La decisione del tribunale

Migranti in Albania, altro stop al “modello Meloni”: rientreranno in Italia, i giudici di Roma non convalidano il trattenimento

Cronaca - di Redazione

11 Novembre 2024 alle 17:39

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The Italian navy ship Libra as it arrives at the port of Shengjin, northwestern Albania Wednesday, Oct. 16, 2024, carrying the first group of migrants who were intercepted in international waters. (AP Photo/Vlasov Sulaj) 


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The Italian navy ship Libra as it arrives at the port of Shengjin, northwestern Albania Wednesday, Oct. 16, 2024, carrying the first group of migrants who were intercepted in international waters. (AP Photo/Vlasov Sulaj) associated Press / LaPresse Only italy and Spain @VSULAJ

Come ampiamente prevedibile, i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno sospeso la convalida dei decreti di trattenimento dei sette migranti (un ottavo era già stato fatto rientrare in Italia per le sue condizioni di salute precarie) trasportati sulla nave Libra della Marina militare italiana in Albania giovedì 7 novembre.

È la seconda volta che i giudici italiani non convalidano il decreto di trattenimento, un passaggio chiave per trattenere i migranti nei Cpr costruiti dal governo Meloni in Albania: a ottobre i giudici di Roma avevano dato il via libera al rientro in Italia di 12 migranti sulla base di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue del 4 ottobre sui cosiddetti “Paesi sicuri”. In particolare i giudici europei avevano sottolineato nella loro sentenza, che non riguardava direttamente l’Italia ma il caso di un cittadino moldavo, che un Paese per essere considerato “sicuro” deve esserlo in tutto il suo territorio in modo omogeneo e per tutte le persone che ci vivono, e che la qualifica di “Paese sicuro” debba essere verificata e riesaminata da un giudice al momento di ciascuna decisione.

Anche la decisione odierna di sospendere il giudizio sulla convalida del trattenimento nei Centri per richiedenti asilo si basa su quella sentenza: i giudici del tribunale di Roma hanno rimesso il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

I sette migranti egiziani e bengalesi trasportati dalla nave Libra, gli unici su centinaia di persone giunte in quei giorni a Lampedusa che rispondevano ai requisiti necessari per il trasferimento in Albania, dovranno fare ritorno in Italia: non essendoci entro le 48 ore previste dalla legge le convalide dei fermi disposti dal questore di Roma, e non potendo restare “liberi” in Albania secondo il protocollo firmato dai premier dei due Paesi Giorgia Meloni e Edi Rama, i sette devono fare ritorno in Italia.

La decisione del tribunale di Roma non tiene conto neanche dello “stratagemma” messo in atto dal governo Meloni per tentare di aggirare la sentenza europea e il primo stop imposto dai giudici capitolini: parliamo del decreto legge approvato in Consiglio dei ministri che contiene una lista aggiornata dei paesi di origini cosiddetti “sicuri”, un elenco leggermente più breve ma che nella sostanza non cambia lo scenario globale. Come confermato già ottobre dal tribunale di Roma, la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha preminenza sulla norma italiana, come previsto peraltro dalla nostra Costituzione.

di: Redazione - 11 Novembre 2024

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