Il reportage del giornale inglese

Pagano la Tunisia per torturare i migranti: l’accusa del Guardian dopo l’incontro Meloni-Starmer

Secondo il Guardian ci sono almeno 100 mila prigionieri dei tunisini nelle prigioni di Saied, e Saied li usa per minacciare l’Italia: “Se non pagate li lasciamo partire”.

Editoriali - di Piero Sansonetti

20 Settembre 2024 alle 08:00

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Pagano la Tunisia per torturare i migranti: l’accusa del Guardian dopo l’incontro Meloni-Starmer

Sul Guardian, prestigiosissimo quotidiano inglese, vicino al partito laburista, è uscito un durissimo atto d’accusa contro l’Italia e l’Europa, pubblicato subito dopo l’incontro tra la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni e il premier inglese (laburista) Keir Starmer.

Il Guardian riporta le parole di elogio di Starmer per il modo nel quale l’Italia ha ridotto il numero degli sbarchi, e poi spiega perché questi sbarchi si sono ridotti. E lo fa con un lungo e informatissimo reportage dalla Tunisia, nel quale spiega con crudezza i metodi usati dalle guardie tunisine, pagate dall’Italia e dall’Europa: torturano, e uccidono, e stuprano e imprigionano migliaia di donne, accecano, spezzano gli arti, e abbandonando le persone nel deserto lasciandole lì senza acqua né cibo ad aspettar la morte.

Il Guardian riferisce di testimonianze non solo di migranti ma anche di trafficanti, i quali raccontano i loro legami strettissimi, di complicità, con la Guardia Nazionale tunisina, che vende loro le barche, poi le sequestra quando sono in mare e gliele rivende. Anche quattro o cinque volte. Secondo il Guardian ci sono almeno 100 mila prigionieri dei tunisini nelle prigioni di Saied, e Saied li usa per minacciare l’Italia: “Se non pagate li lasciamo partire”.

Le cose che racconta il giornale inglese forse le sapevate già. Potete averle lette su questo giornale, o su altri due o tre giornali italiani (non di più) che sono fuori dal giro xenofobo della grande stampa. Però scritte così chiare da un quotidiano britannico fanno un altro effetto. E fa un po’ di rabbia pensare che un reportage di questo genere è impossibile leggerlo su un grande giornale italiano. Compresi quelli che si lamentano sempre per la legge-bavaglio. Perché pensano che sia molto più importante conoscere i nomi delle fidanzate di un inquisito piuttosto che il numero dei morti nell’ultimo naufragio – per omissione di soccorso – o di quelli uccisi, su commissione italiana, dalla Guardia tunisina.

20 Settembre 2024

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