Il caso

Scandalo Paragon, Casarini spiato da un anno: anche mentre parlava con Papa Francesco?

La Ong pubblica la ricerca condotta con CitizenLab: “A febbraio 2024 attacco software sofisticato per forzare i suoi account”

Cronaca - di Frank Cimini

20 Febbraio 2025 alle 10:00

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Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica
Photo credits: Andrea Panegrossi/Imagoeconomica

Ma Luca Casarini venne spiato anche mentre parlava col Papa? La domanda viene formulata da Davide Faraone capogruppo di Italia Viva alla Camera dopo che la organizzazione non governativa Mediterranea Saving Humans ha pubblicato i risultati di una analisi condotta con la collaborazione di CitizenLab di Toronto secondo cui lo spionaggio sarebbe iniziato addirittura un anno fa. ”Se Casarini è stato spiato per un anno in modo illegale- dice Faraone – possiamo dire che il Governo italiano ha pagato per spiare illegalmente e abusivamente anche le sue telefonate con Papa Francesco?”.

I rapporti frequenti tra Casarini e il Pontefice in tema di salvataggio delle vite dei migranti sono noti da tempo. Rivela la Ong: “L’analisi del telefono in uso a Luca Casarini, cittadino italiano e capomissione di Mediterranea Saving Humans , ha rilevato che nel mese di febbraio 2024, quindi molti mesi prima dell’individuazione del Ware Graphite, una entità non ancora identificata ha operato un attacco software di tipo sofisticato con tentativo di forzatura degli account di Casarini. L’attacco è stato operato verosimilmente seguendo una precisa metodologia, un protocollo per la costruzione di quella che viene classicamente definita categoria di sorveglianza che ha come esito finale il passaggio da uno spyware al più sofisticato strumento militare Graphite”.

L’obiettivo di queste operazioni generalmente è quello di stabilire un contatto con le persone vicine al soggetto attraverso un falso profilo creato con tecniche di social engineering inviando false comunicazioni attraverso piattaforme di messaggistica. Gli obiettivi sono quelli di ottenere informazioni sensibili e di usare malware per sorvegliare i dispositivi. La presenza di Graphite individuata nel telefono della vittima fin dal novembre del 2024 e comunicata all’interessato solo a gennaio scorso non lascia dubbi sul fatto che solo agenzie governative abbiano potuto avvalersi di tale tecnologia. Secondo gli esperti di CitizenLab il tipo di attacco va preso molto sul serio perché significa che un governo sta monitorando il soggetto e vuole estendere il controllo pure alle persone a lui vicine.

Nel caso di specie è molto importante che Meta abbia avvisato l’interessato. Davanti a problemi di questo genere i governi hanno l’obbligo di rispondere e non possono trincerarsi dietro il segreto di Stato del quale in passato si è già abbondantemente abusato. Altrimenti comportamenti simili di disprezzo e violazione delle regole democratiche rischiano di diventare criminogeni fino al punto di autorizzare operazioni anche peggiori. Insomma si rischia l’inizio della fine.

20 Febbraio 2025

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