Buon Primo Maggio!

Il lavoro in Italia è uno scandalo: i 364 giorni all’anno di sfruttamento e schiavitù e la strada della rivolta

Oggi è il primo maggio. Festeggiamo, in tutt’Italia. E poi prepariamoci ai prossimi 364 giorni di lavoro duro, sfruttamento e per molti vera e propria schiavitù. Vogliamo reagire?

Politica - di Piero Sansonetti

1 Maggio 2025 alle 11:24

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Il governo, dopo la sferzata del Presidente della Repubblica, ha stanziato un po’ di spicci per aumentare la sicurezza sul lavoro. Circa la metà dei soldi che aveva stanziato per organizzare l’inutile campo di concentramento per i profughi in Albania. Dove oggi sono rinchiuse una trentina di persone. Gli incidenti sul lavoro invece, in Italia, sono circa un milione all’anno. I morti sul lavoro sono più di mille. I pochi milioni stanziati (poi dovremo controllare che arrivino davvero e andare a vedere come saranno utilizzati) serviranno quasi a nulla.

Mattarella però non aveva parlato solo della piaga degli “omicidi bianchi”. Aveva segnalato l’esistenza di milioni di famiglie dove gli adulti lavorano ma gli stipendi sono così bassi da lasciare genitori e figli sotto la soglia di povertà. Mattarella ha fatto notare che negli ultimi 15 anni il potere di acquisto dei salari e degli stipendi è aumentato in quasi tutta l’Europa ma in Italia è sceso. In Italia, in modo speculare, sono aumentati i profitti. Cioè la divisione della torta della ricchezza ha favorito quelli che già erano più ricchi, aumentando la misura della povertà e anche la profondità della povertà Mattarella ha detto che è uno scandalo.

Il governo si è riunito, ha esaminato velocemente il problema e ha stabilito che non è uno scandalo. Ha deciso che siccome la situazione dell’economia è difficile, è giusto che i poveri tirino la cinghia, perché in fondo ci sono abituati. Il governo si ostina a negare la possibilità di una legge che stabilisca un salario minimo. Le opposizioni chiedono un salario minimo molto modesto: 9 euro lordi per ogni ora di lavoro. In quasi tutt’Europa il salario minimo è abbondantemente sopra i 10 euro. Con 9 euro all’ora, se lavori a tempo pieno per 40 ore alla settimana, porti a casa circa 1400 euro lordi. Cioè un migliaio di euro netti. Se vivi in una grande città con quei soldi ci paghi l’affitto. Poi per mangiare e bere chiedi la carità. Comunque, ad oggi, questi nove euro non sono garantiti e il governo ritiene che siano un lusso.

Le opposizioni dicono spesso che meno di 9 euro all’ora è sfruttamento. No: meno di 9 euro all’ora è schiavitù. Lo sfruttamento, un robusto sfruttamento c’è anche a quindici euro all’ora e persino a venti o trenta. Perché il dipendente, secondo le leggi di mercato, viene comunque sfruttato dall’imprenditore che lo paga per una cifra inferiore al valore di quello che il dipendente produce. Il problema è di vedere quanto lo sfrutta, non se lo sfrutta. Sotto i nove euro non si tratta più di sfruttamento ma di schiavitù. Che da alcuni secoli è proibita, in Europa (negli Stati uniti fu abolita per legge circa 165 anni fa).

Ieri per la prima volta in Italia sono state condannate in via definitiva alcune persone per riduzione in schiavitù di un gruppo di braccianti africani. È molto importante questa sentenza. Anche se dimezzata. La magistratura ha condannato i caporali ma non i proprietari terrieri. Ha stabilito che il reato sta nella riduzione in schiavitù – con la forza del ricatto – ma non nell’avere beneficiato di questa riduzione in schiavitù. Non è una bella cosa. Oggi è il primo maggio. Festeggiamo, in tutt’Italia. Da Portella della Ginestra ed Aosta. E poi prepariamoci ai prossimi 364 giorni di lavoro duro, sfruttamento e per molti vera e propria schiavitù. Vogliamo reagire? La strada è quella che ha indicato Landini: la rivolta.

1 Maggio 2025

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