Il conflitto
Guerra Israele-Iran, bombe sulle Forze Quds e sul sito nucleare di Fordow: notte di fuoco su Tel Aviv e Haifa

Quella appena trascorsa è la quarta notte consecutiva in cui Israele ed Iran si sono reciprocamente attaccati con raid aerei e droni nell’ambito del conflitto scatenato dall’offensiva dello Stato ebraico contro il regime di Teheran giovedì scorso, quando l’aviazione israeliana aveva pesantemente attacco i siti legati al programma nucleare iraniano e ucciso diversi importanti leader militari e politici di Teheran, colpendo anche siti energetici del Paese dall’Ayatollah Ali Khamenei.
Il raid contro e Forze Quds e sito di Fordow
La scorsa notte, secondo quanto rivendicato dall’IDF, l’Israele Defense Forces, i raid hanno preso di mira un centro di comando delle Forze Quds, l’unità d’élite per le missioni all’estero dei Guardiani della rivoluzione dell’Iran, i cosiddetti pasdaran. Venerdì scorso secondo il New York Times in un attacco israeliano sarebbe stato ucciso il capo delle Forze Quds, il generale Esmail Qaani, ma la notizia non è stata confermata: Qaani è il successore di Qassem Suleimani, ucciso dagli Stati Uniti nel 2020 nei pressi dell’aeroporto di Baghdad in Iraq, in una operazione decisa dall’allora presidente Donald Trump.
Nella nuova ondata di attacchi israeliani sarebbero stati attaccati anche il sito militare di Bidgoneh, nella città di Malard, vicino a Teheran, così come sono state segnalate anche esplosioni di vasta portata a Qom, vicino al sito nucleare di Fordow.
Da quando sono iniziati gli attacchi, almeno 224 persone iraniane sono state uccise in bombardamenti israeliani, secondo una stima ufficiale del ministero della Salute di Teheran.
Gli appelli di Teheran alla comunità internazionale
Dal Paese guidato dall’Ayatollah Ali Khamenei, la Guida suprema del Paese la cui posizione è attualmente segreta, è comparso nuovamente in tv per un discorso alla nazione il presidente Masoud Pezeshkian. Rivolgendosi agli iraniani Pezeshkian ha lanciato un appello all’unità nazionale di fronte agli attacchi israeliani: “Ogni martire caduto sarà seguito da centinaia che continueranno a mantenere lo stendardo”, ha detto Pezeshkian, sottolineando che l’Iran non è “l’aggressore”. “Tutti i nostri cittadini dovrebbero resistere insieme mano nella mano”, ha aggiunto il presidente iraniano, “dobbiamo essere uniti di fronte a questa aggressione. È diritto del nostro popolo cercare giustizia. Manterremo la posizione”.
Da Teheran sono poi arrivati due appelli alla comunità internazionale per chiedere di fermare “l’aggressione israeliana”. “Gli attacchi del regime sionista hanno preso di mira aree residenziali e impianti nucleari, violando tutte le norme internazionali”, ha affermato in conferenza stampa Esmail Baghaei, portavoce del ministero degli Esteri iraniano. “Il nostro programma nucleare è l’unico al mondo legittimato da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza e oggi è stato colpito. Si tratta di un colpo diretto all’accordo di non proliferazione nucleare”. Secondo il portavoce, “l’Iran si attende che gli Stati membri dell’accordo sul nucleare iraniano, in particolare i Paesi europei, condannino apertamente questo crimine e si impegnino per fermare l’aggressione”.
Baghaei si è rivolto anche all’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, esortandola ad esprimere una “ferma condanna” degli attacchi di Israele ai siti nucleari iraniani in occasione del vertice di emergenza previsto oggi.
La situazione in Israele
In Israele invece le vittime dei raid iraniani sono 24, con oltre 500 feriti negli attacchi nei quali dall’Iran sono stati lanciati oltre 370 missili e centinaia di droni: cinque le vittime solamente nella scorsa notte, quattro nella città di Petah Tikva e una nella città di Bnei Brak, con i missili che hanno colpito diverse aree nel centro di Israele e a est di Tel Aviv.
È stato invece intercettato un drone proveniente dall’Iran e diretto verso la zona di Cesarea, nel nord d’Israele, dove si trova la residenza del premier Benjamin Netanyahu. Lo ha riferito il portavoce dell’Idf, citato da Yedioth Ahronoth.
Lo Stato ebraico rivendica però di aver messo fuori uso un terzo dei lanciatori di missili iraniani, 120 per la precisione: l’IDF ha anche annunciato di avere “il controllo dello spazio aereo di Teheran”.