La relazione del Copasir

Il mistero delle intercettazioni di Paragon a Casarini, la relazione del Copasir

A iniziare lo spionaggio è stato il governo Conte. Ma il comitato parlamentare conferma i sospetti di Mediterranea: “I dossier sono finiti nelle mani dei torturatori”

Cronaca - di Paolo Comi

6 Giugno 2025 alle 17:00

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Foto Mauro Scrobogna / LaPresse
Foto Mauro Scrobogna / LaPresse

Riassumendo: l’azienda israeliana Paragon Solution, leader mondiale nella produzione dei trojan informatici e appartenente al fondo americano AE Industrial Partners, ha venduto in questi anni al governo italiano alcuni fra i più sofisticati software spia, fra cui il micidiale “Graphite”. Questi software sono stati utilizzati fino a qualche mese fa, dopo essere stati autorizzati la prima volta dall’allora premier Giuseppe Conte che aveva la delega ai Servizi, per intercettare i componenti della Ong Mediterranea saving humans, ad iniziare da Luca Casarini.

Non è ancora chiaro se sia stato sempre il governo ad intercettare don Mattia Ferrari, il cappellano della nave e parroco di Nonantola in provincia di Modena, ed il direttore di Fanpage Francesco Cancellato. È quanto emerge dalla relazione finale del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), presieduto dal dem Lorenzo Guerini, e approvata all’unanimità questa settimana. Le intercettazioni sono durate ben cinque anni e con tre governi diversi. Essendo ascolti “preventivi”, non disposti dalla magistratura ma dai Servizi, la loro durata può essere infatti illimitata. “La relazione del Copasir ammette candidamente che siamo in un paese dove governi di varia natura possono attivare i servizi segreti per spiare chi si batte per i diritti umani, siano essi attivisti di organizzazioni come Mediterranea che si occupano del soccorso civile in mare, o rifugiati, torturati in Libia, ai quali è stata riconosciuta la protezione internazionale”, hanno fatto sapere da Mediterranea, chiedendo al contempo di far luce su dove siano finite le trascrizioni di questi colloqui.

Il sospetto, anzi, la certezza, è che “i dossier costruiti contro i nostri attivisti sono oggi in mano anche a soggetti criminali appartenenti alle milizie libiche, che hanno la possibilità di agire indisturbati in Italia e in altri paesi europei”. “Non vi è alcuna garanzia, per bocca del Copasir stesso, che i materiali siano stati distrutti come prevede la legge. Noi non abbiamo niente da nascondere, se non i nomi di coloro che possono testimoniare contro i torturatori libici come Almasri, hanno quindi aggiunto gli attivisti di Mediterranea. Il caso era esploso nei mesi scorsi all’indomani di una comunicazione inviata a Casarini e agli altri componenti della Ong da Meta, la società di Mark Zuckerberg che gestisce i servizi di messaggistica istantanea Whatsapp e Messenger, con cui venivano informati di essere stati obiettivo di un “sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate”.

I sistemi di sicurezza di Menlo Park, in pratica, erano riusciti ad individuare la presenza del virus spia di Paragon Solution sui cellulari dove erano stati installati i suoi applicativi. E questo nonostante la crittografia “end-to-end”, un metodo di sicurezza nato proprio per proteggere le comunicazioni Whatsapp e Messenger da accessi esterni. Graphite era riuscito a “bucare” i cellulari ed a clonarne l’intero contenuto. John Scott Railton, ricercatore dell’Università di Toronto a cui la Ong Mediterranea aveva fatto analizzare i device di Casarini e don Mattia dopo le segnalazioni di Meta, aveva fatto sapere che “essere avvisati di essere presi di mira da un attacco sostenuto da un qualche governo indica che la persona è stata probabilmente selezionata per il monitoraggio utilizzando capacità avanzate”. Casarini, a seguito della segnalazione ricevuta da Meta, aveva allora presentato una denuncia alle Procure di Palermo e di Napoli ed era stato sentito dal Centro operativo per la cybersicurezza della Polizia del capoluogo siciliano. “Il cellulare si scaricava con estrema velocità, pur essendo un prodotto nuovo”, aveva detto Casarini, descrivendo così il primo segnale che il telefonino è stato infettato dal virus spia.

Inevitabile su quanto accaduto la polemica politica. Soprattutto perché Paragon Solution ha come, come detto, per clienti solo istituzioni pubbliche ed autorità governative, ad iniziare dai nostri Servizi. Quest’ultimi, appena la notizia degli ascolti ai componenti della Ong era diventata di pubblico dominio, avevano immediatamente provveduto alla disdetta del contratto. “Hanno spiato anche don Mattia. È pazzesco. Se fanno così con i personaggi famosi, immaginate cosa possano fare ai cittadini comuni”, era stato il commento dell’ex premier Matteo Renzi. È molto probabile che fra i tanti colloqui intercettati ed ora finiti chissà, forse proprio nelle mani di Servizi esteri, come quelli di Tripoli, ci siano quindi anche quelli fra il giovane prete modenese e Papa Francesco che in diverse occasioni aveva ricevuto gli attivisti di Mediterranea in Vaticano per manifestargli sostegno e vicinanza.

6 Giugno 2025

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