La guerra del tycoon

Anche i giudici complici di Trump: false udienze per arrestare i migranti

La denuncia di Lander, candidato sindaco di New York finito in manette per aver difeso un profugo: “I tribunali li convocano per consegnarli all’Ice”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

19 Giugno 2025 alle 09:00

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AP Photo/Evan Vucci
AP Photo/Evan Vucci

Militarizza Los Angeles, mobilita i marine, sguinzaglia gli agenti dell’Ice contro gli avversari scomodi. È la guerra di Donald Trump, in attesa di sferrare quella esterna all’Iran. Martedì sera l’agenzia federale statunitense che si occupa del controllo delle frontiere e dell’immigrazione (Ice) ha arrestato e poi rilasciato Brad Lander, 56 anni, revisore dei conti dell’amministrazione di New York e candidato sindaco della città. Lander si trovava in un tribunale di Manhattan, dove stava cercando di evitare l’arresto di un presunto immigrato irregolare da parte dell’Ice: alcuni video lo mostrano mentre viene strattonato, trascinato lungo un corridoio dell’edificio e ammanettato da alcune persone in borghese, verosimilmente agenti dell’Ice, mentre lui chiede loro di mostrare il mandato d’arresto per l’uomo che accompagnava.

Lander aveva tentato di scortare fuori, facendo da scudo, un uomo il cui caso era stato appena affrontato dal giudice. Fuori dall’aula c’erano una decina di agenti federali, inclusi quelli dell’ufficio immigrazione. Alcuni avevano il volto coperto. Le immagini girate dai giornalisti mostrano Lander cercare di farsi largo nel corridoio, affollato di persone. A un certo punto alcuni agenti, con il viso mascherato, bloccano l’immigrato e Lander si oppone. “Vi lascerò fare quando mostrerete un ordine di arresto”, dice. Alcuni agenti fermano il candidato democratico, lo spingono verso il muro e gli portano le mani dietro la schiena, per poi ammanettarlo. “Non avete l’autorità per arrestare cittadini americani”, continua a ripetere Lander. “Non sto ostacolando niente – aggiunge – ho chiesto solo di vedere il mandato d’arresto”. Lander è stato rilasciato dopo alcune ore. Una portavoce del dipartimento della Sicurezza ha detto che era stato fermato per aver aggredito le forze dell’ordine e ostacolato un agente federale; contro di lui non è stata sporta denuncia.

Lander contestava una pratica del dipartimento di Sicurezza statunitense che si è diffusa in questo periodo. I pubblici ministeri fanno presentare i presunti immigrati irregolari in tribunale e poi archiviano i loro casi: una volta usciti dall’aula, però, i presunti immigrati vengono intercettati e trattenuti dagli agenti dell’Ice, che in questo modo possono far partire un procedimento di espulsione accelerato, senza udienze. I fatti sono avvenuti nel pieno della stretta sull’immigrazione voluta da Donald Trump, e Lander non è il primo politico a essere arrestato nell’ambito delle contestazioni contro le sue politiche.

Il caso più noto è quello del senatore della California Alex Padilla, che la settimana scorsa era stato ammanettato dall’Fbi per aver provato a fare domande durante una conferenza stampa della segretaria alla Sicurezza nazionale Kristi Noem, che si occupa anche della gestione dell’immigrazione. A inizio maggio il sindaco di Newark (una città vicino a New York), Ras J. Baraka, e la deputata LaMonica McIver erano stati arrestati durante una protesta in un centro di detenzione dell’ICE. Le accuse contro Baraka sono state archiviate, mentre McIver resta accusata di aver aggredito e ostacolato le forze di polizia.

19 Giugno 2025

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