Il Patto Italia-Albania

Migranti in Albania, a Gjader sono rimasti solo in 25: anche “l’operazione Cpr” del governo Meloni è a rischio flop

Cronaca - di Redazione

30 Aprile 2025 alle 11:24

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AP Photo/Vlasov Sulaj
AP Photo/Vlasov Sulaj

La trasformazione del centro per migranti costruito dall’Italia a Gjader, nell’ambito del Patto Italia-Albania firmato dalla premier Giorgia Meloni e dal presidente albanese Edi Rama, in un Cpr, ovvero un Centro di permanenza per il rimpatrio, resta un flop per l’esecutivo di Roma.

Qui come noto lo scorso 11 aprile la nave Libra della Marina militare aveva trasportato per la prima volta 41 migranti, dopo che per mesi il centro era rimasto sostanzialmente vuoto: erano persone che avevano già ricevuto un decreto di espulsione, perché era stata rifiutata la loro richiesta d’asilo o per altre ragioni, e aspettano di essere rimpatriate.

Una mossa di pura propaganda: in Italia esistono già una decina di Cpr, tutti con gravissimi problemi più volte denunciati, dalle pessime condizioni detentive alle violazioni dei diritti delle persone detenute, oltre a casi di autolesionismo e tentativi di suicidio, ma il Viminale aveva deciso di trasferire con costi elevati i migranti in Albania per mostrare così che le strutture costruite a carissimo prezzo a Gjader fossero funzionanti, pur se con un’altra “mission”.

Eppure anche la riconversione in Cpr mostra i limiti del progetto Meloni. Dei 41 migranti trasferiti nel Cpr di Gjader ne sono rimasti solamente 25. Solo quattro persone sono state effettivamente rimpatriate nei loro Paesi d’origini, con uno schema a dir poco paradossale: prima sono state inviate in Albania, poi riportate in Italia e quindi rimpatriate, con l’ovvio aumento delle spese per lo Stato.

Altre dodici persone che non sono più in Albania sono state riportate in Italia, come reso noto dall’europarlamentare del Partito Democratico Cecilia Sala al Post e confermato dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI). Alla metà di queste i giudici della Corte d’Appello di Roma, che per volere del governo è diventato l’organo competente sui procedimenti di convalida o proroga del trattenimento delle persone richiedenti asilo (spostando lì le competenze dalle sezioni specializzate dei tribunali), non hanno convalidato il trattenimento in Albania.

Secondo quanto emerso sei delle 12 persone migranti riportate in Italia hanno visto non convalidato il trattenimento in Albania per mancanza dei requisiti giuridici, l’altra metà perché non idonei alla detenzione nel Cpr di Gjader per ragioni di salute.

La Corte d’Appello di Roma ha accolto la tesi, sostenuta anche dall’ASGI, dichiarando che né il Protocollo Italia-Albania né la legge di ratifica, anche dopo le modifiche introdotte dal Decreto-Legge 37/2025, consentono il trattenimento di richiedenti asilo nel Cpr di Gjader. Tale trattenimento sarebbe consentito esclusivamente nell’ambito delle procedure accelerate in frontiera, attualmente di fatto sospese in Albania in attesa della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Il ministero dell’Interno non ha dato spiegazioni sui motivi per cui sono stati riportati in Italia i 6 migranti giudicati non idonei al trattamento in Albania.

di: Redazione - 30 Aprile 2025

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