A Bari
Migranti spediti in Albania, anche la terza nave torna in Italia: il governo Meloni insiste nel flop, lo scontro con la magistratura
43 gli uomini a bordo, nazionalità bengalese ed egiziana. Anche in questo caso il loro trattenimento non è stato convalidato. Il Viminale: "Andremo avanti"
Cronaca - di Redazione Web

Stessa storia, stesso posto. Per la terza volta un’imbarcazione italiana che trasportava migranti verso un centro in Albania è rientrata in Italia. Precisamente a Bari, in Puglia. 43 gli uomini a bordo, di nazionalità bengalese ed egiziana, di una motovedetta della Guardia Costiera Italiana. Il governo comunque non molla, dal ministero dell’Interno una nota ha confermato l’intenzione di proseguire in questa politica.
È una delle tante questioni che stanno alzando il livello dello scontro tra politica e magistratura a livelli vertiginosi. I migranti erano arrivati in Albania martedì scorso, nei centri si trovavano altri sei migranti rientrati in Italia nei giorni scorsi. Gli accordi Roma-Tirana hanno attrezzato e predisposto dei controversi centri per richiedenti asilo dove le persone vengono portate in attesa della valutazione della richiesta d’asilo.
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Come negli altri due casi, il trattenimento non è stato convalidato dal tribunale competente, la Corte d’Appello di Roma. I tribunali hanno sempre decretato il contrasto tra questi trasferimenti forzati e una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che detta ai Paesi membri dell’Unione come considerare un Paese di provenienza sicuro o meno.
Già il decreto Cutro, approvato a marzo 2023, prevedeva che richiedenti asilo uomini, maggiorenni, considerati in condizioni non vulnerabili, in arrivo da Paesi non considerati sicuri, potessero essere detenuti e avviati a procedure accelerate della richiesta d’asilo. I centri in Albania servono alla detenzione in attesa della valutazione della richiesta. Per la Corte d’Appello, considerare “sicuri” Paesi come l’Egitto e il Bangladesh non è in linea con la definizione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
“Il governo andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli”, hanno sottolineato fonti del Viminale, secondo cui il Protocollo Italia-Albania “è il modello da cui partire per la realizzazione di veri e propri hub regionali sui quali c’è stata piena convergenza da parte dei ministri europei”.
“C’è grande stupore, perché a nostro avviso non c’è la necessità di aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea”, hanno commentato fonti di governo all’ANSA dopo la mancata convalida dei trattenimenti dei migranti che erano stati portati in Albania.