La legge violata
Caso Almasri: evasione voluta dal governo Meloni, si dovrebbero dimettere almeno un paio di ministri…
Volete mettere i peccati di Santanché con l’enormità dell’evasione di Stato? Tantopiù che c’è il fondato sospetto che il movente dell’evasione era quello di impedire ad Almasri di parlare coi magistrati dell’Aja e raccontare le complicità dei governi italiani
Politica - di Piero Sansonetti

Hanno parlato i magistrati e hanno parlato gli avvocati, con un comunicato rilasciato ieri dalla Camere penali. Hanno parlato i giuristi, e poi hanno parlato i fatti, evidentissimi. Per una volta tutti d’accordo (tranne Sisto): Almasri, capo della polizia giudiziaria libica e capo dei torturatori nel lager di quel paese, è stato fatto evadere dalla prigione e poi fatto salire su un aereo che lo attendeva all’aeroporto di Torino e nel giro di poche ore “esfiltrato” e depositato in mani sicure in Libia.
In questo modo è stata beffata la Corte penale dell’Aja, che voleva processarlo per delitti orribili (finora sono stati censiti circa quaranta omicidi e una ventina di stupri, tra i quali quello di un bambino, ma ancora non sono stati monitorati i casi di tortura e di estorsione) ed è stata violata la legge. In queste pagine Gianfranco Schiavone spiega molto bene come sono andate le cose. Le colpe della fuga di questo terribile criminale sono da attribuire in primo luogo al ministro della Giustizia Nordio, che non ha risposto alla Procura che gli aveva comunicato l’arresto, e ha omesso così di compiere un atto che aveva l’obbligo di compiere. E successivamente non è intervenuto prontamente dopo la scarcerazione per disporre un nuovo arresto. Lo ha fatto intenzionalmente? Sarebbe gravissimo. Lo ha fatto per incompetenza? Sarebbe gravissimo.
Poi c’è la responsabilità del ministro dell’Interno che, informato della scarcerazione per un cavillo di uno dei più pericolosi criminali in circolazione, invece di dare ordine alla polizia di operare un fermo, in attesa che Nordio risolvesse la situazione, ha stabilito che se era così pericoloso che la Corte dell’Aja ne chiedeva l’arresto, era meglio cacciarlo dall’Italia. Beffando in questo modo anche lui la Corte e violando la legge. Poi c’è la responsabilità della Meloni, che su richiesta, immaginiamo, di Piantedosi, ha messo un aereo a disposizione per completare l’evasione di Almasri. A tutto questo si è aggiunge la ciliegina della dichiarazione del ministro degli esteri, Tajani, che con le sue parole (“non è la bocca della verità”) ha delegittimato la Corte dell’Aja. Mettendo in dubbio il fatto che Almasri sia un delinquente. Che oltretutto poi c’è da chiedersi: ma se non è un delinquente perché l’hanno espulso?
In questi giorni nel palazzo si discute della necessità di cacciare dal governo Daniela Santanché, inquisita – non condannata, e neanche processata – per alcune irregolarità nei conti della sua azienda. Ma volete mettere i peccati di Santanché con l’enormità dell’evasione di Stato? Tantopiù che c’è il fondato sospetto che il movente dell’evasione era quello di impedire ad Almasri di parlare coi magistrati dell’Aja e raccontare le complicità dei governi italiani. Domani il governo si presenterà alla camera per riferire e difendersi. Speriamo che offra al Parlamento almeno di un paio di ministri.