Il ricordo della strage del 2015

Anche Mattarella sta con le Ong e affonda il governo: “Conta la legge del mare”

Un intervento del presidente della Repubblica nel decimo anniversario di una delle più terribili stragi di naufraghi. In netto contrasto con la linea del governo

Politica - di Piero Sansonetti

19 Aprile 2025 alle 07:00

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Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica
Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

“Erano persone che disperatamente cercavano una vita migliore, fuggendo da guerre, persecuzioni, miseria”. Comincia così una dichiarazione rilasciata ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel decennale di una delle stragi più spaventose avvenute nel Mediterraneo per mancanza di soccorsi. Era il 18 aprile del 2015. I morti furono probabilmente circa 1000. I superstiti furono 28. Una nave di profughi si rovesciò al largo della Libia, mentre era diretta a Lampedusa. La procura di Catania aprì una inchiesta ma non trovò colpevoli a parte un presunto scafista.

La dichiarazione di Mattarella cade nei giorni nei quali il governo italiano, la commissione europea e la stampa di destra e moderata stanno conducendo una campagna per ridurre al minimo la possibilità di ottenere lo stato di rifugiato, da parte dei profughi che sbarcano in Europa, indicando come paesi democratici e sicuri molti paesi governati da vere e proprie dittature al di fuori di ogni vaga somiglianza con lo Stato di diritto. Mattarella nella sua dichiarazione entra in polemica aperta e consapevole con il governo e in particolare con la presidente del Consiglio, col vicepresidente Salvini e col ministro dell’Interno Piantedosi. Spiega che l’unica legge da rispettare è la legge del mare, che impone il salvataggio. Non fa nessun riferimento al rispetto dei decreti che negli ultimi anni si sono interposti in modo clamoroso tra l’Italia e il diritto. E afferma che voltare le spalle di fronte alle tragedie del mare è un atteggiamento che viola i valori della nostra civiltà.

Dopodiché rivolge un esplicito apprezzamento alle navi italiane che sono riuscite in condizioni estreme a salvare vite umane, con un evidente riferimento non solo alla Guardia Costiera ma in particolare alle navi delle Ong. Cosa intende Mattarella con l’espressione “voltare le spalle”? Sicuramente c’è un riferimento a Cutro, cioè al disastro avvenuto poco più di due anni fa sulle coste calabresi, provocato dal mancato intervento delle autorità italiane. Ma probabilmente il presidente si riferisce anche alle nuove leggi che impongono alle Ong di rispettare una burocrazia assurda, varate con lo scopo evidente e dichiarato di ridurre la presenza in mare delle navi di salvataggio, e dunque di aumentare il numero dei naufragi e delle vittime. La sciagura di dieci anni fa alla quale fa riferimento la dichiarazione di Mattarella risale alla notte tra il 18 e il 19 aprile del 2015. Si ribaltò in mezzo al mare una nave eritrea molto grande. E un mercantile portoghese che era nei paraggi riuscì a salvare una parte piccolissima dei naufragi. 28 su mille.

La tragedia avvenne pochi mesi dopo la chiusura da parte dell’Italia del programma di soccorsi che si chiamava “Mare Nostrum”. Era stato deciso dal governo Letta (ministro dell’Interno Alfano). Il governo Letta era sostenuto dal Pd, dal “Popolo delle Libertà” (cioè il partito di Berlusconi del quale faceva parte Alfano) e da alcuni partiti minori. Il programma “Mare Nostrum” era finalizzato espressamente ai salvataggi. E fu molto utile. Era stato istituito all’indomani di un’altra tragedia: il naufragio di un’imbarcazione a pochissime miglia da Lampedusa, avvenuta il 3 ottobre del 2013, che era costata la vita a quasi 400 persone. Mare Nostrum iniziò ad operare appena due settimane dopo questa tragedia: il 18 ottobre 2013. Pochi mesi dopo, però, il governo Letta cadde ( 14 febbraio 2014) e fu sostituito dal governo Renzi. Nell’ottobre successivo, il programma “Mare Nostrum” fu chiuso. E sostituito da un programma a guida europea, “Triton”, che aveva come scopo non più il salvataggio dei naufraghi, ma la difesa della frontiera europea, e cioè il respingimento dei migranti.

La sciagura dell’aprile 2015 alla quale si riferisce Mattarella fu probabilmente uno degli effetti del programma “Triton” e della nuova linea politica europea che era – ed è – quella di usare il “pushback-factor” per evitare troppi sbarchi. Il “pushback-factor” è molto semplice: meno sono i soccorsi in mare, più si accorcia il rapporto tra sbarchi e morti, più gli africani avranno paura a imbarcarsi e dunque ad arrivare in Europa. Mattarella ieri ha rovesciato questa idea. Che, è facile da capire, è un’idea assolutamente barbara. È però molto probabile che nessuno lo ascolterà.

 

19 Aprile 2025

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