La notizia "La Verità"
Dossieraggio contro Casarini: chi ha passato intercettazioni, chat e mail a Belpietro?
Con cento milioni di euro, quante persone potevano essere aiutate, accolte, curate? Vado a Ragusa e mi piacerebbe chiedere al giudice come valuta il fatto che gli atti e le intercettazioni che lei non ha ancora visto, sono stati pubblicati a puntate sul giornale.
Editoriali - di Luca Casarini
Il dossieraggio di Belpietro rappresenta il paradigma di questo paese. Visto che la ridicolaggine di questi “rubagalline”, si direbbe in gergo carcerario, ha scelto me, la mia vita pubblica e privata, per provare a scimmiottare il giornalismo di inchiesta, permettetemi un po’ di riflessioni personali.
Non vinceranno il Pulitzer, casomai collezioneranno altre condanne per aver ottenuto, grazie a qualche corrotto funzionario pubblico, atti coperti dal segreto istruttorio. Li hanno tagliuzzati stravolgendone il senso, prima ancora che ci potesse essere una istruttoria, per processarmi a mezzo stampa.
Hanno usato questo materiale, conversazioni, chat e mail, da veri spioni: tutto quello che avete letto, con il reato contestatomi dalla procura di Ragusa, non c’entra niente.
I tratti ridicoli della vicenda, partono dalla scelta di usare me. Mi definiscono come “Capitan Fracassa”, non si capisce come capace di scalare persino il Vaticano. Io non sono nessuno e mi rappresentano come una specie di Al Capone.
Ho tentato di considerare seriamente il tutto, come mi consigliano i miei amici avvocati. Faccio fatica. Cioè non ci posso credere che mentre a Gaza muoiono migliaia di bambini, mentre altri sono tenuti in ostaggio, mentre in mare affogano persone, ecco mentre accade tutto questo, il problema per noi dovrebbe essere stare dietro a queste scemenze.
Dicevo a Don Mattia – persona preziosa per la Chiesa dei poveri, degli ultimi, dei cristiani veri – che questi non sono “i servizi”. Quando vogliono organizzare gli agguati, quelli lo fanno seriamente (le stragi, Marcinkus e Sindona, Falcone e Borsellino, per citarne alcuni). Ma questa cosa qui contro di noi, è messa in piedi da quattro poveretti, forse, questo sì, un pochino posseduti.
Non ce la faccio nemmeno ad odiarli, e questa per me è davvero una grazia: per anni ho provato anche odio e rancore, e mi ha solo fatto male. Provo pietà per loro, per la loro condizione di infinita frustrazione. Deve essere stato un colpo al cuore per questi, vedermi vicino al Papa.
Non perché c’ero io, ma perché non c’erano loro. Chi confonde il potere e il successo, con la potenza della misericordia, non può capire. Provo davvero pietà per loro, perché vivere per fare del male a persone che fanno del bene, deve essere terribile quando ognuno sarà chiamato a fare i conti con se stesso. (Non sono io che faccio del bene, ma quelli a me vicini come Don Mattia, Don Matteo Zuppi, Don Corrado Lorefice, Don Mimmo Battaglia e tanti altri, fino al nostro caro Francesco).
E dunque, oggi ho questa prima udienza preliminare a Ragusa. Ci vado dopo questa settimana di “passione” tutta dentro la nostra “bolla”, per una cosa ridicola. Vi pare che l’argomento possa essere se io riesco a pagare l’affitto con i soldi dei vescovi, cosa comunque ridicola e falsa, difronte al fatto che con le tasse di tutti gli italiani si spenderanno cento milioni di euro all’anno per costruire un campo di detenzione per migranti in Albania?
Con cento milioni di euro, quante persone potevano essere aiutate, accolte, curate? Vado a Ragusa e mi piacerebbe, non credo sia possibile, chiedere al giudice come valuta il fatto che gli atti e le intercettazioni che lei non ha ancora visto, sono stati pubblicati a puntate sul giornale.
Guarderò negli occhi, quando sarò in aula, il pubblico ministero, quello che mi accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, a causa del soccorso di 27 esseri umani abbandonati in mare. Con gli occhi, perché parlare non posso, gli chiederò: sei stato tu, che avevi in consegna quelle carte, e per legge ne sei il custode, a diffonderle? Se non sei stato tu, sai come è potuto succedere?