Aperto un fascicolo
Può Meloni indagata per l’evasione di un assassino chiedere le dimissioni di Santanché (indagata per reato finanziario minore)?
Il bello è che dopo il dibattito in Parlamento e la figuraccia rimediata dai due ministri che hanno fornito versioni opposte sul rilascio del boia, nessuno ha pensato di rassegnare le dimissioni. Nordio e Piantedosi restano tranquilli in poltrona...
Politica - di Piero Sansonetti

Le smentite a mezza bocca, cavalcate dai giornali di destra, valevano poco. Ora c’è la conferma ufficiale: alla Corte penale internazionale c’è un fascicolo che riguarda l’Italia. Si indaga sul perché il governo non solo non s’è adoperato per consegnare all’Aja il boia di Mitiga (cioè Osama Almasri, ricercato per decine di omicidi e stupri) ma al contrario si è dato da fare per farlo fuggire in Libia e metterlo al riparo dalla giustizia internazionale. Se l’accusa dovesse concretizzarsi sarebbe un’accusa gravissima. Uno dei più importanti governi europei sospettato di avere agito negli interessi di uno dei peggiori criminali in circolazione. È un caso senza precedenti.
Non si sa ancora quali esponenti del governo saranno indagati, probabilmente gli stessi che ora sono indagati dalla procura di Roma, e cioè Meloni, Piantedosi e Nordio (forse anche Mantovano), quel che è certo è che il governo non potrà giocare a Pinocchio (copyright Renzi) come ha fatto in Parlamento, ma dovrà offrire a sua difesa fatti concreti. E se accamperà la ragion di stato non si troverà di fronte dei magistrati disposti ad accontentarsi di frasi fatte. La Ragion di Stato, di per sé, è filosofia ( e la filosofia, diceva Benedetto Croce, è un caciocavallo appise….). Qui invece bisogna parlare di cose reali.
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Quale era questa Ragion di Stato? Il governo ha liberato Almasri perché temeva che Almasri potesse rivelare dei segreti sui rapporti tra governo italiano e Libia? Ha liberato Almasri perché da tempo intrattiene rapporti diretti con lui nella gestione del traffico di migranti? Oppure – come si dice sottovoce negli ambienti governativi – perché ha temuto una ritorsione della Libia, che avrebbe minacciato di rilasciare i migranti che ha fatto prigionieri e tiene nei campi di concentramento controllati da Almasri e altri? Cioè il governo ha liberato Almasri per evitare la chiusura dei lager libici? Forse sarebbe la giustificazione più paradossale e ovviamente irricevibile da una Corte di Giustizia.
Il bello è che dopo il dibattito in Parlamento e la figuraccia rimediata dai due ministri che hanno fornito versioni opposte (ed entrambe ampiamente smentite) sul rilascio del boia, nessuno ha pensato di rassegnare le dimissioni. Nordio e Piantedosi restano tranquilli in poltrona. Mentre ieri si è accesa la battaglia sull’obbligo morale delle dimissioni di Daniela Santanchè, accusata di un reato finanziario minore, che nemmeno è troppo facile capire quale sia. Che poi questa battaglia si è accesa fino a un certo punto: le opposizioni hanno tuonato, i partiti della maggioranza se la sono data a gambe lasciando intendere che su Santanchè potrebbero anche cedere. Lei sembra isolata. Ma non cede. Ha detto: “Mi dimetto se me lo chiede la Meloni”.
Domanda: può una premier indagata per favoreggiamento di un criminale assassino chiedere le dimissioni a una ministra indagata per un reato finanziario minore? Beh, è complicato.