L'annuncio della premier

Meloni indagata per il caso Almasri: avviso di garanzia anche a Nordio, Piantedosi e Mantovano

Le accuse di favoreggiamento e peculato. La Presidente del Consiglio: "Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire" ha detto mostrando l'avviso di garanzia. Il "torturatore di Mitiga" arrestato in Italia, rilasciato e rimpatriato con volo di Stato

Giustizia - di Redazione Web

28 Gennaio 2025 alle 18:03

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FOTO DA LAPRESSE + FACEBOOK
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Giorgia Meloni sottende. “Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire“. È indagata per il caso di Njeim Osama Elmasry detto Almasri, capo della polizia giudiziaria libica, fermato a Torino su mandato di arresto della Corte Penale Internazionale ma rilasciato e rimpatriato in Libia con un volo di Stato. La Presidente del Consiglio lo ha fatto sapere lei stessa in un video pubblicato sui suoi canali social.

I reati ipotizzati sono favoreggiamento e peculato. La premier ha spiegato che l’avviso di garanzia è stato inviato anche al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il caso Almasri tiene banco da giorni, il “torturatore di Mitiga” era stato rilasciato poche ore dopo l’arresto perché la misura non era stata convalidata da alcun giudice.

Richiama l’attenzione lo stile di Meloni che, parlando dell’accusa e del mandato d’arresto, assume il solito tono vittimista della destra. È la principale forma di difesa. Sono parole durissime, che tirano in ballo altri processi e altri contesti, durissime soprattutto in tempi di alta tensione con la magistratura. Secondo diverse inchieste giornalistiche indipendenti, Almasri sarebbe uno dei capi del sistema del traffico di migranti nel Mediterraneo, altro che tutti gli scafisti che Meloni aveva promesso di inseguire in tutto il globo terracqueo.

L’annuncio di Giorgia Meloni

“La notizia di oggi è questa: il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri, avviso di garanzia inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Ligotti, ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”.

“I fatti sono abbastanza noti: la Corte Penale Internazionale, dopo mesi di riflessione, emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della Polizia giudiziaria di Tripoli. Curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri 3 Stati europei. La richiesta di arresto della Procura della Corte Penale internazionale non è stata trasmessa al ministero italiano della Giustizia, come invece è previsto dalla legge, e per questo la Corte di Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, piuttosto che lasciare questo soggetto libero sul territorio italiano, decidiamo di espellerlo e di rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza, con un volo apposito, come accade in altri casi analoghi”.

“Questa è la ragione per la quale la Procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri. Vale oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. È possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando in gioco la sicurezza della nazione”.

Chi è Almasri e le accuse della Corte Penale Internazionale

La Corte Penale Internazionale con sede a L’Aja, nei Paesi Bassi, è il più importante tribunale per crimini internazionali e di guerra al mondo. I giudici hanno ritenuto Almasri direttamente coinvolto in abusi sistematici, specialmente contro detenuti accusati di crimini religiosi, ateismo, cristianesimo o omosessualità. È stato battezzato anche come il “torturatore di Mitiga”, dalla prigione che ha guidato. Fa parte di un gruppo militare islamista che si chiama Rada e gestisce dal 2021 l’Istituto di Riforma e Riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli. Il mandato della CPI era stato formalizzato lo scorso 18 gennaio.

28 Gennaio 2025

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