Il caso

Scandalo Paragon, anche don Mattia Ferrari intercettato come Casarini: le attenzioni degli “spioni” contro l’ong Mediterranea

Cronaca - di Redazione

24 Febbraio 2025 alle 12:49

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Scandalo Paragon, anche don Mattia Ferrari intercettato come Casarini: le attenzioni degli “spioni” contro l’ong Mediterranea

Lo scandalo Paragon continua ad allargarsi, tra i silenzi e le dichiarazioni imbarazzate del governo Meloni e dei suoi ministri. Ultima novità in merito allo spionaggio effettuato da “ignoti” tramite lo spyware Graphite, progettato dell’agenzia israeliana Paragon Solution che con l’Italia ha sospeso il contratto, è che nell’elenco degli spiati c’è una seconda persona della Ong Mediterranea Saving Humans: oltre al fondatore e capomissione Luca Casarini c’è anche don Matteo Ferrari, il cappellano di bordo di Mediterranea.

Il sacerdote, come comunicato dalla stessa Ong, “è stato avvisato da Meta di essere l’obbiettivo di un sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate nel febbraio 2024”, esattamente come accaduto nelle scorse settimane allo stesso Casarini, a sua volta avvisato da Meta (la holding che fa capo a Mark Zuckerberg che possiede tra gli altri Facebook, WhatsApp e Instagram) che il suo account WhatsApp era stato violato.

Mediterranea sottolinea che lo spionaggio ai danni di don Mattia Ferrari è stato comunicato “lo stesso giorno in cui è stata riferita a Casarini, ossia l’8 febbraio 2024″. “In particolare, nel rapporto Adversarial Threat Report di Meta pubblicato nel febbraio 2024, l’azienda ha riferito di aver individuato e tentato di contrastare – denuncia in una nota della Ong – le operazioni di alcuni spyware operanti nel settore della sorveglianza a pagamento che hanno preso di mira persone in tutto il mondo. Meta ha rilevato le operazioni di spyware di otto aziende di Italia, Spagna ed Emirati Arabi Uniti, che forniscono le loro tecnologie alle autorità governative. Meta ha riferito di varie tecnologie, tra cui un malware in grado di effettuare operazioni per raccogliere e accedere alle informazioni del dispositivo, alla posizione, alle foto e ai contenuti multimediali, ai contatti, al calendario, alle e-mail, agli SMS, a Telegram, Skype, Viber, Facebook, Instagram, LinkedIn, Signal, WhatsApp, e operazioni per attivare le funzionalità di microfono, fotocamera e screenshot”.

Mediterranea sottolinea poi come il fato che l’attacco ai danni del cappellano sia sia avvenuto contemporaneamente alla notifica a Luca Casarini “suggerisce che potrebbero essere stati presi di mira come parte dello stesso ‘gruppo’”. Una vicenda che “solleva anche la preoccupante possibilità che siano state prese di mira altre persone, oltre a quelle attualmente note al pubblico, e che siano state utilizzate più tecnologie nell’ambito della stessa operazione di sorveglianza”.

Chi non molla di un centimetro sulla vicenda Paragon e sul ruolo del governo è Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva richiama ancora una volta l’esecutivo che “permette di spiare illegalmente un sacerdote tra i più conosciuti e nel frattempo scarcera con il volo di Stato un trafficante di esseri umani. È pazzesco. Se fanno così con i personaggi famosi, immaginate cosa possano fare ai cittadini comuni?”.

Ma soprattutto Renzi sottolinea come nel caso dello spyware la premier Giorgia Meloni “scappa senza dirci di chi è la responsabilità. Andare avanti in questa battaglia è una sfida di civiltà, è una sfida di libertà”.

di: Redazione - 24 Febbraio 2025

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