I crimini nella Striscia

A Gaza il freddo uccide come le bombe: strage di bambini sotto le tende nella guerra di Netanyahu

Non solo il fuoco dell’esercito israeliano: ipotermia, fame e sete. Sono queste le cause di morte a Gaza e i minori sono quelli che ne pagano più le conseguenze. Sfollati quasi tutti i 2,3 milioni di abitanti della Striscia. Lo sdegno di Amnesty

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

31 Dicembre 2024 alle 11:33

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AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press/LaPresse
AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press/LaPresse

La foto che pubblichiamo è un colpo al cuore. Un cuore che batte per un cuore che si è fermato per sempre. È il cuore del piccolo bimbo palestinese Karim Mutawaq che si è fermato al suono delle esplosioni del bombardamento israeliano su Gaza. Ogni ora un bambino palestinese viene ucciso a Gaza dai bombardamenti israeliani.

Anche il freddo continua a provocare vittime. Due neonati sono morti per ipotermia nella Striscia, dove nelle scorse settimane altri quattro bambini appena nati erano deceduti negli accampamenti privi di riscaldamento gremiti da migliaia di sfollati in fuga dai bombardamenti. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ieri mattina ha diffuso la drammatica notizia: anche Ali, il fratello gemello di Jomaa al-Batran, il neonato di soli 20 giorni morto domenica in una tendopoli di Deir Al-Balah, è deceduto all’ospedale Martiri di Al-Aqsa. Yehia. I gemelli morti a poche ore di distanza erano nati prematuri di un mese e avevano trascorso rispettivamente solo uno e due giorni nell’incubatrice dell’ospedale, che, come molte altre strutture sanitarie di Gaza, opera a capacità ridotta e sotto costante pressione a causa dei continui bombardamenti da parte dell’esercito israeliano. La famiglia vive in una tenda esposta al freddo, con temperature che di notte scendono sotto i 10° Celsius. «Siamo in otto e abbiamo solo quattro coperte», aveva dichiarato domenica il padre Yehia, raccontando come il piccolo Jumaa sia stato trovato con la testa “fredda come il ghiaccio”. «Non c’è elettricità. L’acqua è fredda, e non c’è gas, riscaldamento o cibo. I miei figli sono morti davanti ai miei occhi, e a nessuno importa» – ha aggiunto ieri l’uomo, dopo che anche il cuore di Ali si è fermato.

Nel frattempo, le autorità sanitarie locali hanno confermato che almeno altri quattro neonati, di età compresa tra 4 e 21 giorni, sono morti negli ultimi giorni a causa del freddo intenso. Le forze israeliane hanno sfollato quasi tutti i 2,3 milioni dei residenti di Gaza, costringendo decine di migliaia di loro ad ammassarsi in logore tendopoli lungo la costa meridionale di Gaza, dove le condizioni meteorologiche sono fortemente sfavorevoli. «Le tende non proteggono né dalla pioggia né dal vento» spiega Marwan al-Hamas, capo degli ospedali da campo di Gaza. Le strutture sanitarie e le organizzazioni umanitarie faticano a rispondere all’emergenza, ostacolate dai bombardamenti israeliani, dalla distruzione delle infrastrutture e dalle restrizioni all’arrivo degli aiuti. «Abbiamo sentito molti casi di persone morte per il freddo a Gaza e abbiamo visto immagini di bambini; quindi, cerco di tenere la mia bambina al caldo per paura di perderla in questo periodo dell’anno», dice Nora al-Lahham, una madre che vive in un campo di fortuna. «L’anno 2024 è stato segnato da morte e distruzione». «La nostra gente è stata devastata» – le fa eco Umm Jamal Harb«sfollata, viviamo in tende e non abbiamo un posto dove trovare la felicità. Soffriamo per la mancanza d’acqua, il freddo. Le nostre vite non sono più quelle di una volta». «Il mio messaggio al mondo per il nuovo anno è “guardateci”» – dice Wafaa Hajjaj, che è scappata dalla sua casa di Beit Hanun «Basta con la guerra, la distruzione, i massacri, lo sfollamento e il genocidio».

Abu Safia, direttore dell’ospedale di Gaza Kamal Adwan, arrestato dalle forze israeliane durante un raid al complesso medico, è detenuto presso la controversa base militare di Sde Teiman, che è anche un noto campo di detenzione. Lo ha rivelato la Cnn citando ex prigionieri recentemente rilasciati dalla struttura. “Due prigionieri palestinesi rilasciati questo fine settimana dalla struttura hanno detto di aver visto Abu Safia nella prigione e un altro ex detenuto ha detto di aver sentito leggere il nome di Abu Safia”, si legge sulla Cnn. L’Oms e le autorità di Gaza hanno dichiarato di aver perso i contatti con Abu Safia dopo il raid, che ha visto l’Idf espellere decine di membri del personale medico e pazienti e chiudere l’unico ospedale parzialmente funzionante nel nord di Gaza. L’esercito israeliano ha confermato sabato di aver arrestato il direttore perché “sospettato di essere un agente terrorista di Hamas” e perché l’ospedale era usato come “centro di comando e controllo”.

Amnesty International ha chiesto a Israele di rilasciare immediatamente e incondizionatamente il direttore dell’ospedale Kamal Adwan, Hussam Abu Safiya. “Siamo estremamente preoccupati per il suo destino e benessere… È stato arrestato dalle forze israeliane insieme ad altri durante un raid all’ospedale il 27 dicembre”, ha scritto Amnesty Middle East and Africa su X. “Per mesi, il dottor Abu Safiya è stato la voce del settore sanitario decimato di Gaza, chiedendo la protezione del suo ospedale e lavorando in condizioni disumane, anche dopo l’uccisione di suo figlio”, si legge nel post. L’organizzazione umanitaria ha affermato che dall’inizio della guerra di Gaza, Israele ha arrestato centinaia di operatori sanitari della Striscia senza accuse o processo: “Gli ospedali e gli operatori sanitari non sono obiettivi”. Il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha chiesto a Israele di interrompere definitivamente i raid militari sugli ospedali di Gaza, intensificatisi negli ultimi giorni. L’Idf ritiene che molte delle strutture ospedaliere dell’enclave siano controllate da Hamas. “Gli ospedali di Gaza sono tornati a essere campi di battaglia e il sistema sanitario è gravemente minacciato” – ha scritto Ghebreyesus in un post su X. – “Ripetiamo: fermate gli attacchi agli ospedali. La gente di Gaza ha bisogno di accedere all’assistenza sanitaria. Gli operatori umanitari hanno bisogno di accedere per fornire assistenza sanitaria. Cessate il fuoco!”.

L’appello di Elly Schlein

«L’attacco agli ospedali di Gaza è un crimine di guerra», dice Elly Schlein dopo il raid dell’esercito israeliano all’ospedale Kamal Adwan nel nord della Striscia di Gaza. La segretaria del Pd ricorda i bambini di Gaza «che continuano a morire sotto le bombe dell’esercito israeliano ma anche ipotermia», e del dramma di Sila, la neonata morta di freddo la notte di Natale ribadendo la richiesta di un cessate-il-fuoco immediato e la liberazione di tutti gli ostaggi «ancora nelle mani di Hamas». «Questi morti innocenti si aggiungono all’orrore della guerra portata avanti con cinismo che ha già fatto oltre 45mila vittime» – continua Schlein. – «Non esiste un solo luogo sicuro per i civili a Gaza, in piena violazione del diritto internazionale e umanitario». Gli attacchi agli ospedali «sono inaccettabili, sono crimini di guerra. E non è accettabile nemmeno privare la popolazione civile palestinese degli aiuti umanitari indispensabili mentre l’Organizzazione mondiale della sanità avverte delle conseguenze devastanti degli attacchi agli ospedali e dello smantellamento sistematico dei presidi sanitari della Striscia» – prosegue la segretaria dem. – «Il governo di estrema destra di Netanyahu continua a violare i principi della legalità internazionale, senza una reazione adeguata della comunità internazionale».

Dunque, la richiesta di «un cessate-il-fuoco immediato, la liberazione di tutti gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e il rispetto del diritto internazionale a tutte le parti impegnate nel conflitto. Torniamo a chiedere immediati aiuti umanitari a Gaza e un embargo totale sulle armi destinate a Israele da parte di tutti i paesi, per fermare le violazioni del diritto umanitario» – conclude Elly Schlein.«È angosciante l’inerzia dell’Unione europea rispetto a quanto sta accadendo in Medio Oriente, e anche al governo italiano torniamo a chiedere il pieno riconoscimento dello stato di Palestina come già fatto da altri paesi europei per dare un segnale concreto in direzione della pace e della soluzione di due popoli e due Stati».

A Gaza è il 438° giorno di guerra. Sono 45.361 i morti e 107.803 i feriti dall’inizio del conflitto, secondo le autorità controllate da Hamas.

31 Dicembre 2024

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