La mattanza
Suicidi in carcere, la strage continua: tre morti in tre giorni, a Venezia il 56esimo da inizio anno
Cronaca - di Redazione
Aveva compiuto 37 anni da poco il detenuto trovato morto nella sua cella della Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia. L’uomo, detenuto per vari reati connessi allo spaccio di stupefacenti, nella notte è stato trovato impiccato con il lenzuolo nella sua cella: a nulla sono valsi i soccorsi.
Originario di San Donà di Piave, è il 56esimo detenuto a morire suicida nelle carceri italiane da inizio anno, una mattanza che non sembra avere fine ma soprattutto rimedi, vista l’indifferenza del governo Meloni e del ministro della Giustizia Carlo Nordio, presunto “garantista”.
Carceri, emergenza tra sovraffollamento e suicidi
Numeri a cui vanno aggiunti i sei appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nei primi sette mesi dell’anno, come ricorda Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “Siamo nel pieno di un’emergenza penitenziaria senza precedenti. 14.500 detenuti oltre il massimo ospitabile, 18mila unità mancanti alla polizia penitenziaria, omicidi, suicidi, proteste collettive e disordini frequentissimi, risse, stupri, aggressioni, incendi, devastazioni, evasioni, traffici di sostanze, telefonini e armi, ma cos’altro deve accadere per suscitare un proporzionato intervento del Governo e del Parlamento? Si aspetta una strage ancora più grave? Un’evasione di massa? Cosa? Perché è chiaro che andando avanti così qualcos’altro di irreparabile accadrà ben presto“, spiega il sindacalista.
“È di tautologica evidenza che un’emergenza come quella in essere non possa essere affrontata con misure ordinarie, tantomeno con inutili decretini come quello recentemente licenziato dal Governo. Servono interventi eccezionali e con carattere d’urgenza per deflazionare subito la densità detentiva, consentire cospicue e reali assunzioni straordinarie e accelerate nella Polizia penitenziaria e assicurare l’assistenza sanitaria e psichiatrica. Vanno poi avviate riforme complessive. Il tempo è già scaduto“, conclude De Fazio.
L’allarme di Paolo Ciani
Una strage, quella dei detenuti nelle carceri, che rischia di aggravarsi nel periodo estivo, quando le condizioni per i detenuti si fanno ancora più gravi tra caldo estremo e il “solito” sovraffollamento. E in effetti i numeri confermano questa tendenza, come ricorda Paolo Ciani, vicecapogruppo del Pd alla Camera, che sottolinea come negli ultimi tre giorni vi siano stati “altri tre suicidi in carcere, uno a Montorio (Verona), un altro a Monza e l’ultimo stanotte a Venezia”.
“Ai suicidi tra i detenuti si aggiungono quelli tra gli agenti della polizia penitenziaria – il sesto la scorsa settimana a Roma – a manifestare un sistema malato, che non solo non risponde ai dettami della Costituzione, che vorrebbero la pena tendesse alla rieducazione del condannato, ma ha trasformato il carcere in luoghi invivibili per tutti quelli che li frequentano: detenuti, agenti, personale sanitario, personale civile, volontari. Non c’è più tempo: il governo deve intervenire subito”, conclude Ciani.