Per Il Fatto: "In galeraaaaa!"
Asse tra Travaglio e Nordio, affossano l’emendamento Zanettin sulle carceri
Il senatore Pierantonio Zanettin aveva presentato un emendamento al decreto carceri che dava un senso a quel decreto (il quale, senza l’emendamento, è solo acqua tiepida)
Giustizia - di Piero Sansonetti
Il senatore Pierantonio Zanettin aveva presentato un emendamento al decreto carceri che dava un senso a quel decreto (il quale, senza l’emendamento, è solo acqua tiepida). Tra le altre cose l’emendamento avrebbe permesso l’uscita dal carcere dei prigionieri con condanne inferiori ai quattro anni (oggi il limite è sei mesi). O dei prigionieri che hanno già scontato un terzo della pena (oggi devi avere scontato almeno la metà, che diventa i due terzi in caso di mafia). Sarebbe stata una bella riforma.
Il senatore Pierantonio Zanettin, come è noto ai nostri lettori, è un liberale. Un liberale vero, non come Salvini. Fa parte di Forza Italia. Forza Italia si è anche dichiarata favorevole alla proposta di legge dell’on. Roberto Giachetti, radicale e di Italia Viva, sulla liberazione anticipata dei prigionieri, che con un leggerissimo aumento dei possibili sconti di pena permetterebbe la riduzione di qualche migliaio nel numero dei detenuti, e dunque un alleggerimento del sovraffollamento. Ma la legge Giachetti non passerà perché non ha sostegni né nella maggioranza né in un bel pezzo di opposizione.
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All’emendamento Zanettin si è opposto con molto vigore Il Fatto di Travaglio, che ha una sola ideologia, quella che una volta, nei programmi televisivi e radiofonici di Renzo Arbore, era espressa da un personaggio che si chiamava “Catenacci” (nome ispirato al gerarca fascista Farinacci), e che interrompeva continuamente i programmi urlando: “In galeraaaaa!”. Poi se ne andava sussurrando: “duce duce duce duce…“). Questo personaggio lo aveva inventato Giorgio Bracardi che non poteva mai immaginare che di lì a una trentina d’anni Catenacci avrebbe assunto la guida di un giornale di un partito considerato da alcuni persino di sinistra.
Il problema è che sui temi della giustizia Il Fatto ha una enorme influenza sul governo Meloni. Detta la linea. Tanto che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che una volta era considerato addirittura un garantista, è diventato il ministro delle manette. E così, proprio il ministro Nordio – non so se su ordine della Meloni o di Travaglio – ha imposto a Zanettin di ritirare l’emendamento. E subito dopo ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha spiegato che il problema dei suicidi in carcere non ha niente a che fare con il sovraffollamento. Deducendo, immagino, che il sovraffollamento è un male inevitabile e sopportabile. E forse anche l’impennata dei suicidi. La settimana prossima andrà invece in discussione la legge Giachetti, che è stata ieri illustrata alla Camera in una conferenza stampa di Italia Viva, ma le speranze che passi sono ridotte al lumicino. In tutto questo furor di sciabole e catene, la sinistra che fa? Torniamo a Renzo Arbore e quelli della Notte (copyright Pazzaglia): “ah, saperlo, saperlo…“.