Il Quarto Tricolore
Piazzetta Rosario di Palazzo il cuore azzurro dei Quartieri Spagnoli: festeggiare lo scudetto del Napoli insieme ai turisti
Il racconto delle ultime tre partite del campionato di Serie A, viste in mezzo alla gente tra i vicoli della città. Tanta sofferenza ma anche l'esplosione finale di gioia. Tra cori, sorrisi, lacrime, bandiere e fuochi d'artificio, il reportage dalla città Campione d'Italia
Sport - di Andrea Aversa

Genoa, Parma e Cagliari. È stato questo il percorso finale del Napoli, verso la vittoria dello scudetto. Tre partite durante le quali la squadra guidata da Antonio Conte ha ottenuto due pareggi e una vittoria. Cinque punti che hanno permesso ai partenopei di conquistare il quarto tricolore della storia del club. Nel mezzo, la gioia per il pareggio della Lazio contro l’Inter, passaggio che ha determinato l’esito del campionato. Questa strada per gli azzurri è stata caratterizzata dalla sofferenza (sportiva si intende). I tifosi deboli di cuore e di stomaco hanno rischiato grosso ma ne è valsa la pena: alla fine ha prevalso la gioia e i napoletani hanno potuto festeggiare con merito.
Piazzetta Rosario di Palazzo il cuore azzurro dei Quartieri Spagnoli
I tre match li abbiamo visti in uno dei luoghi ‘cult’ del tifo azzurro: in piazzetta Rosario di Palazzo, ai Quartieri Spagnoli. Nel cuore di Napoli, a pochi passi dal murale dedicato a Diego Armando Maradona. In quei pochi metri quadri tra i vicoli della città, abbiamo goduto della genuina ospitalità di Cinzia, la ‘Regina’ del bar Sprizzolone e degli amici e parenti che hanno lavorato con lei. Tra loro Susy, addetta alle comande e alle bibite e Antonio, per tutti il ‘Re’ della festa. Insieme ai tanti turisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, abbiamo fatto parte di un’anima unica e unita, ovviamente e rigorosamente azzurra.
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Sorrisi, lacrime, cori, bandiere e fuochi d’artificio: festeggiare lo scudetto del Napoli insieme ai turisti
Napoli – Genoa è stata un’altalena di emozioni. Dal doppio vantaggio dei partenopei, al doppio pareggio dei rossoblù. Insomma, dalle stelle alle stalle con l’ansia che iniziava ad impadronirsi dei tifosi. Io ero seduto al tavolo noto come ‘Capelli bianchi‘, il motivo era la presenza di Vincenzo, 70enne dei Quartieri Spagnoli con barba e capelli appunto bianchi (detto per questo motivo ‘Garibaldi‘) che insieme al figlio e a un gruppo di amici, hanno guardato le partite del Napoli sempre allo stesso tavolo e sempre nelle stesse posizioni. Giusto per essere un pochino scaramantici. Davanti e di fianco a loro la compagine ‘storica’ dello Sprizzolone, persone che non hanno mai saltato un match e sempre pronte, però, a saltare di gioia cantando i cori degli azzurri.
Parma-Napoli è stata la partita della depressione, sventata solo grazie al pareggio della Lazio contro l’Inter. La tristezza dello zero a zero ottenuto al Tardini è stata cancellata dalla doppietta di Pedro. L’attaccante biancoceleste è subito diventato il protagonista di un coro che ha ripreso l’omonima e famosa canzone cantata, ballata e portata in auge da Raffaella Carrà. In fondo, i napoletani un motivo per festeggiare ed esorcizzare le sensazioni negative, devono sempre trovarlo. E ci sono riusciti anche questa volta. In mezzo a loro i tanti turisti e studenti erasmus. Francesi, spagnoli, inglesi ma anche famiglie, coppie e giovani provenienti dal Nord Italia, pronti a farsi travolgere dall”onda azzurra‘.
E in occasione di Napoli-Cagliari quest’onda si è trasformata in tsunami. Uno tsunami di felicità, in una piazza tinta di azzurro. Bandiere, cori, fumogeni e fuochi d’artificio. I bambini che si divertivano e gioivano. È stato davvero emozionante condividere tutto ciò con i turisti, che indossavano quasi tutti la maglietta del Napoli. Il calcio, lo sport, come collante di tante persone diverse che mai prima d’allora si erano incontrate. Se Maria è arrivata con le sue amiche dall’Argentina per sostenere la squadra in cui ha vinto la leggenda Maradona, David e Milena ne hanno approfittato per trascorrere un fine settimana nel capoluogo campano. Giovanni, invece, è giunto in città con la sua comitiva da Venezia e non gliene fregava nulla di ‘essere del Nord’, questa sarebbe stata una festa da non perdere per nessun motivo.
Felicità
Ed è andata proprio così. Al triplice fischio finale i tifosi del Napoli, partenopei e non, hanno potuto dare sfogo a tutta la loro felicità. Chi si abbracciava, chi piangeva, chi non smetteva di ridere. Poi via alla festa e ai caroselli in strada con bandiere, sciarpe e maglie azzurre. Fiumi di persone hanno raggiunto piazza Trieste e Trento e piazza del Plebiscito, i luoghi simbolo dei festeggiamenti. Ma si è festeggiato in tutta la città, in posti altrettanto iconici, come l’esterno dello stadio Diego Armando Maradona e nei pressi del murale dedicato al fuoriclasse argentino. Un’intera città a cuore aperto, un popolo unito dalla ‘fede’ calcistica. E con loro molte altre persone che di sicuro hanno vissuto un’esperienza irripetibile. Così, inaspettatamente, punto dopo punto ma con testardaggine e determinazione, il Napoli e i suoi tifosi hanno messo in bacheca il quarto scudetto.