La conferenza della premier

Conferenza stampa di Meloni: dalle bugie sui migranti al silenzio (dei giornalisti…) su Ramy

Ci sarebbe da riferire delle domande e delle risposte alla premier sul delitto Ramy, mandato a schiantare da una gazzella dei carabinieri. Purtroppo è impossibile riferire. Le domande non ci sono state. E quindi neanche le risposte.

Politica - di Piero Sansonetti

10 Gennaio 2025 alle 16:00

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Italian Premier Giorgia Meloni holds the 2024 year-end press conference, in Rome, Thursday, Jan. 9, 2025. (AP Photo/Alessandra Tarantino) 


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Italian Premier Giorgia Meloni holds the 2024 year-end press conference, in Rome, Thursday, Jan. 9, 2025. (AP Photo/Alessandra Tarantino) associated Press / LaPresse Only italy and Spain

Giorgia Meloni nella conferenza stampa di ieri mattina ha detto no al papa che aveva chiesto l’amnistia e l’indulto. Ha spiegato che in realtà il papa faceva un discorso generale, e quindi non si rivolgeva a lei e all’Italia. Probabilmente pensava all’India. Chissà perché poi, questo matto di un papa, è andato ad aprire l’anno santo proprio a Rebibbia. È chiaro che non stava pensando alle carceri italiane, che stanno bruciando tutti i record di suicidi e di sovraffollamento di ogni tempo. Lui è andato lì solo che Rebibbia era di strada.

Giorgia Meloni nella conferenza stampa di ieri ha spiegato che la Cassazione ha dato ragione al governo e ha dato torto ai magistrati sulla questione migranti, e dunque è il governo che decide quali paesi sono sicuri, e se gli va di fare questo elenco a capocchia lo fa a capocchia perché ha vinto le elezioni, e i giudici saranno obbligati a convalidare qualsiasi ordine di trattenimento dei migranti fuggiti dai paesi che stanno simpatici al governo. Non è vero. (Per fortuna non è vero). Meloni ha detto una bugia. Magari non è colpa sua. Probabilmente ha dato retta a Nordio, ma Meloni è romana, Nordio parla in dialetto veneto e non sempre si capisce bene. Del resto neanche lui capisce bene, spesso, quello che legge. Oppure Meloni si è limitata a leggere i giornali di destra che hanno riferito della sentenza della Cassazione in modo fantasioso.

La cassazione in realtà ha lasciato ai giudici tutto il potere che hanno per legge -non poteva fare altrimenti – e quindi la piena responsabilità su ogni singola sentenza a prescindere dall’elenco del governo. E soprattutto ha rinviato la questione dei paesi sicuri alla decisione che dovrà prendere la Corte di Giustizia europea, sulla base del diritto internazionale e non sulle idee geopolitiche di Salvini. E dunque l’idea che la cassazione abbia stabilito che il governo ha il diritto di aggirare l’articolo 10 e l’articolo 13 della Costituzione è infondata.

Così come non è vera l’affermazione secondo la quale il centro di deportazione in Albania è solo l’anticipazione della riforma del “patto europeo sull’asilo” che tra poco entrerà in vigore. Beh, c’è da dire che quel patto è una pessima riforma, ma non c’entra proprio niente con la deportazione in Albania. Poi ci sarebbe da riferire delle domande e delle risposte alla premier sul delitto Ramy, mandato a schiantare da una gazzella dei carabinieri. Purtroppo è impossibile riferire. Le domande non ci sono state. E quindi neanche le risposte.

10 Gennaio 2025

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