Le dichiarazioni sui salari

Meloni si aggrappa alla “frase fantasma” di Mattarella sugli stipendi: ma tra premier e Quirinale c’è tensione

Nella versione scritta e inviata ai giornali si parlava di “famiglie che non reggono”. Leggendo il discorso, però, il capo dello stato ha cancellato quella frase per non apparire troppo critico con il governo, anche se le tensioni esistono davvero. Ieri in un’intervista la premier ha provato a sfruttare l’equivoco

Politica - di David Romoli

3 Maggio 2025 alle 07:00

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

La premier corregge il capo dello Stato e spiega come interpretare le sue parole sul lavoro, cioè all’opposto di come le aveva lette la totalità dei giornalisti e commentatori. Persino per un Paese in cui, da tutte le parti, la propaganda ha perso ogni senso del limite sembrerebbe un’esagerazione e l’intervento a gamba tesa, sul Colle, non deve essere piaciuto affatto. Ma se la premier ha potuto permettersi uno strafalcione istituzionale come questo è perché ha potuto sfruttare, amplificandolo a dismisura, un equivoco che il Colle non ha saputo chiarire in tempo.

La premier, ieri, è uscita con un’intervista a tutto campo pubblicata dall’agenzia “amica” Adn-Kronos. Nessun contraddittorio e Giorgia si è limitata a ripetere quanto già detto in numerose precedenti occasioni un po’ su tutto. Ha ammesso di essere al di sotto delle sue stesse aspettative solo su un fronte, quello della natalità. Sul lavoro ha adoperato gli stessi toni trionfalistici già sentiti nel video spot per il primo maggio, ormai una tradizione dato che Meloni ne gira uno ogni anno variando di poco la sceneggiatura: “Vogliamo essere ricordati come il governo che ha aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro. Proprio su questo sono fiera che il governo abbia reperito, insieme all’INAIL, ulteriori 650 milioni su questo tema, che sommati ai 600 milioni già previsti quest’anno, portano a oltre un miliardo e 250 milioni la dotazione disponibile”.

Solo su questo punto però arriva una domanda apparentemente scomoda. Il capo dello Stato, nel suo messaggio per il primo maggio, aveva ricordato che molte famiglie “non reggono” l’aumento del costo della vita per i bassi salari. Come pensa di muoversi l’intervistata? Non è una domanda ma un assist e Giorgia lo coglie al volo: “Non ho sentito quelle parole riportate da alcuni organi di stampa. Il presidente ha giustamente ricordato una dinamica salariale negativa nel lungo periodo anche se dal 2024 si assiste a una ripresa. Abbiamo molto da recuperare ma sono particolarmente fiera del cambio di rotta”. La frase citata, certamente non a caso, effettivamente Mattarella non la ha mai detta. Nel testo stampato, distribuito preventivamente ai giornali, c’era: “Tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita. Salari insufficienti sono una grande questione per l’Italia”. Leggendo il testo il presidente lo aveva però corretto, eliminando la frase sulle famiglie allo stremo e attenuando il passaggio sui salari: “Salari inadeguati sono un grande problema per l’Italia”.

Il significato del messaggio cambia poco. Il tasso di vis polemica però scema di parecchio e certamente la correzione in corsa di Mattarella dipende proprio da suo non voler apparire troppo critico nei confronti del governo. Proprio perché le tensioni esistono davvero e sono parecchie il presidente è da sempre molto attento a calibrare le sue parole accentuando il carattere critico solo in determinate occasioni. E’ possibile, ma tutt’altro che certo, che abbia pesato anche un altro elemento. Il presidente è furibondo con il Pd di Elly per l’astensione nel voto sul riarmo europeo. Non si può escludere che volesse evitare di far suonare il suo discorso per il primo maggio come un esplicito sostegno alla campagna del centrosinistra sul salario minimo. L’ufficio stampa, essendo il senso del discorso immutato, ha ritenuto evidentemente inutile avvertire le redazioni e proprio la frase cancellata è diventata il cavallo di battaglia dell’opposizione. Il discorso del presidente è diventato così oggetto di un tiro alla fune abbastanza sconcio per il tentativo di strattonare di brutto il capo dello Stato.

La realtà infatti cambia ben poco a seconda che la si interpreti con la lente del testo scritto o di quello letto. Effettivamente i dati del 2024 registrano un aumento del potere d’acquisto nella misura di circa il 2,4%, che non recupera però la perdita dei due anni precedenti e il saldo, rispetto al 2008, resta negativo di circa 8 punti. Un’enormità. La crescita del 2024 è effettivamente più alta che nel resto d’Europa, dove però il potere d’acquisto era costantemente aumentato nei decenni precedenti, mentre solo in Italia è drasticamente calato. Comunque si leggano le parole di Mattarella l’introduzione di un salario minimo, peraltro esistente in tutta Europa e chiesto perentoriamente dall’Unione, resta necessario e urgente. Al netto della propaganda e della pessima abitudine comune a tutti di tirare per la giacca il capo dello Stato.

3 Maggio 2025

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