La denuncia della Ong

Caso Paragon, esposto di Casarini e Mediterranea per lo spyware: “Quale apparato dello Stato ha spiato?”

Cronaca - di Redazione

10 Febbraio 2025 alle 13:05

Condividi l'articolo

Caso Paragon, esposto di Casarini e Mediterranea per lo spyware: “Quale apparato dello Stato ha spiato?”

All’annuncio dei giorni scorsi sono seguiti i fatti. Il team legale della Ong Mediterranea Saving Humans, rappresentato dagli avvocati Fabio Lanfranca e Serena Romano, ha depositato questa mattina presso il centro di sicurezza cibernetica della Polizia di Stato di Palermo un esposto in cui si chiede di accertare come e soprattutto chi ha ordinato di spiare lo smartphone del capomissione e fondatore della Ong, Luca Casarini.

Quest’ultimo aveva denunciato la scorsa settimana di essere tra le vittime, novanta al momento quelle note, dello spyware Graphite, messo a punto dalla società israeliana Paragon Solutions.

Il reato ipotizzato nell’esposto, al momento, è quello relativo all’articolo 615 ter del codice penale, ossia accesso abusivo a sistema informatico. “Chiediamo di accertare che tipo di attività sia stata svolta”, spiega all’Ansa l’avvocato Serena Romano. Gli avvocati della Ong stanno però attendendo l’esito di altre analisi per capire se siano ipotizzabili anche altri tipi di reato, ad esempio “nel caso cui lo spionaggio fosse avvenuto anche a telefono spento, tramite foto e video”.

L’esposto, spiega l’avvocato Fabio Lanfranca all’agenzia Agi, “è finalizzato a conoscere quale apparato dello Stato si sia spinto fino a usare le armi delle spionaggio dei propri cittadini e chiediamo di conoscere se questa attività sia connessa alle opinioni politiche del nostro assistito”. Per Lanfranca infatti “in uno Stato di diritto nessuno, né il governo, né la magistratura, né i Servizi segreti possono considerarsi al di sopra della legge”. Esposto che “sarà notiziato anche al procuratore capo di Palermo”.

Ad oggi da Palazzo Chigi si smentisce qualsiasi ruolo del governo o dei nostri servizi segreti nello spionaggio, che ha coinvolto oltre a Casarini anche il direttore di Fanpage Francesco Cancellato e altre cinque persone, di cui però non sono noti i nomi.

Eppure il quotidiano britannico Guardian nei giorni scorsi ha rimarcato come Paragon Solution abbia interrotto i suoi rapporti con l’Italia dopo l’emergere delle prime notizie sulla rete di spiati. L’azienda israeliana (fondata dall’ex premier Ehud Barak e recentemente venduta a una società di private equity statunitense, AE Industrial Partners) aveva inizialmente sospeso il contratto con l’Italia “per estrema cautela” il 31 gennaio scorso, cioè quando è emersa la prima accusa di potenziale abuso dello spyware. La decisione di rescinderlo è stata presa mercoledì 5 febbraio, dopo che la società israeliana ha stabilito che l’Italia ha violato i termini di servizio e il quadro etico concordato nell’ambito del suo contratto.

Paragon infatti, come sottolineato dal quotidiano israeliano Haaretz, “lavora esclusivamente con entità statali, tra cui l’establishment della sicurezza israeliano e l’Fbi e altri negli Stati Uniti, fornendo loro capacità di hacking sotto forma di spyware chiamato Graphite”. Paragon, rivelava l’articolo di Haaretz, “ha anche un certo numero di clienti in Europa, in particolare nell’Ue, tra cui l’Italia, dove lavora con due diversi enti, un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence”.

di: Redazione - 10 Febbraio 2025

Condividi l'articolo