Il piano Usa-Israele
Gaza, Trump insiste sul suo piano per deportare i palestinesi: “Mi impegno ad acquistare e controllare la Striscia”

Nonostante il netto “no” della comunità internazionale, con la sua proposta sposata per ovvie ragioni solamente dal premier israeliano Benjamin Netanyahu e dall’estrema destra messianica, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non fa marcia indietro sul suo folle progetto immobiliare per la Striscia di Gaza, l’enclave palestinese da trasformare in una “Riviera” sotto il diretto controllo Usa.
Il tycoon lo ha ribadito ai giornalisti al suo seguito a bordo dell’Air Force One, mentre era diretto al Super Bowl di New Orleans (vinto dai Philadelphia Eagles, col tycoon che aveva pronosticato invece una vittoria dei Kansas City Chiefs).
“Sono determinato ad acquisire e governare Gaza. Per quanto riguarda la ricostruzione, potremmo coinvolgere altre nazioni del Medio Oriente nella realizzazione di alcune aree. Potrebbero occuparsene sotto la nostra supervisione. Ma il nostro impegno è prenderne il controllo, gestirla e assicurarci che Hamas non torni al potere”, ha detto Trump ai giornalisti, come riferito da Associated Press.
D’altra parte, ha rimarcato il presidente Usa, Gaza “è un cumulo di macerie” dopo 15 mesi di incessanti bombardamenti israeliani, e “quello che rimane verrà raso al suolo”. Trump ha poi sottolineato Paesi arabi sarebbero disposti ad accogliere i palestinesi, almeno due milioni di gazawi da espellere.
Tesi ardita e a cui è difficile credere, considerata la netta opposizione già espressa pubblicamente da tutti i Paesi dell’area, dall’Egitto alla Giordania, i due Stati inizialmente designati nel piano di Trump all’accoglienza dei palestinesi, fino all’Arabia Saudita.
Ma Trump è convinto della riuscita del suo progetto. Se riuscissimo a offrire loro (i palestinesi, ndr) una sistemazione più sicura, l’unico motivo per cui parlano di ritornare a Gaza è che al momento non hanno alternative. Ma con un’opzione diversa, non avrebbero alcun interesse a rientrare”, ha affermato il presidente a bordo dell’Air Force One.
Progetto, quello trumpiano, ovviamente bocciato senza mezzi termini da Hamas. Il gruppo radicale islamico tramite un membro dell’ufficio politico, Izzat al-Rishq, ha ribadito che la Striscia “non è un pezzo di proprietà immobiliare da acquistare e vendere, è una parte inseparabile della nostra terra palestinese occupata”. Per al-Rishq le dichiarazioni di Trump denotano “profonda ignoranza” sulla Palestina e la regione.
Il capo di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, ha detto invece che i piani di Donald Trump per la Striscia di Gaza sono “condannati”: “Li abbatteremo come abbiamo abbattuto i progetti che li hanno preceduti”, ha dichiarato durante una commemorazione del 46° anniversario della rivoluzione iraniana a Teheran.