La Cassazione rimanda alla Corte europea

Perché i giudici hanno bloccato il ‘piano di deportazione albanese’ della Meloni

L’internamento dei migranti nel centro di Gjader è in contrasto con le direttive sui rimpatri: gli ermellini bloccano il piano di deportazioni

Politica - di David Romoli

31 Maggio 2025 alle 09:00

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AP Photo/Vlasov Sulaj
AP Photo/Vlasov Sulaj

Non è precisamente il tipo di gemellaggio con gli Stati Uniti sul quale puntava la premier italiana ma che si tratti di gemellaggio non c’è dubbio. Proprio come capita all’amico americano, Giorgia Meloni continua a sbattere sulle corti di giustizia e sulle sentenze che hanno trasformato il “gioiello” albanese, l’esperimento pilota della esternalizzazione della detenzione dei clandestini, in una satira di intoppo in intoppo sempre più incresciosa.

La Corte di Cassazione, rovesciando una sua stessa precedente sentenza, ha stabilito che l’internamento dei migranti irregolari nel centro albanese di Gjader contrasta con le direttive rimpatri e accoglienze. Gjader dunque non può essere equiparata a un Cpr sul territorio italiano come da precedente decisione degli ermellini il 10 maggio scorso. Sentenza che peraltro, il 19 maggio, la Corte d’appello di Roma aveva già deciso di disattendere considerandola scorretta perché “unica e isolata”. La sentenza di ieri ha confermato i dubbi. La trasformazione di Gjader in Cpr era stata decisa dopo che le sentenze prima della Sezione Immigrazione del Tribunale di Roma, poi, dopo che il governo aveva esautorato la Sezione, della Corte d’Appello, avevano ordinato il rimpatrio dei richiedenti asilo trasferiti in Albania. A questo punto è molto probabile, anche se non obbligatorio, che le Corti italiane diano ragione a qualunque irregolare trasferito in Albania chieda di tornare in Italia, in attesa che a dire finalmente una parola chiara e definitiva sia la Corte di Giustizia di stanza in Lussemburgo.

La Cassazione, infatti, ha rinviato alla Corte europea i due casi considerati nell’esame della richiesta dei ricorsi del Ministero degli Interni contro due mancate convalide dei trasferimenti, un irregolare e un clandestino. La procedura richiesta dalla Cassazione italiana è quella d’urgenza ma, anche ove la Corte del Lussemburgo decidesse di seguire il percorso più rapido ci vorranno mesi, nel corso dei quali il centro di Gjader resterà vuoto. L’inutile spreco che è sin dall’inizio.
La Corte avrebbe dovuto già decidere sulla questione dei richiedenti asilo, cioè su quali Paesi si possano considerare “sicuri”, questione dirimente sulla quale si basavano le revoche dei trasferimenti per i richiedenti asilo provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh. La procedura scelta dalla Corte, in quel caso, è quella accelerata, meno spedita di quella d’urgenza. Anche così la sentenza era attesa per giugno ma è slittata a novembre. Il conflitto, in realtà, non si limita al caso italiano.

La maggioranza dei Paesi dell’Unione europea ha approvato calorosamente, e a volte entusiasticamente, la strategia italiana di esternalizzazione e appoggia i centri in Albania. La lentezza con la quale la Corte procede, invece di risolvere una volta per tutte una situazione di intollerabile ambiguità, fa sospettare che sia in corso un silenzioso ma duro confronto tra le richieste della politica, che spinge per una linea intransigente basata sull’assurda formula della “difesa dei confini esterni” e l’amministrazione della Giustizia Ue. Governo e maggioranza sono rimasti letteralmente raggelati da una sentenza inattesa che precipita di nuovo nel caos il disastroso esperimento albanese. Per ore, mentre l’intera opposizione bersagliava impietosamente l’ennesimo flop albanese del governo, nessuno nella maggioranza si è fatto sentire. Quando alla fine il capogruppo FdI alla Camera Bignami si è deciso a uscire dal mutismo lo ha fatto per definire “cosa che desta inquietudine e sconcerto” il fatto che il manifesto fosse al corrente della sentenza. Ieri solo il “quotidiano comunista” aveva infatti dato la notizia preannunciando anzi un comunicato della Cassazione che è poi puntualmente arrivato. Bignami, insomma, è sconcertato perché i giornalisti fanno i giornalisti.

Nel merito, il capo dei deputati tricolore si limita a definire la sentenza “ancora più sconcertante” dello scoop del manifesto, senza aggiungere altro. Probabilmente perché aggiungere altro non è possibile. Il governo le ha provate tutte per aggirare le sentenze che impediscono di deportare i migranti in Albania senza precise sentenze della Corte europea. Ogni volta l’azzardo si è risolto in una figuraccia peggiore della precedente. A questo punto il governo non può far altro che arrendersi e attendere il pronunciamento della Corte del Lussemburgo lasciando vuoto e desolato il centro di Gjader. Con tutto quel che ne consegue in termini di danno d’immagine.

31 Maggio 2025

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