Migranti e diritti umani
La Tunisia è un regime, la relazione “segreta” dell’Europa su Saied e i crimini contro i migranti
Una relazione preparata da un comitato tecnico, su incarico di Josep Borrell, mette in guardia la Commissione. Quello di Saied è un regime, commette crimini: fare patti di collaborazione con lui è una macchia per l’Ue
Esteri - di Carlo Forte
L’Europa è molto preoccupata per il proprio prestigio, che rischia di essere travolto dal rapporto di collaborazione con il regime tunisino. Non è una indiscrezione, o una supposizione. È quello che sta scritto nero su bianco in un documento riservato preparato, dopo un’indagine piuttosto approfondita, dalla Seae, che è la commissione diplomatica dell’Unione europea. L’indagine è stata commissionata dal ministro degli esteri europeo Josep Borrell e avrebbe dovuto restare segreta. Ma il documento è stato intercettato dal quotidiano inglese The Guardian che lo ha reso pubblico.
Nella relazione si parla di chiaro “schiacciamento del dissenso e di deterioramento del clima politico e restringimento dello spazio civile”. Tutto questo succede da quando è salito alla presidenza Kais Saied, “che ha sospeso il parlamento, concentrando il potere nelle sue mani”. Il 6 ottobre in Tunisia si tengono le elezioni presidenziali, ed è molto probabile un nuovo successo di Saied. Anche perché, si fa osservare nel testo della Commissione europea, gli altri candidati presidenti sono stati arrestati, così come stati arrestati molti attivisti dei diritti civili, amici delle Ong, avvocati. Tutti accusati di svolgere propaganda contro il regime con argomenti falsi. Capite bene che in queste condizioni è impossibile parlare di democrazia, tantomeno di Stato di diritto.
Il documento, a questo punto, si sofferma sul problema del patto anti-migranti siglato recentemente da Europa e Tunisia, sotto il patrocinio italiano. È noto che sono state soprattutto Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen a spingere per una collaborazione tra Europa e Tunisia. E che questa collaborazione consiste nel finanziare, da parte dell’Europa, il regime di Saied in cambio di una politica tunisina di repressione contro gli aspiranti migranti. Le autorità tunisine si impegnano a bloccare più migranti possibile, impedirgli di imbarcarsi e chiuderli eventualmente in campi di concentramento. I tunisini in parte rispettano il patto scellerato, in parte vanno oltre, deportando i migranti che catturano nel deserto, ai confini con la Libia, e abbandonandoli lì destinati a morte sicura. Proprio ieri “Alarmphone” ha fotografato diversi migranti morti, tra quelli abbandonati dai tunisini nel deserto.
La Ue è preoccupata di tutto questo. Perché nonostante un discreto controllo che ancora riesce a mantenere su stampa e tv, impedendo che emergano i caratteri infami del patto con la Tunisia, non è improbabile che grazie all’azione delle Ong e del Vaticano le notizie alla fine comincino a emergere. E, infatti, il documento, molto aspro nella sua prima parte, cambia completamente tono nella seconda parte, consigliando paradossalmente al potere politico europeo di aumentare la collaborazione con la Tunisia, in modo da stabilizzare il regime e impedire un peggioramento della situazione. La relazione del comitato incaricato da Borrell è stata consegnata ai ministri degli esteri di tutti e 27 paesi europei. Anche, ovviamente al ministro degli esteri italiano. Vedremo che uso ne farà.