L'inferno in terra

Strage di bambini a Gaza, uccisi mentre erano in fila per il pane

Il ministro israeliano della Difesa ha annunciato che non sarà più utilizzata la detenzione amministrativa per i coloni ebrei in Cisgiordania. “Quotidiano il rischio di attacchi terroristici”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

5 Dicembre 2024 alle 13:00

Condividi l'articolo

AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse

Cisgiordania, dove a dettar legge sono i coloni. Dove i pogrom sono la quotidianità. Decine di coloni ebrei hanno aggredito i palestinesi e hanno bruciato una casa e almeno due auto nei villaggi di Huwara e Beit Furik, dopo che le forze di sicurezza israeliane hanno sgomberato un avamposto vicino alla città palestinese di Nablus, in Cisgiordania. Secondo fonti locali il proprietario della casa data alle fiamme a Huwara, un uomo di 70 anni, e due bambini sarebbero rimasti feriti da una sassaiola. A Beit Furik, le squadre della Protezione civile insieme ai vigili del fuoco hanno spento questa mattina tre incendi appiccati dai coloni.

«È ora di dirlo: il terrorismo dei coloni è in aumento, incoraggiato dal governo israeliano», ha denunciato oggi l’ong Peace Now, incaricata di monitorare la diffusione degli insediamenti illegali nei territori occupati. Durante questi attacchi, secondo fonti militari, sono rimasti feriti anche due membri della Polizia di frontiera, mentre nel villaggio di Rujeib, sempre nel governatorato di Nablus, le truppe hanno subito uno «scontro verbale e fisico» con una ventina di coloni. «Diversi israeliani sono stati arrestati e trasferiti alle forze di sicurezza per essere interrogati. Condanniamo ogni forma di violenza contro il personale dell’esercito e consideriamo questi incidenti estremamente gravi», ha affermato l’Esercito, senza specificare il numero degli arrestati. Ynet riferisce che i coloni hanno incendiato anche una casa in costruzione, un negozio di alimentari e un veicolo a Bayt Furik, vicino a Nablus. Secondo l’Amministrazione civile, che gestisce gli affari civili in Cisgiordania, la costruzione illegale dell’avamposto era avvenuta su terreni privati palestinesi nei pressi di Nablus. I media palestinesi riportano che in seguito all’evacuazione dell’avamposto illegale, decine di coloni sono arrivati nelle città palestinesi nella zona di Nablus e hanno dato fuoco a diverse case.

La violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata vertiginosamente dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023, le forze di sicurezza sono state accusate di aver chiuso un occhio sugli attacchi. Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha ridotto la detenzione amministrativa dell’attivista di estrema destra Itai Ben Tsurya, sospettato di essere coinvolto in incendi dolosi e rivolte nei villaggi palestinesi della Cisgiordania. Invece di essere rilasciato nel marzo 2025, si prevede che Ben Tsuriya verrà dimesso nelle prossime settimane. Katz ha annunciato il mese scorso che Israele non utilizzerà più la detenzione amministrativa, ovvero la detenzione senza processo, contro i coloni ebrei in Cisgiordania. «In una realtà in cui gli insediamenti ebraici in Cisgiordania affrontano gravi minacce terroristiche da parte dei palestinesi e ai coloni vengono imposte ingiuste sanzioni internazionali, non è appropriato che lo Stato di Israele adotti una misura così severa contro i coloni», si legge nella dichiarazione di Katz. Per il ministro della Difesa israeliano, i coloni sono vittime da tutelare, garantendo loro l’impunità.

Dai pogrom in Cisgiordania, al martirio di Gaza

A Gaza «l’incubo non è causato da una crisi logistica ma dalla mancanza di volontà politica e di rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario». Così in un post su X il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres è tornato a denunciare la grave situazione umanitaria a Gaza dove «a fronte delle enormi necessità della popolazione gli aiuti vengono scandalosamente bloccati». «75mila persone a Gaza Nord non hanno accesso regolare a cibo, acqua, elettricità e cure, a causa dell’assedio ai villaggi da parte di Israele». Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite nel corso dell’incontro quotidiano con i media internazionali.

Cinque civili, di cui quattro bambini, sono stati uccisi in un bombardamento nel campo di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza centrale. Lo afferma l’agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche secondo cui il raid israeliano ha colpito un gruppo di persone di fronte a una bancarella di cibo e a un panificio locale a est del campo. Secondo le stesse fonti mediche, 18 persone, tra cui bambini e donne, sono stati uccisi da ieri mattina nei bombardamenti israeliani nel sud e nel centro di Gaza. Si consuma così, nel sangue, il 414° giorno di guerra a Gaza. Il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, ha affermato che almeno 44.532 persone sono state uccise in quasi 14 mesi di guerra nella Striscia, di cui 30 nelle ultime 24 ore. Sono 105.538 le persone rimaste ferite, ha aggiunto. Gaza, l’inferno in terra.

5 Dicembre 2024

Condividi l'articolo