Gommone rovesciato
Accanimento contro le ong: la logica del decreto Piantedosi e la nuova strage nel Mediterraneo
La logica del decreto Piantedosi questa è: non soltanto cercare di tenere lontane le navi delle ong dal Mediterraneo centrale ma anche costringere chi i soccorsi li fa lo stesso a sbarcare i naufraghi più lontano possibile con il maggior numero di disagi e di rischi possibili.
Cronaca - di Angela Nocioni
Naufragio, almeno sessanta dispersi. Si è rovesciato un gommone ieri sera nel canale di Sicilia, nella zona di mare in cui fino a due giorni fa stava la nave di soccorso Ocean viking, della ong Sos mediterranée.
Stava, perché dopo aver fatto un salvataggio è stata spedita a Livorno. Se fosse rimasta in zona sarebbe potuta intervenire per salvarli. La Ocean Viking, nel canale di Sicilia con 26 naufraghi a bordo, l’altro ieri ha chiesto un porto sicuro e ha avuto come destinazione obbligatoria Livorno. Non un qualsiasi porto siciliano, ma Livorno.
Con condizioni meteo marine di tempesta lungo la rotta, temporali e raffiche di vento fino a forza 9. Questo vuol dire che se l’equipaggio, invece di cercare un ridosso a Sciacca per trovare riparo, avesse deciso di continuare la navigazione per portare prima possibile i naufraghi a terra, ieri e stanotte avrebbe dovuto affrontare onde fino a 4 metri di prua mettendo quindi a rischio tutte le persone a bordo.
Le condizioni meteomarine rimangono proibitive lungo la rotta fino a verso le 13 di oggi, con vento da nord est forza 7 e raffiche di 8, 9. Tutte queste informazioni erano note a chi ha assegnato Livorno come porto di sbarco. Le previsioni davano fenomeni meteomarini intensi fi no al pomeriggio di oggi quando il vento sarà forza 5,6 da nord est e si potrà navigare con un metro e mezzo d’onda.
Non gli si poteva assegnare subito un porto sicuro in Sicilia? Li si doveva obbligare a risalire il Tirreno con 26 naufraghi a bordo? La logica del decreto Piantedosi questa è: non soltanto cercare di tenere lontane le navi delle ong dal Mediterraneo centrale – dove devono poter agire lontano da testimoni i miliziani libici (da inizio anno 15mila deportazioni, 955 morti accertati e 1250 dispersi secondo i dati delle Nazioni Unite – ma anche costringere chi i soccorsi li fa lo stesso a sbarcare i naufraghi più lontano possibile con il maggior numero di disagi e di rischi possibili. Pena per chi disobbedisce a norme chiaramente contrarie alla legge del mare e al diritto internazionale: fermo amministrativo della nave e multe di decine di migliaia di euro. Questo è il governo Meloni.