Il portavoce di Europa Verde

Intervista ad Angelo Bonelli: “Condanniamo Hamas, in piazza per difendere un popolo che viene sterminato”

Il portavoce di Europa Verde è tra promotori della manifestazione di domani a Roma: “Polemiche allucinanti mentre nella Striscia si muore. Bisogna scendere in piazza davanti all’ipocrisia del Governo italiano che ogni giorno esprime parole vuote, insopportabili. Bisogna scendere in piazza per restare umani"

Interviste - di Umberto De Giovannangeli

6 Giugno 2025 alle 14:00

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Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica
Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica

Angelo Bonelli, Portavoce di Europa Verde e deputato alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra. “Gaza è diventata peggio dell’inferno in Terra”. A denunciarlo è la Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Eppure, in Italia c’è chi accusa i promotori della manifestazione nazionale di sabato a Roma, di essere filo-Hamas e di alimentare l’antisemitismo. Come replica?
È un’accusa infame, indecente. Non potrei trovare altri aggettivi per definirla. Attacchi portati contro chi oggi vuole scendere in piazza per difendere la dignità della vita umana e difendere quel minimo concetto che si chiama umanità. Una umanità che a Gaza è morta. Chi muove quelle accuse è doppiamente colpevole. Non solo per l’infamità di quello che ci addossano ma perché lo fa per voltare le spalle. Lo fa per cancellare lo sguardo del mondo rispetto all’orrore di ciò che sta accadendo a Gaza. Quello che ho sentito in questi giorni e continuo a sentire, mi provoca disgusto e indignazione. E lo dico con grande sincerità.

Qualche esempio?
Beh, sentire Calenda dire che ha chiamato la Schlein per chiederle di aggiungere questo o quell’altro, quando lui sa di mentire sapendo di mentire, che l’accusa che ci viene rivolta di antisemitismo è infame. Lo è perché la nostra azione politica da quando esistiamo in questo Paese, è quella di denunciare sempre ogni forma di razzismo compreso l’antisemitismo. Chi oggi insiste con questa accusa lo fa perché non si vuole che lo sguardo di tutti noi e la richiesta forte rispetto al Governo italiano di non voltare le spalle a Gaza, vada avanti, si rafforzi. Trovo queste polemiche allucinanti, nel momento in cui a Gaza si continua a morire. Avrebbero dovuto avere almeno la decenza di evitarle queste polemiche, non lo hanno fatto.

L’Europa si mobilita e continua a sostenere militarmente l’Ucraina, mentre per Israele neanche una sanzione. Siamo alla reiterazione della politica dei due pesi, due misure?
È un doppiopesismo morale, ancorché politico, inaccettabile, vergognoso. Da un lato sono state applicate sanzioni alla Russia, che ritengo giuste per le gravi violazioni anche dei diritti umani; dall’altro lato, però, a Gaza tutto ciò non esiste. Non esiste non solo di fronte all’evidente, reiterata, violazione del diritto internazionale, ma a quella che ormai è una evidente pulizia etnica. Quando ci troviamo a che fare con ministri del governo Netanyahu che dicono chiaramente che Gaza deve essere rasa al suolo, che nemmeno un gazawo deve rimanere a Gaza; che i depositi alimentari devono essere eliminati perché il cibo non deve arrivare nella Striscia, condannando a morte per fame oltre 2 milioni di esseri umani, in maggioranza donne, bambini, adolescenti, di cosa si tratta se non di una pianificazione dell’eliminazione di un popolo, della sua deportazione! È una questione gravissima. Si bombardano ospedali, scuole, campi profughi. Ma possiamo dimenticare noi l’immagine straziante di quella bambina che correva tra le fiamme della scuola bombardata, dove 33 bambini sono stati uccisi? Noi non vogliamo dimenticare. Ed ecco perché bisogna scendere in piazza, rispetto all’ipocrisia del Governo italiano che ogni giorno esprime parole vuote, insopportabili per il carico di ipocrisia che le permeano.

A cosa si riferisce in particolare?
Mi riferisco alla Meloni, mi riferisco a Tajani, mi riferisco a Crosetto. Loro hanno detto no alla nostra richiesta, per fare un esempio, di revocare l’accordo di cooperazione militare Italia-Israele. Sa come mi hanno risposto in Aula, quando su questo ho presentato un Question time al Governo?

Qual è stata la risposta?
Mi hanno risposto che questi accordi sono strumenti necessari perché sono strumenti di dialogo. Ho guardato il ministro Ciriani, che rispondeva per il Governo, e gli ho detto: sono inorridito. Ma come può essere strumento di dialogo un accordo di cooperazione militare! Dove noi addestriamo, acquistiamo armi, alimentando così l’industria bellica israeliana che va ammazzare i bambini a Gaza. Ma vi rendete conto di quello che dite? E poi fanno interviste dicendo: Netanyahu fermati. Netanyahu sta facendo quello che ha sempre voluto: radere al suolo Gaza, prima delle elezioni in Israele che avverranno tra un anno.

In tutto questo le responsabilità della politica sono acclarate. Ma non c’è anche una responsabilità della comunicazione in Italia?
Al cento per cento. Una comunicazione che non riporta, almeno per quanto riguarda il servizio pubblico, in maniera chiara e netta quelle che sono le responsabilità del governo criminale di Netanyahu. Nessuno mi venga a dire che noi siamo complici di Hamas. Noi Hamas l’abbiamo condannata per il 7 ottobre. Nella piattaforma della manifestazione, che riprende la mozione unitaria che abbiamo presentato alla Camera, abbiamo scritto a chiare lettere liberà incondizionata degli ostaggi. Io sono andato in Cisgiordania, così come sono stato al valico di Rafah un anno fa, e ho incontrato anche le famiglie degli ostaggi israeliani. Sono andato a parlare con loro, esprimendoli solidarietà, vicinanza, sostegno. Così come non posso dimenticare un incontro tra i più emozionanti che ho avuto in vita mia.

Quale?
L’incontro, un anno fa, con suor Pina. Una suora comboniana, all’ospedale del Cairo. In quell’occasione, lei mi chiamò dicendomi vieni Angelo ti voglio far conoscere una mamma palestinese che vuole parlare con te. Il suo bambino era stato da poco operato. Io le dissi, suor Pina ma se il bambino è stato operato forse non è il caso. Mi rispose, no, vieni. Quando sono entrato in quella stanza di ospedale, la donna aveva in braccio il bambino che si era appena svegliato dall’anestesia. Si sveglia e si tocca la gamba e dice mamma dov’è la gamba? L’avevano amputata. Una scena straziante. Come straziante è quella bambina che ho visto tre settimane fa a Hebron, dove l’esercito israeliano poche ore prima le aveva demolito la casa. Lei girava tra le macerie con l’orsacchiotto tra le mani. La casa era stata demolita, come tante altre, per far posto alle colonie illegali. A quelli che fanno polemica in Italia, ai Calenda di turno, che dovrebbero semplicemente vergognarsi di quella polemica che hanno imbastito, montando bugie su bugie; a costoro dico che è giunto il momento che noi schieriamo il nostro Paese dalla parte giusta della Storia. E la comunicazione in questo ha un ruolo importante. Quando si omette di dire che 216 giornalisti, e forse di più, sono stati uccisi a Gaza, e ci vengono a raccontare: ma l’informazione la fanno quelli di Hamas… Ma è Israele che non vuole nessun testimone scomodo che possa documentare dal campo i crimini commessi a Gaza. I giornalisti che sono a Gaza vengono ammazzati. Sono un obiettivo da colpire. Come gli operatori sanitari, gli operatori umanitari. Vogliamo raccontare di un popolo che viene sterminato? Siamo di fronte ad una strategia portata avanti da chi governa Israele di cambiamento della geografia e della demografia non solo di Gaza ma anche della Cisgiordania.

Perché in Italia c’è chi insorge, s’indigna quando si usa la parola genocidio per descrivere ciò che è in atto a Gaza?
Insorgono perché non possono ammettere quello che sta accadendo a Gaza. Ci sono stati tanti altri genocidi nel mondo. Penso a quella in Ruanda, in Armenia, ne potrei citare tanti altri. Gli eventi nella storia si ripetono. Non c’è stato solo il genocidio nella Seconda guerra mondiale, che ha rappresentato una pagina buia, terrificante della nostra storia. Ma proprio perché dovremmo fare di tutto per evitare che la storia si ripeta, noi non dobbiamo entrare nel buio della ragione. Dobbiamo invece illuminare la nostra mente, il nostro sguardo. Bisogna guardare. Chi chiude gli occhi di fronte a ciò che succede a Gaza, ne è complice. Nessuno può dire non sapevo. A Gaza è in atto una pulizia etnica. Bombardare ospedali, campi profughi, tende dove dormono bambini—18mila i bambini uccisi- dire che non devono mangiare e utilizzare la fame come arma di annientamento di un popolo, tutto questo è genocidio. Ma questo non lo dico io, lo dice la Corte penale internazionale che ha chiesto a Israele di rimuovere queste pratiche genocidiali, perché c’è il rischio di un genocidio. C’è un procedimento in corso. Lo hanno detto e documentato Agenzie e organismi delle Nazioni Unite, lo hanno denunciato Amnesty International, commissioni d’inchiesta indipendenti. Solo che non vogliono guardare. È inaccettabile che si pensi di poter imbastire su Gaza teorie strampalate, accusarci di fare questo per costruire il campo largo o per i referendum e quant’altro. Sono accuse infamanti.

AVS assieme al PD e al M5S ha promosso la manifestazione di sabato a Piazza San Giovanni. Se dovesse spiegare in poche parole a un ragazzo perché sabato pomeriggio bisogna esserci, cose gli direbbe?
Che dobbiamo continuare ad essere umani. Domani avremo dei figli, c’è chi li ha già, li dobbiamo poter guardare negli occhi e dir loro che papà, mamma, il loro fratello si sono schierati dalla parte giusta della storia. Restiamo umani.

6 Giugno 2025

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