Il piano di pace Putin-Trump

Cosa prevede il ‘patto di Riad’ tra Usa e Russia per l’Ucraina (senza Zelensky e l’Ue)

Morale della favola. A Parigi si chiacchiera. A Riad si decide. Non siamo alla pace, ma ci si avvicina. La pace del tycoon e dello zar. Prendere o lasciare. Ma chi lascia?

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

19 Febbraio 2025 alle 07:00 - Ultimo agg. 19 Febbraio 2025 alle 10:03

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Cosa prevede il ‘patto di Riad’ tra Usa e Russia per l’Ucraina (senza Zelensky e l’Ue)

Non è stato l’inizio di una Yalta 2.0, ma neanche una photo opportunity. Riad è molto più di una risposta al summit di Parigi. È il primo passo di una trattativa tra i player che contano: Usa e Russia. Trump e Putin. Con l’aggiunta, tutt’altro che secondaria, dell’Arabia Saudita del principe ereditario del Regno Saud: Mohammad bin Salman.

Il piano di pace degli Stati Uniti e della Russia prevede anche nuove elezioni in Ucraina. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando il post su X di una giornalista di Fox. Il piano ha tre fasi: il cessate il fuoco, le elezioni in Ucraina e un accordo finale. Nota bene: le elezioni in Ucraina verrebbero prima dell’accordo finale. E visto che Zelensky non gode più di grande popolarità interna… Usa e Russia intendono costringere il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a convocare le elezioni ed entrambi ritengono che «abbia una chance molto bassa» di essere rieletto. È quanto scrive Fox News, sulla base di quanto appreso da fonti diplomatiche dopo i colloqui di Riad tra le delegazioni di Washington e Mosca.

Il presidente ucraino reagisce stizzito. Zelensky ha annullato il suo appuntamento previsto per oggi in Arabia Saudita. Lo ha annunciato lo stesso presidente ucraino nel corso di una conferenza stampa ad Ankara con il presidente turco Erdogan. «Sul conflitto non accetterò alcun ultimatum» ha aggiunto. «Abbiamo saputo dall’incontro Usa-Russia dal media» ha dichiarato Zelensky per motivare il suo annullamento del viaggio a Riad. L’Ucraina chiede che il tavolo dei colloqui sia allargato anche alla Ue e alla Gran Bretagna. Ipotesi però esclusa da Mosca.  Gli Stati Uniti e la Russia hanno concordato su quattro principi al termine di colloqui durati più di quattro ore in Arabia Saudita. Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio, precisando che il primo principio serve a «ristabilire la funzionalità delle nostre rispettive missioni a Washington e Mosca. Per poter continuare a procedere su questa strada, abbiamo bisogno di strutture diplomatiche che siano operative e funzionanti normalmente». In secondo luogo, prosegue Rubio, «nomineremo un team di alto livello per aiutarci a negoziare e a raggiungere la fine del conflitto in Ucraina in un modo che sia duraturo e accettabile per tutte le parti coinvolte».

Il terzo punto prevede di gettare le basi «per iniziare a discutere, riflettere ed esaminare sia la cooperazione geopolitica che quella economica che potrebbe derivare dalla fine del conflitto in Ucraina». Infine, afferma il segretario di Stato, «noi cinque che eravamo qui oggi (oltre a Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, l’inviato speciale Steve Witkoff, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il collaboratore presidenziale Yuri Ushakov) continueremo a impegnarci in questo processo per assicurarci che proceda in modo produttivo». Poi, l’inevitabile tributo al tycoon. Solo il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato in grado di «spingere la guerra» in Ucraina «verso una conclusione». Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, in dichiarazioni rilanciate dalla Cnn al termine dei colloqui con gli interlocutori russi a Riad. «Anche l’Europa ha imposto sanzioni» alla Russia «e quindi anche l’Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati» sull’Ucraina, «ma prima di tutto dobbiamo mettere fine a questo conflitto e Trump è l’unico leader al mondo che può riuscirci», dichiara Rubio, Poco più di un premietto.

«È necessaria una fine definitiva della guerra, non uno stop temporaneo, come è accaduto in passato», ha dichiarato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Mike Waltz, dopo la fine dei colloqui a Riad, a cui ha preso parte, lasciando intendere che i tempi per gli annunci clamorosi saranno lunghi. Ci saranno discussioni sul territorio, ci saranno discussioni sulle garanzie di sicurezza, «gli elementi di base fondamentale sottostanti e a cui saranno ancorati i negoziati». «Ma la cosa più importante è che l’auspicio del Presidente, e la sua determinazione, è di porre fine a questa guerra, porre fine al bagno di sangue in corso…che non è nell’interesse di nessuno dei due Paesi. Non nell’interesse del mondo e certo non nell’interesse degli Stati Uniti e dell’Europa», ha aggiunto.

I colloqui tenutisi ieri a Riad tra le delegazioni russa e americana sono stati «molto utili». Lo ha dichiarato il capo della delegazione russa, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, in conferenza stampa. ​Il processo per i colloqui Usa-Russia sull’Ucraina inizierà «il prima possibile», con la nomina dei rappresentanti al tavolo negoziale, ha aggiunto. Lavrov ha affermato inoltre che le due parti hanno concordato di iniziare «il prima possibile» il processo per i colloqui di pace in Ucraina, e la Russia aspetterà che gli Usa confermino i propri rappresentanti per i colloqui e fornirà poi i nomi anche dei suoi negoziatori. Lavrov ha ribadito la necessità di «creare condizioni» per una più ampia cooperazione Usa-Russia, inclusa la «ripresa delle consultazioni su questioni geopolitiche» e «la rimozione di barriere artificiali sulla strada di una cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa». Morale della favola. A Parigi si chiacchiera. A Riad si decide. Non siamo alla pace, ma ci si avvicina. La pace del tycoon e dello zar. Prendere o lasciare. Ma chi lascia?

19 Febbraio 2025

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