La lotta per il salario minimo

In Germania aumenta il salario minimo, l’Italia resta schiavista

Perché il governo si rifiuta di varare la riforma del salario minimo, che per altro non avrebbe nessun costo per lo Stato, anzi comporterebbe un aumento delle entrate fiscali?

Politica - di Piero Sansonetti

28 Giugno 2025 alle 10:46

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Foto di Cecilia  Fabiano/LaPresse
Foto di Cecilia Fabiano/LaPresse

La Germania, guidata dal leader conservatore Friedrich Merz, ha deciso di respingere la richiesta del partito socialdemocratico di alzare a 15 euro il salario minimo legale, equiparandolo a quello di molti stati americani. Il governo, dopo aver ricevuto il consenso unanime dei rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori, ha stabilito che l’attuale salario minimo di 12 euro e 82 centesimi l’ora passerà l’anno prossimo a 13 euro e 79 centesimi, e l’anno successivo a 14 euro e 60 centesimi, quindi pochi centesimi (40) al di sotto della richiesta della Spd.

In Italia il governo continua a respingere la modestissima richiesta delle opposizioni, e cioè quella di portare il salario minimo a 9 euro all’ora. Il governo, e i partiti e i giornali della destra, sostengono che bisogna rispettare il libero mercato (tranne quando le imprese chiedono sussidi) e non fissare nessun salario minimo, perché il salario legale è un concetto comunista e illiberale. Curiosamente questa misura illiberale è praticata in tutti gli Stati Uniti (dove non risulta si sia instaurato un governo bolscevico) e in quasi tutti i paesi europei. Oggi in Italia, in assenza di salario minimo, oltre alle paghe da schiavi di tre o quattro euro l’ora, esistono persino dei contratti di lavoro superlegali a poco più di sei euro l’ora. L’Italia è un paese capitalista come la Germania. Però capite bene che si tratta di due capitalismi diversi. In Germania anche i conservatori tentano di mantenere lo sfruttamento dei lavoratori nei limiti della civiltà, senza rinunciare a smisurati profitti. In Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, vive invece una cultura che è molto vicina allo schiavismo.

L’opposizione sostiene che un salario inferiore ai 9 euro l’ora sia un salario di sfruttamento. Non è esatto, il salario è sempre di sfruttamento, a volte lo è in modo indecente e sfiora lo schiavismo. Perché il governo si rifiuta di varare la riforma del salario minimo, che per altro non avrebbe nessun costo per lo Stato, anzi comporterebbe un aumento delle entrate fiscali? Perché il potere vero, nel nostro paese, e nel nostro sistema capitalistico, non è nelle mani del parlamento o del governo ma di un establishment dominato dalla finanza e dal capitale. Che hanno scelto una linea aggressiva e antioperaia, forti della presenza di un governo di destra che non li ostacola e li protegge. Una linea che ci allontana dall’Occidente. La lotta per ottenere un salario minimo, forse anche un po’ più alto dei 9 euro, sarà il Rubicone. Se la sinistra non lo varca stravincono i galli.

28 Giugno 2025

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