Il caso milanese
Inchiesta urbanistica a Milano, una vecchia storia che le indagini non fermeranno: l’ha dimostrato Mani Pulite…
La vicenda dell’urbanistica milanese va al di là delle responsabilità penali dei singoli. L’intervento giudiziario non è un argine se la politica non si rigenera: Mani Pulite l’ha dimostrato...
Giustizia - di Frank Cimini

L’arresto per corruzione dell’architetto Giovanni Oggioni ex componente della commissione paesaggio è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso portando Palazzo Marino a ritirare la legge Salva Milano fino a pochi giorni fa difesa a spada tratta. “Non ci sono più le condizioni” ha detto Elly Schlein, segretaria del Pd, il partito più coinvolto di tutti, ma non certo il solo in questa storia di enormi speculazioni edilizie che duravano da anni e anni.
In realtà “le condizioni” non c’erano neppure prima per quella legge che secondo la procura di Milano era stata ideata con il concorso degli indagati, stando all’ordine di custodia per Oggioni, al fine di bloccare le inchieste. Dice l’architetto Luigi Caprarella ex dirigente di Rifondazione Comunista uscito dal partito per non aver condiviso la politica urbanistica della giunta precedente retta da Pisapia: “La faccia di tolla di costituirsi parte civile verso se medesimi è degna del carnevale. Si tratta di portare alla luce un sistema nelle sue ramificazioni politiche economiche e amministrative senza risolvere il tutto, mettendo in croce poche mele marce”. Oggioni non sembra infatti, da quanto emerge, una mela marcia isolata per i rapporti che aveva con i costruttori e con i referenti politici.
Questa storia dell’urbanistica milanese va sicuramente al di là delle responsabilità penali dei singoli che saranno chiarite in un tempo che non può essere breve. Ci sono una ventina di tronconi di inchiesta che crescono giorno per giorno su cortili, cascine, ruderi ristrutturati realizzando grattacieli di molti piani dopo aver inoltrato una semplice segnalazione di avvio dei lavori. Togliendo spazio e aria ai cittadini, pochi dei quali organizzati in comitato per contestare lo scempio di una sorta di sacco di Milano.
Del resto la stessa giunta aveva ammesso che qualcosa di irregolare c’era, perché un po’ dopo i primi sequestri disposti dai giudici aveva alzato le tariffe degli oneri di urbanizzazione riconoscendo che in precedenza erano troppo favorevoli ai costruttori. Ma compiuto questo passo era continuata la cantilena della Salva Milano. poi ritirata ieri l’altro, ma che se fosse stata approvata avrebbe permesso l’autorizzazione agli abusi in tutto il paese. Non pare affatto azzardato sostenere, alla luce di quanto sta accadendo, che questa vicenda dal punto di vista politico è anche peggio di Mani pulite. E che se la politica non riesce a rigenerarsi nemmeno l’intervento giudiziario alla fine arginerà il fenomeno. Infatti Mani pulite alla corruzione fece un baffo. E siamo ancora qui.