I tagli all'agenzia Usa
Trump taglia i fondi alle organizzazioni umanitarie: “Senza fonti 163mila bambini a rischio morte”
Da Save the Children a Emergency, a Unicef: le organizzazioni umanitarie lanciano l’allarme. Msf: “Lo stop potrebbe causare la morte di 163.500 bambini”. Solo nel 2023, l’Agenza ha gestito oltre 40 milioni di dollari
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

La scure di Trump si abbatte su UsAid. E mette a rischio la vita di decine di milioni di persone, le più deboli e indifese, al mondo. Un fatto senza precedenti, di una gravità assoluta. Creata nel 1961 durante la presidenza Kennedy, in questi anni UsAid ha contribuito alla realizzazione di vaccinazioni di massa e alla lotta contro la malnutrizione, le pandemie, l’Hiv, ma anche alla protezione delle donne in contesti di violenza estrema. Solo nel 2023 ha gestito oltre 40 milioni di dollari, posizionando gli Stati Uniti al vertice dei Paesi che hanno erogato più fondi a favore degli aiuti umanitari. A beneficiare di questi soldi sono state organizzazioni umanitarie operative in 130 Stati e per molte di loro si trattava della principale fonte (se non l’unica) di approvvigionamento da investire sul territorio.
È l’intero mondo solidale a lanciare un accorato, disperato, grido d’allarme: Save the Children, Terre des Hommes, Emergency, ActionAid, Oxfam, Unicef, Oms, Pam… Intersos si è detta molto preoccupata per l’impatto negativo sul sistema umanitario e sulla vita delle persone colpite da questi tagli. “Questa è una sfida incredibile per il sistema umanitario“, rimarca il direttore generale di Intersos, Konstantinos Moschochoritis. “La nostra prima preoccupazione è naturalmente per le persone che ci sforziamo di assistere, per le quali stiamo conducendo con urgenza la modifica dei nostri programmi e l’utilizzo delle nostre riserve per coprire i costi inevitabili. Allo stesso tempo, purtroppo, siamo costretti a rivedere le nostre previsioni di budget e a ridurre i costi previsti per i prossimi mesi, il che avrà un impatto serio sulle nostre capacità di fornire assistenza essenziale nei paesi più colpiti. Tuttavia, desideriamo sottolineare che continuiamo a fornire assistenza umanitaria alle comunità più vulnerabili in tutti i nostri 23 contesti operativi, con il supporto dei nostri altri donatori, e continuiamo a cercare altre soluzioni di finanziamento nel tentativo di coprire le recenti lacune di finanziamento.”
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Denuncia Medici senza frontiere: “La sospensione improvvisa dell’assistenza sanitaria e umanitaria sta già causando una crisi senza precedenti per milioni di persone vulnerabili, tra cui persone rifugiate, sfollate, bambini a rischio di malaria e persone affette da Hiv e tubercolosi. Senza cure adeguate, molte di queste persone rischiano di perdere la vita. L’arresto generalizzato dell’assistenza estera da parte dell’amministrazione Trump ha già determinato la perdita di aiuti sanitari salvavita. Solo nelle ultime settimane, i team di Msf hanno assistito alla chiusura improvvisa di cliniche e servizi essenziali finanziati da UsAid, lasciando le persone prive di cure e in una situazione di totale incertezza. team di Msf stanno assistendo a una crescente confusione e disperazione tra i pazienti e gli operatori sanitari, mentre cliniche e servizi essenziali vengono chiusi da un giorno all’altro a causa della mancanza di fondi e personale”.
Lo stop di UsAid lascerebbe un milione di bambini senza accesso ai trattamenti, con la morte di 163.500 bambini. Drammatiche anche le conseguenze di lungo termine. Bambini malnutriti andrebbero incontro a uno sviluppo cognitivo e fisico deficitario, senza contare i costi economici della malnutrizione attraverso la perdita di capitale umano e l’aumento delle spese sanitarie. Secondo Banca mondiale, investire un dollaro nella lotta alla malnutrizione equivale a garantire 23 dollari in termini di capitale umano e prosperità economica di un Paese. Per Carlo Ruspantini, direttore generale di Africa mission, lo stop agli aiuti «è a dir poco traumatico, sia per metodo sia per gli effetti provocati nell’immediato e sulle programmazioni future delle organizzazioni non profit, dei tanti dipendenti locali rimasti senza un lavoro, dei tanti, troppo bisognosi rimasti senza un sostegno spesso essenziale alla sopravvivenza”.
Non c’è solo la malnutrizione, ovviamente. Dei 38 miliardi di dollari che UsAid ha speso nel 2023, quasi 20 sono stati destinati a programmi sanitari e all’assistenza umanitaria per rispondere alle emergenze e aiutare a stabilizzare le regioni devastate dalla guerra. “Stiamo monitorando gli impatti – spiega Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa-Italia – perché anche le comunità supportate da Amref stanno risentendo dello stop agli aiuti”. Al momento, infatti, sono 20 i progetti dell’organizzazione che hanno dovuto sospendere le attività”. Come ha dichiarato Alistair Dutton, segretario generale di Caritas Internationalis (162 organizzazioni cattoliche di soccorso e sviluppo in 200 paesi nel mondo): “Riconosciamo il diritto di ogni nuova amministrazione di rivedere la propria strategia di aiuto all’estero. Tuttavia, il modo spietato e caotico in cui questa decisione insensibile viene attuata minaccia la vita e la dignità di milioni di persone (…), destabilizzerà le regioni che dipendono da questo sostegno e condannerà milioni di persone alla povertà disumanizzante o addirittura alla morte. Questo è un affronto disumano alla dignità umana”.