Il Giubileo di Papa Francesco

Carceri e clemenza: la politica segua Papa Francesco a Rebibbia, è il momento dell’amnistia

Il Giubileo e l’apertura della Porta Santa in carcere, indicano la strada del cambiamento, interiore ed esteriore. È il momento di dare un segnale di perdono, di comprensione, di misericordia, forma di amnistia o di condono delle pene.

Cronaca - di Mons. Vincenzo Paglia

31 Dicembre 2024 alle 17:46

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Foto Vatican Media/LaPresse
Foto Vatican Media/LaPresse

Papa Francesco ha spalancato la Porta Santa a Rebibbia, nel carcere romano, ed ha chiesto “apertura” degli animi: “La grazia di un Giubileo è spalancare, aprire e, soprattutto, aprire i cuori alla speranza”. Molto significativo quello che il Papa ha detto poco dopo in una breve conversazione con i giornalisti. “Il carcere è diventato una basilica tra virgolette”, e tanti dei detenuti incontrati “non sono pesci grossi, i pesci grossi hanno la scusa di rimanere fuori. Dobbiamo accompagnare i detenuti e Gesù dice che il giorno del giudizio saremo giudicati su questo: ero in carcere e mi hai visitato”.

Il Giubileo e l’apertura della Porta Santa in carcere, indicano la strada del cambiamento, interiore ed esteriore. È il momento di dare un segnale di perdono, di comprensione, di misericordia, forma di amnistia o di condono delle pene. Se questo non accade cadiamo nel vuoto delle chiacchiere. Mi ha fatto pensare il fatto che Papa Francesco abbia voluto aprire e attraversare in piedi la porta di Rebibbia; uno sforzo in più rispetto a quella di San Pietro. E se aggiungo anche la riflessione sul fatto che nelle carceri ci sono i “pesci piccoli”, mi chiedo: perché non cogliamo la “forza” del gesto papale a Rebibbia? Perché non proviamo un sussulto in più – alziamoci in piedi anche noi – e chiediamo che ci sia maggiore giustizia e clemenza, effettiva capacità di recupero e riabilitazione sociale! Tanto più che è davvero scarso il ricorso a misure alternative, che per molti reati sarebbero davvero un segnale di raccordo e di civiltà giuridica, tra il mondo della giustizia comminata e la società civile, dove ognuno ha il diritto di vivere e di ritornare in libertà e serenità. E come dimenticare gli 88 suicidi avvenuti in questo anno?

Papa Francesco chiede che “si assumano iniziative di speranza, forme di amnistia o di condono delle pene”. La clemenza è un segnale forte che mostra una politica e una società che hanno compreso il senso di questo tempo: il Giubileo non è un pretesto per venire a Roma o per assistere a celebrazioni belle e toccanti senza però l’impatto sulla vita quotidiana. Dobbiamo invertire quella tendenza al pessimismo, alla rassegnazione, alla stanchezza. Questo Giubileo del 2025 deve trovare un altro passo.

La condizione attuale del mondo impone coraggio, coerenza, veri cambiamenti. Il mondo sta bruciando nei conflitti, nelle catastrofi ambientali. E la politica stenta a dare risposte. Dobbiamo evitare che solo tecnologia e finanza abbiano in mano le sorti del pianeta e dell’umanità. C’è bisogno di un Giubileo effettivo, coraggioso, concreto. La clemenza – reciproca – è una leva potente: può sollevare il mondo. Cristo – clemente e misericordioso – è sceso dalle stelle alla stalla per indicarci la strada del futuro per riportarci in alto, nel mondo dove gli ideali guidano la strada dell’umanità. Seguiamolo. Questa volta per davvero.

31 Dicembre 2024

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