Avanza la trattativa

Tregua tra Hamas e Israele: cosa prevede l’accordo

Attesa per il sì di Mohammed Sinwar. L’ira del ministro israeliano di ultradestra Smotrich: “Una catastrofe”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

14 Gennaio 2025 alle 14:30

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AP Photo/Ohad Zwigenberg
AP Photo/Ohad Zwigenberg

Quell’accordo lo consacrerà nuovo leader di Hamas e non più solo il fratello del martire caduto in combattimento. La parola finale sullo scambio di ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza spetterà a Mohammed Sinwar, noto come “Ombra”, fratello minore del defunto leader Yahya. Questione di ore. Ma stavolta sembra essere la volta giusta. Tanti sono i segnali che convergono in questa direzione.

Nelle ultime ore è arrivata ai ministeri competenti israeliani una richiesta del governo che riguarda i preparativi delle strutture per accogliere gli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati nell’ambito dell’accordo con Hamas. Lo ha annunciato ieri sera la tv pubblica Kan. Se l’accordo verrà effettivamente approvato, i rapiti arriveranno in Israele nei prossimi giorni. “Sembra che siamo diretti verso un accordo: Israele è stato molto flessibile negli ultimi giorni su una serie di questioni, ma stiamo aspettando la risposta di Hamas e solo allora ne avremo la certezza”, ha detto un funzionario israeliano ad Axios.

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha sottolineato che «sono stati fatti progressi nelle trattative» per raggiungere un accordo di cessate il fuoco con Hamas, ribadendo che lo Stato ebraico sta «lavorando duramente». «Israele vuole un accordo sugli ostaggi e sta lavorando duro con gli amici americani per raggiungerlo» ha affermato il capo della diplomazia, precisando che i contatti sono sia con l’amministrazione Usa di Joe Biden che con la squadra di Donald Trump. «Presto sapremo se l’altra parte vuole la stessa cosa», ha aggiunto Sa’ar nella conferenza stampa insieme al suo omologo danese in visita, Lars Lokke Rasmussen. Ma il segno politico più rilevante arriva a tarda sera. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, intenderebbe sottoporre oggi al voto del governo l’accordo sulla liberazione degli ostaggi ed il cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce il sito di notizie israeliano Walla, citando fonti governative.

Il ministro israeliano delle Finanze e leader di estrema destra Bezalel Smotrich ha fatto sapere che il suo partito Sionismo Religioso non sosterrà l’accordo di cessate il fuoco a Gaza per la liberazione degli ostaggi. È una “catastrofe per la sicurezza nazionale di Israele. Non faremo parte di un accordo di resa che includerebbe il rilascio dei terroristi, la fine della guerra e la dissoluzione dei risultati ottenuti con tanto sangue, e l’abbandono di molti ostaggi”, ha commentato. “Rinnoviamo il patto con il nostro popolo fedele e paziente e con i nostri eroici prigionieri nelle prigioni, e affermiamo che abbiamo un appuntamento con la loro imminente liberazione”, ha affermato il movimento islamista, citato dal Times of Israel.

La dichiarazione di Hamas fa seguito all’annunciata svolta nei colloqui svoltisi a Doha durante la notte scorsa. “Ci sono stati progressi significativi” verso un accordo tra Hamas e Israele, ha confermato alla Cnn il vice consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jon Finer, aggiungendo che alcune delle divergenze delle ultime settimane «sono state risolte o limate». «Sostanzialmente riteniamo si facciano progressi – ha detto – C’è un accordo sul tavolo che Hamas dovrebbe accettare». Qadura Fares, capo del Comitato per i detenuti palestinesi, ha spiegato che Israele rilascerà più di 3.000 detenuti palestinesi, tra questi anche 200 condannati all’ergastolo, e altri mille di cui fanno parte minorenni, donne e prigionieri malati. In cambio – ha riferito una fonte politica di alto livello a Ynet – Hamas deve rilasciare 33 ostaggi israeliani e stranieri vivi.

I negoziatori, ha detto una fonte di Hamas, alla Cnn, stanno definendo i dettagli riguardo la scarcerazione di detenuti palestinesi e mappe delle aree da cui le forze israeliane dovrebbero ritirarsi. Secondo le notizie della rete americana, restano divergenze da superare sul ritiro delle forze israeliane dal Corridoio Philadelphia, lingua di terra al confine tra la Striscia e l’Egitto, e su una zona cuscinetto proposta da Israele all’interno di Gaza, lungo i confini orientali e settentrionali tra la Striscia e Israele.

14 Gennaio 2025

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