Abu Mazen a Roma
L’Unicef denuncia la strage di bambini a Gaza: oltre 14mila morti in un anno
Unicef: “La Striscia è il posto più pericoloso al mondo per un minore”. La ong ha reso noti i dati raccolti dal 7 ottobre 2023: 14.100 morti e 12.600 feriti
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Non sono numeri, per quanto scioccanti. Sono volti, storie, vite spezzate sul nascere. Sono i bimbi uccisi e feriti dall’esercito d’Israele a Gaza. A dare conto del bilancio dell’orrore è l’Unicef. L’Unicef non Hamas. Oltre 14.100 bimbi uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023, circa 12.600 feriti. Morti e feriti accertati, con un nome e un cognome.
“Gaza” – ricorda l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Infanzia – “è il posto più pericoloso al mondo in cui possa trovarsi un bambino. Anche se in tv e sui giornali se ne parla di meno, le condizioni di vita dei bambini sono sempre molto disperate: senza cibo, senza acqua potabile e servizi igienici, senza medicine e ospedali per essere curati, con notti sempre più fredde da passare all’aperto”. E la tragedia di Gaza è vissuta ieri a Roma, con la visita del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmud Abbas. Una visita di due giorni, molto intensa, iniziata ieri in Vaticano per concludersi oggi, quando il presidente dell’Anp incontrerà nel pomeriggio a Palazzo Chigi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
L’udienza in Vaticano di Abu Mazen
Nel corso dell’udienza di stamane (ieri, ndr) in Vaticano, il presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) ha ringraziato papa Francesco ‘per le sue posizioni a sostegno del raggiungimento di una pace giusta in Palestina sulla base della soluzione dei due Stati, del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dell’ingresso di aiuti nella Striscia e della fornitura di ospedali, scuole e luoghi di culto possano godere di tutta la protezione necessaria’, riferisce l’agenzia ufficiale palestinese Wafa. Il Presidente si è congratulato con papa Francesco “per l’avvicinarsi del Natale e del Capodanno, sottolineando l’importanza per tutte le Chiese del mondo durante il Natale di prestare attenzione alla sofferenza del popolo palestinese che anela alla pace, alla giustizia e alla liberazione dall’occupazione, e di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione e alla realizzazione di uno Stato indipendente con Gerusalemme est come capitale”.
Sempre la Wafa riferisce che Mahmud Abbas ha informato papa Francesco “sugli ultimi sviluppi in Palestina, alla luce del proseguimento della guerra genocida portata avanti da Israele, potenza occupante della Striscia di Gaza, che ha provocato finora decine di migliaia di vittime, feriti e dispersi, oltre alla distruzione massiccia e senza precedenti delle infrastrutture e delle case dei cittadini, delle loro proprietà e delle capacità del nostro popolo”. Ha parlato “dell’escalation israeliana in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, dei continui crimini dei coloni terroristi contro il nostro popolo indifeso, delle uccisioni e delle incursioni nelle città, nei villaggi, nei paesi e nei campi palestinesi, della creazione di colonie e dell’espansione coloniale, e la violazione della sacralità dei luoghi santi, soprattutto nella capitale occupata”. Ancora Abu Mazen ha evidenziato “la necessità di fermare immediatamente l’aggressione israeliana contro il nostro popolo, ritirando le forze di occupazione dall’intera Striscia di Gaza e accelerando l’ingresso degli aiuti umanitari per evitare il rischio di un grave disastro umanitario nella Striscia”. Il Presidente ha posto quindi l’accento sull’importanza “di mobilitare gli sforzi per sostenere il tentativo dello Stato di Palestina di ottenere la piena adesione alle Nazioni Unite, nonché di ottenere un maggiore riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina”.
“Nel ribadire la condanna ad ogni forma di terrorismo, si è sottolineata l’importanza di raggiungere la soluzione per i due Stati solo attraverso il dialogo e la diplomazia, assicurando che Gerusalemme, protetta da uno statuto speciale, possa essere un luogo d’incontro e amicizia tra le tre grandi religioni monoteiste”. È quanto si legge nel comunicato della Sala stampa vaticana sull’udienza di stamane di papa Francesco al presidente dello Stato di Palestina Mahmud Abbas (Abu Mazen), che poi in segreteria di Stato si è incontrato con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui in segreteria di Stato – spiega ancora la nota della Sala stampa vaticana -, si è fatto riferimento alle buone relazioni bilaterali, sottolineando l’importante contribuito della Chiesa cattolica nella società palestinese, anche nel soccorrere la gravissima situazione umanitaria a Gaza, dove ci si auspica che quanto prima vi sia il cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi”.
Da Roma a New York
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto a stragrande maggioranza un cessate il fuoco immediato e incondizionato a Gaza, un appello simbolico respinto da Israele e dagli Stati Uniti. “Siamo grati per questo enorme sostegno”, ha commentato l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour. “Continueremo a bussare alla porta del consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea finché non verrà raggiunto un cessate il fuoco”, ha aggiunto il diplomatico, che durante i dibattiti aveva invitato la comunità internazionale a porre fine all’incubo degli abitanti di Gaza. “Gaza è il cuore sanguinante della Palestina e una ferita aperta per l’umanità”, ha detto, evocando immagini di sofferenza che dovrebbero “ossessionare la coscienza del mondo”.
La risoluzione, adottata tra gli applausi con 158 voti favorevoli, 9 contrari e 13 astensioni, chiede “un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente”, nonché “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”, una formulazione simile al testo bloccato poche settimane fa al Consiglio di Sicurezza da un veto americano.