha scritto invece in una nota il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè (FI). «Questo provvedimento va nella giusta direzione. Avremmo voluto migliorare ulteriormente il testo ma pensiamo sia bene che diventi legge senza perdere ulteriori mesi. Voteremo, perciò, convintamente a favore» ha commentato il responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa, durante il dibattito.

«Questa legge non serve alla giustizia, che non viene né accelerata né rafforzata, ma nuoce ai cittadini, che perdono strumenti di difesa contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico e occasioni di conoscenza dei sistemi illegali», ha detto il deputato del M5S Federico Cafiero De Raho nella dichiarazione di voto finale sul ddl Nordio. Ha poi aggiunto: «I sindaci che rispettano le regole e operano in territori di mafia avevano nel reato di abuso d’ufficio una tutela». «Cancellate dal codice penale l’abuso di potere del pubblico funzionario che, violando deliberatamente la legge, discrimina un cittadino o ne avvantaggia ingiustamente un altro in quanto amico o parente. Stiamo parando di atti spregevoli, che allontanano le persone dalla pubbica amministrazione. Il governo, abolendo l’abuso d’ufficio, premia l’impunità per comportamenti gravi», ha criticato, invece, duramente il deputato del Pd Federico Gianassi, capogruppo in Commissione giustizia, annunciando il voto contrario al ddl. «Il governo – ha proseguito Gianassi – ha portato avanti questo provvedimento ispirato dall’ideologia perché qui non ci troviamo davanti ad una riforma ma ad un atto bandiera. Non ci sono risorse, investimenti sulla giustizia e tutto è stato condito da una grande arroganza perché il governo non ha voluto neanche aprire una riflessione con le opposizioni sulle tante criticità che avevamo evidenziato».

11 Luglio 2024

Condividi l'articolo